Tenacia e perseveranza

Segnalo l’intervista di Rosy Bindi a 8 ½ della Gruber di ieri sera. 

Sul filo di una commozione contenuta a stento, ha mostrato il suo valore personale e spiegato in termini chiarissimi le dinamiche politiche liberate dell’elezione di Mattarella. Una visione politica netta e chiara di una persona tenace e perseverante. Damilano e Gruber hanno tentato di inserire la dietrologia malevola di un giornalismo tutto piegato sulla spettacolarizzazione delle debolezze dei politici ma di fronte ad una persona così forte non ci sono riusciti.

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Se il barone di Arcore invece di usare la parola ‘uomo’ avesse usato la parola ‘persona’ avrebbe omaggiato  con garbo una grande donna: ‘meraviglia che una persona così forte possa commuoversi’. Ma il barone ama le battute volgari e non merita attenzione, come dice la Bindi.

Anche Rosy Bindi è segnata da un lutto personale come il presidente: Bachelet stroncato all’università dai terroristi delle Brigate Rossa era un suo maestro, lei una sua assistente.

Da Wikipedia: Il 12 febbraio 1980, al termine di una lezione, mentre conversa con la sua assistente Rosy Bindi, viene assassinato da un nucleo armato delle Brigate Rosse, sul mezzanino della scalinata che porta alle aule professori della facoltà di Scienze politiche della Sapienza, colpito con sette proiettili calibro 32 Winchester; a sparare furono prima Annalaura Braghetti e quindi Bruno Seghetti.

Il 6 gennaio dello stesso anno Sergio aveva tirato fuori dalla macchina il cadavere del fratello Piersanti crivellato di colpi della Mafia. Due vite parallele quella di Rosy e quella di Sergio che si sono rincontrate nella seduta solenne del parlamento. Solo chi è privo di umanità non capisce la commozione che queste coincidenze possono generare. Coincidenze non casuali ma create con una tenacia e una perseveranza che sono la vera coerenza e la vera onestà.

Della Bindi vorrei ricordare che nelle recenti elezioni rifiutò di farsi rottamare dal furore innovativo di Renzi: se gli elettori mi voteranno ho il diritto di entrare il Parlamento anche se sono vecchia e con i capelli bianchi. Così tenacemente ha resistito, non ha fatto come Veltroni che si è autorottamato platealmente mettendo anche D’alema nella condizione di doversi ritirare dalla competizione e lasciando Bersani da solo a contrastare l’avanzata del renzismo.

Metto la foto del cadavere di Bachelet perché le difficoltà attuali non sono peggiori di altri passaggi storici che hanno segnato la nostra biografia personale, quella di noialtri con i capelli bianchi.



Categorie:Riflessioni personali

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2 replies

  1. Grazie. Una pagina di grande sensibilità, un momento di riflessione profonda che magari potessero leggere i nostri giovani spesso così digiuni di educazione civica, quella vera!

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  1. Tenacia e perseveranza, merce rara. | Raimondo Bolletta

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