Confuse prospettive 4

Mi perdonerete se sono preso dalla grafomania ma la complessità mi affascina come la lettura di un buon giallo e continuamente metto alla prova la mia capacità di analisi cercando di formulare ipotesi sull’assassino e sull’epilogo della storia.

Questa mattina nel post precedente ho cercato di descrivere uno scenario che ora, dopo poche ore, è in parte cambiato, o meglio, si è arricchito di elementi nuovi .

Niente governo Ursula

La dichiarazione di Salvini elimina l’alternativa Ursula cioè un governo politico senza la Lega con la stessa maggioranza del Parlamento europeo. La Lega si è dichiarata disponibile anzi apprezza le aperture di Draghi e si potrebbe impegnare direttamente con propri ministri. E’ un Salvini sorprendente, parla come uno statista senza le retoriche populiste e gli istrionismi cui ci aveva abituato. Mentre lo ascoltavo pensavo che se una persona è arrivata sin lì deve avere qualche dote particolare. Intendiamoci non me ne sono innamorato, dico solo che lo avevo sempre sottovalutato, questa volta mi è sembrato abile, forse soprattutto a giocare a poker, ma comunque un osso duro per chiunque se lo trovi sulla propria strada. Forse è etero diretto dagli industriali del nord, poco importa, mi sembra che abbia calato una carta che scombina molti giochi degli avversari.

Questa è la nuova situazione

I mal di pancia

La cronaca televisiva dedicata alle consultazioni di oggi ha rappresentato anche il mal di pancia del gruppo dei cinque stelle. Grillo è sceso a Roma e ci aspettavamo che occupasse la scena mediatica ma ha solo cercato di contenere gli effetti disastrosi di un passaggio politico che li espropria della centralità assunta dal loro gruppo nella formazione delle due maggioranze che hanno governato finora. Renzi con la sua iniziativa non ha colpito solo la figura di Conte ma la stessa maggioranza di centro sinistra e il movimento 5 stelle sparigliando un gioco in cui qualcuno rimane con il sette bello in mano. Non sapremo mai se ciò che è apparso come una caotica confusione delle prospettive politiche generata da una nevrosi tra due leader in competizione sia stata una scelta meditata e razionale per portare ad un governo di unità nazionale sotto l’ombrello rassicurante di Draghi. Chi non risica non rosica diciamo a Roma e se Draghi avrà successo la spregiudicatezza di Renzi sarà ricordata come un atto di coraggio indomito, tutt’altro giudizio storico se i tatticismi di oggi si riveleranno tali, se i veti incrociati, ora accuratamente nascosti, emergeranno al momento finale e si dovrà andare alle elezioni anticipate.

In questi giorni di discussioni e di dirette televisive la percezione della gravità del momento si è affievolita, tutto fa pensare che sia questione di pochi mesi, il vaccino, i finanziamenti europei, la concordia dei politici, tutto promette il ritorno alla normalità e che le elezioni anticipate in fondo siano solo un problema organizzativo e di protocolli .. e le fanno tutti perché noi no? Così i mal di pancia potrebbero tradursi in decisioni avventate in sfide temerarie all’ultimo sangue, o la va o la spacca. E’ la posizione di molti grillini, anche di alcuni politici di sinistra, della stessa Meloni, di partitini di centro che non vedono l’ora di menar le mani. Per questo io continuo a valutare al 20% la probabilità di un fallimento del tentativo Draghi e di nuove elezioni.

I vice

Ci sarà poi lo scoglio dei ministri da scegliere, sarà un passaggio molto difficile perché ogni opzione, tecnici, politici, misti, ha le sue controindicazioni.

Questa mattina, a colazione, pensando alla crisi senza sapere ancora che Salvini avrebbe accettato di far parte della maggioranza ampia, in particolare riflettevo sul ruolo di Conte, che dopo essere stato indicato come insostituibile punto di equilibrio per la maggioranza di centro sinistra, rischia l’oblio in un corso universitario. Ho pensato che Draghi dovrebbe avere due vice. Lucilla mi è testimone che ero arrivato da solo a questa idea, un po ardita, che ora vi espongo. Poi in mattinata, seguendo la maratona di Mentana, ho visto che anche gli esperti l’avevano buttata là senza approfondirla troppo.

Due vice primi ministri senza portafoglio uno per la sinistra e uno per la destra. Conte potrebbe rappresentare e garantire i 5 stelle e il PD e simmetricamente Giorgetti potrebbe rappresentare l’ala di centro destra. Entrambi hanno lavorato e collaborato a palazzo Chigi, conoscono il mestiere, hanno tutti gli agganci politici che servono, potrebbero dare una mano a Draghi arricchendo sia la rappresentanza sia la competenza. Io la butto là anche se so che Draghi non mi legge.

segue



Categorie:Politica

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