La situazione disastrosa di Roma è motivo di riflessioni così amare e preoccupate che raccontarle può apparire superfluo: prevale l’impotenza sulla rabbia, la disperazione sulla reazione propositiva.

Eppure, il PD di Zingaretti deve ricominciare da Roma e dal momento in cui è stato abbandonato al suo destino un uomo perbene, onesto e tenace che forse avrebbe potuto rimediare ad un disastro maturato in tempi lunghi. Parlo di Marino. La defenestrazione di Marino è stato l’inizio della fine per il PD, si è toccato con mano quanto il cinismo del potere accentrato su un solo capo avesse snaturato un partito che si chiamava democratico.
Il calcolo cinico di chi ha pensato che i cinque stelle al governo della città di Roma avrebbero mostrato al resto degli italiani quanto valessero poco e che sarebbe stato un buon vaccino contro l’ascesa dei grillini è miseramente fallito anche perché un gruppo sociale disperato e imbonito dai media in mano alla destra berlusconiana non era più in grado di giudicare i fatti in relazione al danno e al vantaggio per se stessi e per gli altri. E’ quello che in numerosi post di qualche anno fa ho identificato come un epidemia di stupidità diffusa che sfociava in una specie di suicidio collettivo.
In questi anni di gestione della Raggi abbiamo toccato con mano quanto l’incompetenza e la presunzione possano essere devastanti e possano aggravare i problemi rendendoli irresolubili. La città è abbandonata a se stessa, le regole non sono rispettate, la prepotenza è all’ordine del giorno, la sporcizia, la cialtroneria imperversano, i dipendenti comunali sono spariti dalle strade, non vedi un vigile, non vedi uno spazzino, quei pochi che si incontrano chiacchierano, si lamentano, a volte peggiorano la situazione posteggiando le loro macchine dove sarebbe vietato e restringendo i varchi per il flusso del traffico. L’elenco sarebbe lunghissimo, chi vive a Roma sa cosa intendo, tranne coloro che continuano a proclamare che poverina la regina Raggi è vittima di una congiura della storia e dei poteri forti e che non è vero che le cose siano peggiori di qualche anno fa.
In questo quadro se il PD vuole redimersi deve entrare in partita, intervenire sui singoli punti della gestione della sindaca dicendo ciò che appoggiano e ciò che disapprovano sul merito delle singole cose. Credo di essere un cittadino curioso e ben informato, ciò che osservo è una assenza assoluta di prese di posizione sulla gestione corrente dell’amministrazione Raggi. Ora il Messaggero ha iniziato una campagna di stampa contro il sindaco, meglio di niente, ma non è questo che mi aspetto da un partito che compete per il prossimo sindaco. Il PD deve far sapere ai cittadini la sua posizione sui singoli fatti e sulle decisioni da prendere. Il PD deve riscoprire i manifesti da affiggere ai muri con testi di quattrocento battute che spieghino le singole cose a chi non passa la giornata incollato a Facebook.
Io voglio sapere perché ieri, prendendo la metro, ho verificato che 12 scale mobili su 30 e il 100% degli ascensori erano fuori uso. Se l’imperizia del sindaco e dei suoi assessori ha annullato contratti di manutenzione delle scale mobili, se si tratta di una macchinazione delle alte burocrazie che non rilasciano i nulla osta e le certificazioni, se è semplicemente sabotaggio da parte degli addetti sul campo, se è il danneggiamento intenzionale degli utenti occorre saperlo e se il sindaco è vittima di poteri forti va appoggiata perché con quei poteri occorrerà misurarsi se in futuro si dovesse vincere. Altrimenti va contrastata con maggiore forza anche scendendo in piazza.
Se il partito si misurasse giorno per giorno con i problemi spiccioli e prendesse posizione pubblica metterebbe a punto una idea, una linea di prospettiva per una città allo sbando.
