Figli di papà

Tutti figli di papà. Una nuova generazione ha preso il potere. Dopo due anni, rottamare non è più sufficiente occorre fare realmente qualcosa di nuovo.

Anche Confindustria si adegua e passa lo scettro a un ‘giovane’ erede di una piccola ditta del sud che stampa, il papà di Renzi distribuiva giornali, la famiglia Di Maio costruisce case, anzi casette visto il fatturato, il papà di Di Battista ha fatto l’assessore in una piccola cittadina laziale, del papà della Boschi sappiamo tutto, Civati ha il padre manager con conto in Svizzera … pare. Non mi dilungo, potrei citare anche Letta il papà era un professore universitario di matematica, se lo portò con sé e gli fece studiare bene le lingue ed ora il figlio sfoggia il suo francese e inglese indifferentemente nei dibattiti televisivi all’estero … quasi come Matteo il gradasso.

Non è una colpa essere figlio di papà, lo diventa se la posizione di privilegio di partenza la si vuole mantenere con la gestione del potere politico senza avere le competenze sufficienti.

E’ interessante notare che gli attuali figli di papà, giovanilmente inseriti nelle mille poltrone che la politica offre, appartengono ad una imprenditoria medio piccola di recente costituzione, familista, tutta legata ai servizi pagati con denaro pubblico. Non sono rampolli di dinastie e casate di grandi industriali che sono stati forgiati da una educazione severa ed esigente, (scusate, è vero, sto parlando dell’Italia non del mondo anglosassone).

Caro Bolletta sei un nostalgico degli Agnelli! Forse. Sono nostalgico delle manifatture, delle fabbriche, dell’artigianato, delle sartine, delle professioni competenti e produttive.

Figli di papà, figliocci di padrini … allievi di maestri.

Questa riflessione è nata anche dalla visione di un bel film uscito su netflix: Divergent. In una società del futuro, post guerra la pace è assicurata dalla rigida determinazione con un test del profilo dei giovani che diventavano maggiorenni costretti a scegliere una delle fazioni-caste in modo irreversibile.

 



Categorie:Politica

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4 replies

  1. Caro Raimondo, la nostra generazione ha fortemente innovato i costumi e la cultura ma sul piano politico abbiamo un bilancio tutt’altro che entusiasmante. Auguri alla nuova che avrà molti figli di papà mentre la nostra aveva molti figli d’arte.

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  2. Se qualcuno mi avesse dato retta e facevamo il nostro lavoro più seriamente che era quello di valutare un giovane su studio e sapere, no se faceva beneficenza in parrocchia secondo i dettami di Lorenzo Milani, questi stavano ancora all’Università perché molto probabilmente ciucci erano e ciucci sono rimasti.

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    • Perché ce l’hai tanto con Don Milani? Credo che il lassismo in educazione sia originato da altri edonismi pedagogici. Peraltro i figli di papà si sarebbero comunque brillantemente laureati anche con una scuola più severa e selettiva. Il senso del mio post voleva essere un altro: il nuovo ceto politico dei trenta quarantenni proviene dai piani alti e si pone a guida della ‘rivoluzione’ dei piani bassi e ciò vale sia per il renzismo sia per il grillismo. E’ il populismo!

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Trackbacks

  1. Teniamoci forte | Raimondo Bolletta

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