Ed ora finitelo!

E’ probabile che io abbia una visione distorta della situazione basandomi su tanti commenti della cerchia dei miei amici su Facebook, molti di sinistra, pensionati con una buona cultura blandamente simpatizzanti per il movimento 5 stelle. Quasi tutti però dopo questi risultati si sono schierati più chiaramente a favore delle tesi del partito di Giuseppe Conte e sposato calorosamente molte tesi di Travaglio. Altri sono schierati con molti ex piddini che chiedono la chiusura del PD per ricominciare daccapo avendo come stella polare le 5 stelle.

I grandi media e i grandi commentatori oramai hanno messaggi molto semplici: i due perdenti di queste elezioni sono la Lega e il PD, il PD dovrà essere rifondato al più presto, la Meloni non ne sbaglia una e le litigate di queste ore tra alleati che devono formare un governo di coalizione sono solo delle piccole baruffe prive di conseguenze.

Confesso che mi vergogno un po’ a scrivere questo post, mi sembro un prezzolato di una consorteria del malaffare, questa è l’immagine del PD che da tante fonti mi arriva. Ma sono convinto che le stesse forze che hanno fatto il miracolo di portare la destra al potere ora devono annichilire il PD provocandone la veloce decomposizione. Ed ora finitelo!

Come dicevo nella mia dichiarazione di voto, il mio criterio di scelta è stato quello di procedere per esclusione, conoscendo i limiti del PD, ma segnalavo due aspetti per me fondamentali: il PD è l’unica organizzazione nazionale stabilizzata come partito al di fuori della destra, il PD aveva un segretario per bene che aveva esperienze e cultura di governo. A questi due criteri aggiungo, ora che vedo questo attacco concentrico soprattutto da parte di coloro che bivaccavano nei dintorni del partito, il fatto che tutte le persone che conosco direttamente come votanti o come iscritti del PD sono persone molto per bene cui va tutta la mia stima.

Insomma il rischio della decomposizione del PD mi preoccupa più di ciò che potrà fare la Meloni.

In realtà questa parola decomposizione in queste settimane mi frulla in testa riferita a tante realtà non soltanto italiane. Ci sono molte cose che mi ricordano alcune analisi che facevo nel 2013 sulla crescita del berlusconismo come espressione di un processo di decomposizione del sistema politico di allora. La crescita rigogliosa e veloce del saprofita di Arcore dopo trent’anni è finita ed è in atto una lenta decomposizione che allontana dall’antico padrone personaggi eminenti che però seminano le loro spore in altri mucchi di materiali in decomposizione, sì nel Renzismo che dopo una fioritura rigogliosa ha avuto una battuta di arresto ed ora sopravvive grazie all’incrocio con un micelio calendiano che vorrebbe occupare tutta l’area del centro politico. Anche Matteo il santo ha avuto un gran momento di gloria e aveva sparso le sue spore su tutto il territorio non solo nelle regioni del nord ed aveva fatto una bella raccolta di funghi che però nel Conte 1 ha dovuto cucinare con un’altra specie di tutt’altro sapore non adatto ad una cucina a 5 stelle. Ma anche l’altro saprofita che aveva approfittato della ribellione del popolino alle severe regole di Monti, dopo che il suo movimento era cresciuto fino a diventare il primo partito italiano, ora lo ha abbandonato nelle mani di Conte imponendo solo un rispetto ad alcune regole formali (la non rieleggibilità) ma tollerando una modifica sostanziale di linea politica spostata a sinistra alla ricerca su quella sponda di un consenso che si è comunque dimezzato. Anche qui un processo di decomposizione di cui non vediamo gli effetti perché la grande stampa fa da paravento. Insomma, se il PD intraprende una revisione sostanziale della sua politica, sappia che intorno a sé i processi spontanei sono quelli della decomposizione di tante realtà simili in profonda crisi.

Siamo alla ricerca di un bel porcino.

PS leggo oggi e segnalo come da leggere https://www.ilriformista.it/chiudere-il-pd-la-campagna-di-de-benedetti-e-del-fatto-e-la-favola-della-vittoria-di-conte-321775/



Categorie:2022 Elezioni politiche, Politica

8 replies

  1. commenti su FB

    da Francesco De Palma

    Però forse è ora di finirla con questa storia del segretario uomo “perbene”. Si può votare un partito per questo? Il segretario di un partito deve essere qualcosa di più. Tu stesso penso che volevi essere un preside per bene ma anche bravo Allora diciamo a chiare lettere che il PD ha fallito perché aveva un segretario incapace. Detto questo non è un partito finito e lo dimostra il fatto che con un qualsiasi altro segretario avrebbero pareggiato il risultato del centrodestra. Oltre al fatto che le ultime amministrative le aveva sempre vinte. Però 1) bisogna saper fare politica (non insegnarle a Parigi!) e 2) bisogna andare a recuperare delle parole d’ordine come la pace che altrimenti è normale qualcun altro impugnerà. Se i tuoi amici sono passati ai 5 Stelle è anche perché il PD ha smesso di essere il partito della Pace ed è diventato il partito della NATO


