Il discorso della presidente Meloni

Ho ascoltato con attenzione ed emozione l’intero discorso programmatico della presidente Meloni cercando di cogliere i significati profondi di una svolta radicale della politica italiana.

MATTEO SALVINI GIORGIA MELONI PRESIDENTE DEL CONSIGLIO ANTONIO TAJANI MATTEO PIANTEDOSI GUIDO CROSETTO MARINA ELVIRA CALDERONE ROBERTO CALDEROLI ALFREDO MANTOVANO

L’intensità emotiva con cui lei ha sottolineato molti passaggi e i frequenti riferimenti al suo vissuto e alla sua esperienza ha reso il discorso non un semplice elenco della spesa o uno scarno ed elusivo programma delle cose da fare ma una narrazione complessa rivolta ai suoi compagni di avventura e ai suoi avversari dei quali non potrà fare a meno.

Abbiamo avuto la prova della sua abilità e della sua intelligenza tattica e strategica, della capacità di rivoltare frittate solo quanto basta per rendere il suo racconto di sé e della cose che vuol fare avvincente e convincente.

Mentre esponeva i punti del programma ho pensato che non vedevo nulla che potessi classificare come fascista, o almeno all’idea che io ho del fascismo, vedevo molto centrismo berlusconiano, molto liberismo economico, un po’ di integralismo religioso il tutto finalizzato alla rassicurazione dell’Europa, della Nato e degli Usa. Tutto ciò era rassicurante e scioglieva una apprensione che in questi giorni di inizio del nuovo io provavo.

Certo, i suoi deputati compatti e numerosi schierati alla destra dell’emiciclo sottolineavano con applausi molti passaggi del discorso e così ricordavano allo spettatore di sinistra che ora i potere è loro, che questa volta non molleranno e una capa così duttile e abile nella retorica e nella narrazione garantirà che gli interventi del nuovo governo siano efficaci e duraturi. Da subito il ministro dell’interno decreta l’esclusione di due ONG dalle operazioni di salvataggio in mare e manda la polizia a manganellare un gruppo di studenti all’Università di Roma.

Un discorso dalle molte letture che entusiasma le destre che applaudono in piedi e ammutolisce l’opposizione che sta seduta silenziosa e sparuta nel suo cantuccio, pur avendo raccolto un maggior numero di voti nelle elezioni. Il parlamento italiano non è come quello inglese in cui due gruppi contrapposti vociano in continuazione ma quel silenzio è stato per me deprimente. Ancora di più è stato constatare nelle dichiarazioni di voto che le tre forze dell’opposizione sono schierate su posizioni tra loro contrapposte fortemente polemiche.



Categorie:Politica

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