Sinistrume

In questi giorni credo sia interessante seguire attentamente l’evoluzione del caso Di Pietro. Capire il personaggio e le sue giravolte  ci consente forse di capire meglio questo ventennio che si sta chiudendo. Il suo carisma, l’alone di santità e di forza di cui è stato sempre circondato, anche dagli elettori di sinistra, ci ha impedito di collocare politicamente il suo movimento, come sta accadendo ora anche con il movimento che fa capo a Grillo.

A me non era mai piaciuto, anche quando da magistrato faceva tintinnare le manette e accumulava confessioni. Ricordo che allorché, sfogliando il giornale in sala professori del Fermi, lessi che si dimetteva dalla magistratura dissi ad alta voce, ecco anche lui si butta in politica, un collega quasi mi aggredì come avessi bestemmiato la Madonna sostenendo che era una persona troppo nobile e per bene da potersi mischiare con i politici che aveva sino ad allora combattuto.

Berlusconi lo corteggiò ma lui preferì pescare voti nel serbatoio giustizialista, autoritario e conservatore che è presente nella buona borghesia progressista e per bene che nominalmente ingrossa il centrosinistra. Di fatto depotenziò il blocco di centro sinistra muovendosi da indipendente, alterando le difficili alchimie necessarie per mettere d’accordo chi si opponeva al vincente berlusconismo. Ha portato in parlamento Scilipoti e compagni, personaggi così opportunistici da salvare per un anno intero la morente maggioranza di destra e danneggiando così in modo incalcolabile anche i nostri bilanci familiari.

Ha fatto la campagna elettorale a fianco del PD di Veltroni per poi fare un bel marameo gigante costituendo un suo gruppo parlamentare indipendente. Ha attaccato in modo ignobile il presidente Napolitano e il governo Monti, senza alcun senso dello Stato e degli interessi nazionali, gravemente minacciati da una crisi finanziaria internazionale senza precedenti.

Vederlo con la gola secca molto  imbarazzato davanti alla giornalista di Reporter è stata per me una conferma, ma anche una sorpresa perché effettivamente tutto quanto è emerso fin qui mi sembra incredibile.

Ieri sera su Rai News ho ascoltato l’intervista di Vattimo, europarlamentare dell’Idv e noto filosofo ascritto all’intellighenzia di sinistra. Lì ho visto meglio quanto i soldi, il potere, il successo, le cene eleganti possano corrompere il pensiero: Vattimo si è dimostrato possibilista rispetto alla confluenza nel movimento 5 Stelle, non mi è sembrato troppo scandalizzato per il comportamento del suo leader, ha detto che una opposizione a prescindere, anche senza un programma di governo, ma solo con la voglia di contrastare una maggioranza di centro conservatrice potrebbe raccogliere il sinistrume ancora disperso in mille rivoli.

Il giornalista che intervistava coglie il significato dispregiativo della parola ‘sinistrume’ e il filosofo abilmente si corregge dicendo che anche lui fa parte del sinistrume.

Vero, si stanno scoprendo le carte, Vattimo ha poco da spartire con la sinistra vera. Peraltro mi chiedo, ma questi europarlamentari che fanno? Sono io poco informato o si comportano come ricchi pensionati della politica che si godono felicemente la loro prebenda?

La vicenda di Di Pietro ha punti di contatto con quella di Bossi, di Berlusconi, di Grillo. I pericoli per una democrazia di una leadership personale che cavalca e interpreta una tensione sociale preesistente sono evidenti: se il successo elettorale è sicuro e dirompente, nei luoghi della rappresentanza si fanno avanti soprattutto gli opportunisti o gli incapaci poiché questi posti sono ben pagati e sono al riparo dal controllo e dalle responsabilità. Questo è il gravissimo rischio che corriamo con l’ultimo apprendista stregone che si sta presentando a salvare la patria e che si atteggia a predicatore evangelico.



Categorie:CinqueStelle, Politica

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5 replies

  1. Non posso lasciare un commento nel merito perché l’analisi di Bolletta è di una completezza tale che non lascia spazi se non ad una totale condivisione. Voglio invece esprimere un invito non formale a chi legge questo articolo perché lo divulghi nelle proprie cerchie di amici. In questo momento, al di là del pregio intrinseco dello scritto, questo è uno strumento veramente importante per diradare molte aree di confusione anche in teste insospettabili.
    Rosanna Ghiaroni

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  2. Eccellente analisi di quanto il personalismo conduca la politica italiana alla negazione stessa del concetto di rappresentare l’interesse generale e servire il bene pubblico.
    Ma nel contempo vorrei sottolineare che per opporsi al “sinistrume” occorre ben analizzare e selezionare i rappresentanti.
    Il populismo é una piaga per la società italiana. Storicamente ci ha condotto a vari disastri.

    La differenza tra il populismo berlusconiano che si pavoneggiava di una capacità imprenditoriale derivante da; corruzione, mazzette, sistema mafioso ( Don Verzé per l’area Milano 2, denaro sbiancato da cosche mafiose, sistema craxiano di scambio, concessioni televisive/ denaro e supporto elettorale) ed il grillismo é praticamente nulla.
    Così come la “trionfante” macchina mediatica del sindaco di Firenze supportato da quella stessa imprenditoria ladrona e oligopolista berlusconiana. Gori& Fondo Algebris docent.
    Se i cittadini non si riappropriano dei loro cervelli , saremo di fronte ad un’altro bagno di sangue quanto a futuro . L’articolo di fondo di Eugenio scalfari su Repubblica di oggi é istruttivo e sintetico in materia. Mi auguro che ciò accada , anche se nutro forti dubbi sulla capacità di analisi dei miei connazionali che amano da sempre pensare a riformare il prossimo , mai sé stessi.

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