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  2. a Francesco De Palma
    le motivazioni delle mie scelte possono essere risibili e non voglio convincerti. Fuori Letta i problemi sono risolti? Chi altri potrebbe avere risultati elettorali migliori? Quale proposta politica rappresenta meglio le nostre aspirazioni? Quale promette di essere più efficace? Non credo che il pacifismo sia la bandiera che ha raccolto i votanti del partito di Conte, è piuttosto la palese difesa dei provvedimenti a sostegno dei più poveri che convince anche chi ha sempre militato con delusione a sinistra. Sono curioso di vedere se Conte farà da solo la manifestazione pacifista o aspetterà che scoppino le contraddizioni interne al PD su questo argomento. Rimango dell’idea che la parola d’ordine dei poteri forti sia ‘ed ora finitelo!’


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  3. commento su FB
    
a Raimondo Bolletta da Francesco Palma
    Non so … hai ragione su questo: fuori Letta i problemi non saranno risolti. E certo la pace non è l’unico motivo per cui ci si è allontanati dal PD. Però dico, consapevole che sono una persona sola, che questo è il motivo per cui io mi sono distanziato dal PD, senza per questo approdare cinque stelle


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  4. commento su FB

    da Tommaso Iorio

    Un errore il PD l’ha fatto: appoggiare il Conte2 anziché chiedere a gran voce nelle piazze le elezioni anticipate! Raimondo Bolletta, concordo in pieno con la tua analisi. Conte e il m5s di beppegrillo, sono insulto per la sinistra, sia quella radicale che socialdemocratica.



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  5. a Tommaso Iorio
    è in quel passaggio che il PD avrebbe dovuto scambiare la riduzione dei parlamentari con una nuova legge elettorale … ma Renzi e Rosato erano della partita …


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  6. Commento su FB
    da Franco Montanaro
    A me, caro Prof, preoccupa molto più quello che combinerà la Meloni, che la decomposizione del PD.
    Riguardo Letta, non credo sia sufficiente essere una brava persona, onesta, ed esperienze e cultura di governo, e per come sono andate le cose, credo sia abbastanza evidente.
    Decidere di diventare un Segretario di partito, comporta una sequela di attitudini, e predisposizioni che non ho mai visto nei segretari PD degli ultimi decenni.
    Più che rifondare un partito, andrebbero rifondate le persone che ne compongono la Dirigenza, perché al momento se osservo la composizione del PD, beh temo che il rischio di cadere dalla padella alla brace sia molto facile.
    Quello che manca, secondo me, allo scenario Centro Sinistra, è una persona che abbia, personalità, empatia, coscienza, e tanta ma propria tanta “cazzimma”.
    Da decenni osserviamo una sempre più crescente assenza di votanti, e molti di quelli che da tempo hanno deciso di non andare a votare, temo appartengano a quella fascia di pensiero, che sta proprio a metà fra il centro e la sinistra, e che da troppo tempo si sentono abbandonati, e non vedono in nessun partito qualcuno che possa realmente rappresentarli.
    Quello che serve al Centro Sinistra è una personalità come la Meloni, ovviamente con pensieri e tendenze di diverso orientamento, ma che abbia la sfacciataggine, e la determinazione di andare a coprire quella enorme fetta del letto lasciato scoperto dalla cosiddetta “coperta”.

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  7. Commento su FB
    da Giuseppe Milanesi
    Costruire sulla politica è un po’ come costruire sulla sabbia. Qualsiasi castello anche il più solido è destinato a crollare. Non vedo nessuna logica in un mondo che è in balia delle mode e della fortuna. Che cosa deve fare il PD? Assolutamente niente. Il congresso può essere utile per avere visibilità mediatica. Le televisioni ne parleranno, ci sarà un mucchio di collegamenti, talk show ecc. E questa è l’unica utilità. Non esiste una politica “per la gente”. Io non ne ho mai vista nessuna. Bisogna però far credere alla gente che qualcosa del genere ci sia. Illuderla. E la destra lo ha fatto utilizzando tutti i talk show delle TV di Berlusconi – il deus ex machina dell’estrema destra – per intervistare piazze inferocite facendo credere che la destra fosse “attenta ai problemi della gente”. Una illusione che ha pagato elettoralmente.

