Discorsi sconclusionati e confusi

La cronaca di queste ore è nota a tutti. Siamo raggelati e preoccupati. Appunto  alcune riflessioni, un promemoria da avere a mente nelle prossime settimane.

Il saprofita

Sto frequentando un corso di micologia per chiedere il permesso di raccogliere funghi nel Lazio. Si parla di saprofiti,  di simbionti e di parassiti;  l’associazione mentale con i protagonisti di questi giorni mi è sorta spontaneo. Un fungo saprofita vive e prospera sulla decomposizione di sostanze organiche, legno, foglie, paglia, escrementi di animali, ha un’utile funzione, accelerare la fase di eliminazione delle scorie di una vita precedente per rendere le sostanze residue disponibili per altri esseri o piante del bosco. I simbionti sviluppano invece un intimo interscambio con un’altra pianta prelevando nutrimento e cedendo sostanze utili alla crescita della pianta con cui sono in simbiosi.

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L’associazione mentale è stata automatica: il nostro ex presidente del consiglio, condannato in via definitiva per evasione fiscale e frode, potrebbe essere facilmente assimilato ad un fungo saprofita. Nasce come politico dal marciume della prima repubblica, dalla decomposizione dei partiti bastonati e tramortiti dall’inchiesta mani pulite. Raccoglie un’armata eterogenea mettendo insieme forze che prima si combattevano, l’estrema destra nazionalista di Fini e il populismo leghista secessionista, i craxiani liberisti, i cattolici di destra. Li dissolve rapidamente  e li amalgama producendo repentinamente un movimento politico che cresce come un fungo che per venti anni si riproduce nella stessa area ricrescendo rigoglioso ogni volta che cambia la stagione, si avvicina la stagione fredda e nuovi marciumi si accumulano qua e là.

Ora la stagione volge al peggio e al nostro saprofita sembra certo che ci siano le condizioni per una nuova vegetazione rigogliosa, la paura, la disillusione, la rabbia sono al punto giusto e assesta il colpo fatale al governo richiamando intorno a sé l’antico alleato che fa la differenza sugli esiti finali, la lega del nord. Ma bisogna fare le cose in fretta.

Il nostro è un grande esperto, i suoi migliori affari li ha fatti costruendo su una zona paludosa non edificabile resa disponibile con la collaborazione degli amministratori compiacenti, ha comprato una delle  sue ville a poco prezzo da una giovanetta orfana il cui tutore curava il dissolvimento di un antico patrimonio, ha acquistato una grande casa editrice che era in mano ad eredi litigiosi e forse incapaci. Ed ora dopo venti anni l’Italia in ulteriore dissolvimento è un substrato succulento per nuove splendide fioriture.

Henry ha perso la pazienza

Henry conte di Read è stanco e scoraggiato. Non è Joe Condor, non vuol diventare il puntaspilli della politica italiana. Ha perso la pazienza e l’aplomb. Ha emesso un comunicato tagliente e irrituale, ma ora con i nuovi mezzi di comunicazione il linguaggio diventa sempre meno formale. Ha dato del pazzo al saprofita e dice che rivolta frittate e dice bugie. Evidentemente non ha voglia di ricucire per qualche mese di sopravvivenza del governo. Ha formulato un’accusa gravissima, se fossimo in un paese anglosassone, la più grave per un politico, quella di non dire la verità. Clinton fu perdonato per le scappatelle con le stagiste ma non l’avrebbe fatta franca se non avesse confessato rapidamente soprattutto alla moglie, la quale infatti garantì per lui. Nei paesi civili un politico non deve rubare ma soprattutto deve dire la verità.

Il gradasso

Il gradasso non si sente. Starà rivedendo la sua strategia di attacco e ormai le chiacchiere stanno a zero: pochi mesi e forse si vota, tocca fare le primarie e scontrarsi con un saprofita che ormai non ha più nulla da perdere e che assesta colpi velenosi, espelle tossine tramite un micelio che si è radicato per ettari nella foresta morente.  Non è più il momento delle battute, delle ricettine svelte, occorre mostrare quale spessore, quale resistenza, quale intelligenza ha in serbo per guidare un esercito disperso in una battaglia impari.

Il gongolante

Grillo gongola, le sue previsioni si stanno avverando, l’obiettivo è quasi raggiunto. La delusione e la rabbia sono diventate disperazione. Tanto peggio tanto meglio. Si fa più coraggioso, osa attaccare l’ultimo bastione che resiste alla tempesta, quel presidente Napolitano che ha peccato di eccesso di senso di responsabilità. Quell’ottuagenario che si spende fino all’ultimo per un popolo che forse non lo merita, un popolo che condanna ormai tutto e tutti ma che vive in simbiosi proprio con quei saprofiti che stanno spolpando il tessuto connettivo del nostro organismo nazionale. Quando anche quella roccia sarà frantumata sarà tutto un magma indistinto in cui tutto sarà possibile. Ma Grillo il gongolante è lieto anche perché sempre più numerosa è la schiera dei voltagabbana, è sempre più evidente che intere testate giornalistiche e televisive stanno tirando la volata.

Giornalista razionale stile anglosassone

Se l’avete persa cercate di rivedere l’intervento dell’Annunziata nel dibattito di ieri sera sulla 7 (28 settembre 2013). Devo dire che a sentirla ho perso le staffe. Alla richiesta di un commento sulla decisione del saprofita di far cadere il governo esordisce che non c’era nulla di nuovo, che tutto era coerente con il politico innovativo che lui era sempre stato. Soggiunge che in effetti Napolitano aveva operato al di là dei suoi poteri seguendo una élite che aveva cercato di bloccare il cambiamento  in atto nella nostra società. Nemmeno Grillo è stato così tagliente con l’opera di Napolitano. Un’altra grillina?

Simbionti e parassiti

In questo articolo sconclusionato mi stavano sfuggendo i simbionti e i parassiti. Ho pensato a loro quando ho cercato di capire come stanno ragionando in questi giorni i deputati che hanno sottoscritto una lettera di dimissioni ciclostilata dal capogruppo. Ho pensato che per certuni è questione di sopravvivenza, di tenore di vita, di pagamento della rata del  mutuo, per altri  è la necessità di restare fedeli a una identità che si è consolidata nel tempo, per tutti è una connessione forte soprattutto con un’unica pianta che, al centro del partito, fa e dispone e che ha deciso e realizzato il miracolo di trasformare  degli anonimi in personaggi potenti che dispongono di auto blu e di   buste paga ragguardevoli. Allora, senza alcun pudore, si ripete mnemonicamente lo slogan del momento.  La dannazione di Berlusconi è di essere circondato alla fine della sua avventura da simbionti e parassiti e spesso da saprofiti. Chi pensava in autonomia è stato allontanato, ora anche gli amici più fidati non si sa bene se stanno realmente difendendo il capo o piuttosto i vantaggi che da quel capo ricchissimo possono trarre.



Categorie:CinqueStelle, Politica

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6 replies

  1. Molto divertente (se non si pensa che è tutto vero). MI è venuto anche in mente che ci sono funghi velenosi conosciuti da tutti (come l’Amanita falloide) ma anche funghi che avvelenano lentamente e questi molte persone non li riconoscono e li continuano a votare. (rg)

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