Audaci?

Ho continuato a riflettere sull’audacia, un tratto che forse non mi appartiene ma che indubbiamente mi affascina. Cercando sulla rete immagini da associare all’audacia, oltre al pesciolino che salta nell’altra pesciera, ho trovato molti simboli militareschi e guerrieri. In effetti è una virtù dei forti coraggiosi  che osano dove altri indietreggiano, diciamo forse che è una virtù di destra?

Mi ritengo un moderato, un conservatore, un prudente uno a cui è stato insegnato di non fare un passo più lungo della gamba, uno che soppesa a lungo i rischi delle proprie scelte e che spesso sceglie la strada meno pericolosa anche se più lunga. Sono uno che non ha mai pensato di avere un destino solitario e speciale e che se qualcosa ha combinato è perché ha avuto una moglie, dei figli, dei genitori, dei maestri, degli amici che lo hanno indirizzato ed aiutato. Quando la sorte mi ha dato delle responsabilità su progetti complessi, quando ho diretto una comunità scolastica non sono mai stato audace e solitario ma ho cercato di valorizzare le energie di tutti perché insieme si avesse successo. Tuttavia ho toccato con mano quanto valga il carisma di singoli che sanno indirizzare, che infondono coraggio, si mettono alla testa di un manipolo di forti. Sto diventando forse un po’ fascista? sono renziano delle ultima ora? sono un nostalgico dell’uomo forte, del padre autoritario e decisionista? E’ per questo che sto subendo il fascino di Macron?

Questa mattina ho letto un bellissimo racconto di  CLAUDE ASKOLOVITCH sulle storie parallele di Emmanuel Macron et Najat Vallaud-Belkacem. Lo consiglio vivamente a tutti coloro che leggono il francese, è un po’ lungo ma aiuta a capire sia la Francia attuale sia la storia europea dal ’77, anno della loro nascita ad oggi. Due giovani ambiziosi e determinati l’uno proveniente dalla buona borghesia di provincia, l’altra figlia di immigrati islamici che si conoscono all’apice delle loro carriere nel governo del paese.

Di ambizione parlai quando comparve la stella di Renzi https://rbolletta.com/2014/02/15/una-smisurata-ambizione/, sottolineandone la pericolosità e l’avventurismo, ora invece i due giovani ambiziosi francesi mi sembrano una occasione positiva, una possibilità nuova in un mondo che va rotolando verso il declino.

Ma ora voglio tornare alla politica e tralascio questa prima parte più personale.

In Italia ci manca l’audacia, sostenevo nel precedente post. I nostri capitalisti, i nostri ricchi non sono audaci. Nessun vuol rischiare troppo del proprio, meglio rischiare i soldi presi in prestito dalla banca, meglio lavorare per il pubblico con progetti finanziati ad avanzamento lavori, meglio assicurare e riassicurare tutto e tutti con aggravio dei costi finali, meglio l’intermediazione finanziaria piuttosto che la scelta documentata e responsabile di questa o di quella azione in borsa, meglio l’azione della banca amica di cui si conosce il direttore. Ci mancano gli imprenditori coraggiosi e competenti, realmente audaci.

Molti hanno sperato nei pentastellati, hanno consegnato loro con ampio mandato Roma, la capitale. Fare le Olimpiadi richiedeva audacia e coraggio, un percorso lungo e faticoso, un possibile insuccesso. Bene, meglio non rischiare, non si fanno, investiamo nell’oggi, nel contingente. Ma anche tener pulita una città richiede coraggio, inventiva, audacia. Guai a scontentare l’elettore, guai a dirgli che è uno zozzone, guai a mobilitarlo perché faccia il suo dovere. Sì,  basta rimandare al 2020 l’obiettivo della differenziata al 70%, ma fare la differenziata non costerebbe proprio nulla di più di ora se tutti con santa pazienza mettessero la propria monnezza al posto giusto e separassero l’umido. la carta, i metalli, …. No è troppo rischioso in termini di voti, meglio accusare i vecchi sindaci, i regolamenti europei, l’indisponibilità dei sindacati, la regione, le burocrazie … La sindaca non parla nemmeno ai suoi, ormai comunica con monosillabi al codazzo dei giornalisti o nei salotti più o meno buoni delle televisioni. Non cerca nemmeno di apparire come una persona audace e forte, si presenta solo come una ragazza fragile ed incerta …

Bersani, che come sapete continuo a stimare ed amare, fu l’emblema del mancato coraggio, della scarsa audacia. Quando nell”11 finì il governo Berlusconi per l’indisponibilità dei leghisti di intervenire sull’economia per far fronte all’emergenza dello spread, Bersani accettò l’ipotesi del governo Monti come male minore per evitare all’Italia il rischio di elezioni politiche sotto attacco finanziario. Fu certamente un prudenza benemerita ma nessuno sa dire quale poteva essere lo scenario con un leader più audace e coraggioso. La sua prudenza e la sua profonda onestà intellettuale lo hanno costretto a lungo a professare una immotivata fedeltà alla ditta anche in momenti in cui era chiaro che il renzismo era una deviazione mortale per il partito. La sua prudenza portata agli estremi lo ha costretto alla fine ad una scissione che molti non hanno capito.

Ma per uscire dalla crisi ci vuole qualche gesto audace, qualcuno che rischia di suo in un progetto di lungo termine che non sia l’espediente del momento.

Ci vorranno ad esempio molti giovani che decidono di mettere al mondo figli sia perché è quanto dicono gli economisti sia perché quello è un gesto di coraggio audace che ci  impegna per il futuro di tutti.



Categorie:CinqueStelle, Economia e finanza, Politica

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2 replies

  1. Leggerò il tuo articolo in francese. Vorrei consigliarti, però, di leggere la vita di PEPPINO GRACCEVA dimenticato partigiano perché SOCIALISTA. Potrai comprendere che il CORAGGIO e l’AUDACIA “quanno ce vole ce vole”.

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    • Sto parlando di audacia e non di coraggio eroico di chi rischiava la vita in una situazione di guerra. Certo la sviluppo e la dinamicità del dopoguerra si è basato sull’audacia e sul sacrificio dei nostri padri.

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