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  8. sempre da FB
    Francesco De Palma cita
    Luciano Canfora sul ‘Riformista’ del 7/10/22

    “L’unico cambiamento vero e ingombrante sarà nella gestione dei migranti. […] Ma sul piano delle scelte economiche, l’Unione Europea ha dato tanti parametri, tanti cancelli da non valicare, tanti condizionamenti per cui esce Draghi entra Meloni ma grosso modo faranno la stessa cosa. Magari quest’ultima borbotterà un po’ di più per tenere contenti i suoi elettori, ma sostanzialmente dovrà fare quello che è già previsto da tutte le direttive emesse, dai cancelli prefabbricati che l’Unione Europea ha messo in atto soprattutto con i Paesi deboli come il nostro, debole perché indebitato fino al collo. Il cambiamento vero e proprio su quel terreno non ci sarà. E non ci sarà, temo, anche nella politica estera, nella situazione gravissima in cui ci troviamo, con una guerra sempre più minacciosa che rischia ancor più di allargarsi.
    Quale? Su che basi fonda questa previsione, professor Canfora?
    Sulla constatazione che Meloni e Letta hanno detto sempre le stesse cose. Va ricordato in proposito che il governo Draghi fece propria la mozione di Fratelli d’Italia sulla questione delle armi. C’è una perfetta identità di vedute, tanto che alcuni commentatori politici che scrivono sul Corriere della Sera auspicarono nei mesi scorsi, a giugno, una sorta di alleanza Pd-Fratelli d’Italia sul terreno fondamentale della politica estera. C’è una variante, però…
    Che i due partiti più piccoli della coalizione, Lega e Forza Italia, più o meno di pari forza, non sono tanto scatenati per lustrare le scarpe a Biden e a Stoltenberg. Sono perplessi, cercano di eccepire. Tajani, me lo ricordo bene, poco dopo lo scoppio della guerra su Rai 2 diceva allarmatissimo: per carità non fate la no-fly zone perché allora scoppia la guerra generale. È gente molto prudente, sia la Lega che Forza Italia sul fatto che non possiamo diventare una portaerei americana pronta all’uso, mentre Meloni questo dice di pensare. Su quel terreno ci sarà qualche piccolo problema.
    Passando al fronte opposto. Che idea si è fatto della sconfitta e del tiro al Pd che si è aperto?
    Il fatto che Letta abbia sbagliato completamente l’impostazione della campagna elettorale direi che è un fatto di immediata evidenza. Ha avuto, più o meno, gli stessi voti che ebbe Renzi cinque anni fa. Come Renzi gettò la spugna dopo la sconfitta, anche Letta potrebbe fare la stessa cosa. Invece ha detto che rimane ancora al suo posto per il bene del partito. Accumulare errori, dire frasi così infelici, è evidente che susciti l’ironia, la critica e anche peggio degli organi di stampa. Perché stupirsi? È un bersaglio che si offre spontaneamente. Ha voluto rompere ogni rapporto di collaborazione, anche vaga, con 5Stelle, con Conte in particolare, anche se nel Lazio e in chissà quanti altri posti governano insieme. Letta ha usato un atteggiamento che definirei infantile: mi hai portato via la marmellata e con te non gioco più. Un politico non fa mai un errore di questo genere. Valuta ciò che più conviene, tralascia i risentimenti personali e cerca di costruire.
    Il Pd è un partito riformabile?
    Io non ne ho mai fatto parte. Per quel poco che so e che vedo attraverso dichiarazioni e interviste, che sono fin troppe in realtà, ci sono due partiti dentro il Pd. Due partiti che la pensano in maniera molto diversa per non dire diametralmente opposta. E il partito in queste condizioni si autoparalizza. O provvedono a un chiarimento foss’anche doloroso al proprio interno, oppure continueranno a vegetare.
    Non le pare un po’ ingiusto accanirsi sull’attuale segretario? In fondo ciò che il Pd è finito per essere non è una responsabilità che va addebitata al ceto politico che si è succeduto da trent’anni a questa parte?
    Anche qui, dipende dalla prospettiva in cui uno si pone. Uno potrebbe sostenere, come qualcuno ha detto, anche giornalisti di un certo livello, che è tutta colpa della scissione di Livorno. Su questo andare, si potrebbe affermare, perché no, che è tutta colpa di Catilina. Uno deve valutare gli atti di coloro che sono stati protagonisti nella vicenda che si è appena conclusa. Non c’è di che stupirsi. Poi per le colpe storiche, remote, remotissime, non si finisce mai di scavare all’indietro”.

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