E se facesse ciò, se costruisse un progetto per la città avrebbe individuato degli uomini che potrebbero incarnarlo tra i quali i cittadini potranno scegliere un candidato sindaco. Virginia Raggi non si dimetterà ora ma occorre comportarsi come se potesse dimettersi nelle prossime settimane, occorre essere pronti con una proposta che la gente già conosce e con uomini e donne che la gente ha cominciato a vedere all’opera. Per essere più esplicito una città grande ed importante come Roma che vale 1/10 del PIL nazionale meriterebbe un governo ombra.
Ma se il PD facesse ciò per Roma avrebbe un metodo di lavoro applicabile all’intero paese. Non ci si deve limitare ai tweeter, alle brevi dichiarazioni per i telegiornali né alle comparsate nelle incessanti discussioni televisive. Occorrono documenti semplici, puntuali, ufficiali, di facili lettura che identificano in modo chiaro la posizione del partito su ogni questione aperta. Ad esempio se domani si andasse alle elezioni cosa direbbe il PD circa i provvedimenti da prendere in autunno sulla finanziaria? Facile dire ora che è un bel problema per il governo giallo verde ma se Di Maio e Salvini mollassero cosa farebbe il PD, non dire cose generiche ma cose concrete e precise.
Paradossalmente la debolezza del governo della città di Roma e del governo della nazione è una tossina anche per il PD che continua ad illudersi di poter godere di una rendita di posizione perché questi sgovernano senza ritegno.
Categorie:CinqueStelle, Politica
mi pare che manchi a questa analisi dolente e precisa nella descrizione dei fatti il punto centrale che spiega tutto: il PD NON INTENDE GOVERNARE, né a livello centrale né, suppongo, a Roma; intende andare alle elezioni al più presto, consegnando il paese alla destra, e contando (malamente) di prendere qualche seggio in più al Parlamento e soprattutto di toglierli agli amici di Renzi.
tu la chiami rendita di posizione; io la chiamo rendita di NON posizione: questo partito non esiste più in quanto tale, è morto, ma non ancora sepolto.
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Mi auguro che non sia come dici tu, certamente chi si è scomodato per partecipare alle recenti primarie desidera che ci sia un partito in grado di elaborare idee, selezionare persone valide, raccogliere risorse per contrastare questa deriva autolesionista che ci sta distruggendo. Visto che mi leggi avrai capito che nel blog cerco di condividere idee positive, quelle buie e disperate le tengo a freno, molti altri ci pensano per me. Ma hai ragione tu, in questo momento nessuno vuol comandare veramente, nel senso che nessuno vuole assumersi la piena responsabilità delle proprie decisioni. Il primo di tutti è proprio Salvini che non incassa un consenso che sembra avere ora perché non avrebbe più la foglia di fico delle timide resistenze dei compari dei 5 stelle. Meglio questo governo sgangherato, la gente è contenta, applaude e inveisce contro i deboli … intanto gli stipendi sono liquidi ogni mese per qualche anno … poi si vedrà.
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se mi leggi ancora saprai che il faro che illumina il mio blog è il gramsciano pessimismo della ragione (non disgiunto dall’ottimismo della volontà).
quindi anche io cerco di dare voce alle esperienze positive concrete con cui vejgo in contatto, e non sono neppure poche, in verità.
ma certo no vengono dal Partito Democratico; mi vergogno oggi delle fiducia che gli ho dato dieci anni fa, quando pure non mancavano, proprio dall’esperienza concreta, le prove di che cos’era in realtà quel partito, aldilà delle sue retoriche; e proprio la vicenda di marino a Roma lo abbia dimostrato.
leggo che oggi anche Sala – personaggio che politicamente aborro – dice che c’è bisogno di una altro partito – ma non per riciclare lo stesso personale politico, dico io.
forse non è tanto di un altro partito che abbiamo bisogno, ma di un modo diverso di concepire la politica e di farla.
ciao, buona continuazione.
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