Io voto Europa (2014)

Si avvicina la data delle elezioni del parlamento europeo e le mie idee sono sempre più confuse. Vi assicuro, sto cercando di ragionare, di documentarmi, di leggere le considerazioni altrui ma l’incertezza aumenta. Cerco di far ordine. Per chi votare?

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Non voterò per Berlusconi e per la destra, non l’ho mai fatto e non ho alcun dubbio, non mi convincono nemmeno gli ex berlusconiani, gli ex alleati perché mi sembrano ancor meno credibili del loro ex patron. La Lega ormai ha gettato la maschera. Il suo vero volto, dopo il fallimento morale dei vecchi fondatori, è quello della seconda generazione rappresentata da Salvini che propone una visione violenta e ultimativa della xenofobia e del tribalismo localista. Fratelli d’Italia cerca di recuperare la purezza dell’orgoglio nazionalista della vecchia destra filofascista ma ci sono troppi ex-ministri dell’ultimo ventennio. Il nuovo centrodestra ha lo stesso difetto, non si è emancipata del fondatore e cerca di recuperare tutto quel ceto politico disperso dopo il declino del capo.

Del centro moderato ho perso i riferimenti, mille sigle, personalismi isolati, sottogoverno di personaggi dalle mille casacche, gruppi che non arriveranno forse al quorum.

Stesso problema per Tsipras, una formazione legata a un unico leader e ancorata ad una realtà emblematica e di forte impatto ma che sembra un ripiego per una sinistra-sinistra ondivaga che non riesce ad esprimere una chiara posizione sulle questioni europee.

Il M5S cavalca il malcontento e la paura senza una coerente visione politica o economica. No all’euro? forse. Più Europa, sì ma diversa. Candidati scelti a caso dalla rete con l’unica qualificazione di non aver avuto storie con la giustizia. Inseguire la pancia del popolo per incassare voti in libertà per dare la spallata in Italia. Per me il movimento è una miscela esplosiva pilotata da forze oscure e incontrollabili che sono un pericolo grave come i movimenti populisti che portarono al disastro della prima metà del novecento. Non posso votarlo.

Mi rimane il partito che ho votato da quando esiste ma che dopo le recenti primarie in cui ha prevalso Renzi come segretario e come nuovo padrone mi ero ripromesso di non votare più. L’esperienza di questi ultimi mesi ha rinforzato questa decisione: il renzismo si sta rivelando una misera cosa molto pericolosa e spregiudicata, la grande fretta e il decisionismo dell’entusiasmo si stanno rivelando inconcludenti e controproducenti, la corte dei fedelissimo del nuovo duce mi sembra solo piacevolmente giovanile.

Non mi rimane che l’astensione.

Ma in questi giorni la questione ucraina, lo sgretolamento della nostra società civile la cui la plastica rappresentazione, la cui metafora piú esplicita è stato lo stadio olimpico controllato dagli ultrà radunati agli ordini di massicci e tatuati guappi, le notizie della feroce recessione economica che desertifica anche le regioni piú ricche e sicure di sé, mi hanno scosso dalle mie riflessione isolazioniste e moraliste.

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Devo trovare un voto per l’Europa, non posso disertare le elezioni che sono l’espressione di una appartenenza che è la sola che ci può salvare dalla barbarie della xenofobia, dal localismo egoistico, dalla regressione del declino civile. Devo trovare una voto per l’Europa visto che la maggior parte dei figli dei miei amici, dei miei colleghi, della mia famiglia sono cittadini europei, ragionano come cittadini del mondo, si muovono e progettano senza pensare ai confini e alle dogane.

Se voto come europeo non posso ragionare come italiano, guardando solo ai fatti di casa nostra, devo pensare al parlamento europeo, a come potrà essere.

C’è una novità fondamentale in queste elezioni di cui si parla poco e che nessuno ci ha spiegato bene. La vera novità di queste elezioni sta nel fatto che la nuova commissione europea, il governo dei tecnici designato direttamente dai governi e che ultimamente è stato presieduto da Barroso, quel governo che viene accusato di essere un potentato burocratico insensibile alle istanze democratiche e popolari, sarà costituito sulla base degli esiti delle elezioni e dovrà essere gradito al nuovo parlamento. Per questo ogni raggruppamento ha individuato un leader che sarà il candidato per la presidenza della commissione la quale diventerà un po’ di più un governo e un po’ di meno una commissione tecnica.

Sia chiaro, anche la commissione Barroso era una commissione con una impronta fortemente politica, era stata costituita dai governi dopo che quasi tutti i governi europei erano passati in mano alle destre, cioè indirettamente la scegliemmo noi quando l’Europa si spostò a destra dietro a Berlusconi, Merkel, Sarkosy …

Ora l’europa dei popoli europei è ancora più lacerata, incerta, sofferente. Il liberismo ha fallito non potendo mantenere la promessa di ricchezza e felicità per tutti ma solo per pochi, le merci asiatiche a poco prezzo che ci hanno semplificato la vita hanno però anche minato i nostri sistemi produttivi e le magnifiche sorti della zona più ricca e più gaudente del mondo incominciano a vacillare. Il disagio reale della recessione, la paura per il futuro, l’indolenza di chi si dovrebbe reinventare hanno germinato una fioritura di movimenti, ideologie, partiti, lobby antieuropee xenofobe e localiste che potrebbe arrivare al 30%. Insomma sta per succedere in Europa quello che è successo da noi in Italia con il M5S. E’ quasi impossibile che una forza da sola possa ottenere la maggioranza e vincere. Se non ho capito male il sistema elettorale è proporzionale con la sola esclusione delle forze che non superano la soglia del 4%.

In sostanza avremo tre raggruppamenti prevalenti, i socialisti, i popolari, gli antieuropei. Esclusi gli antieropei, esclusi i popolari che accolgono nelle proprie file FI e il buon Berlusconi, mi rimangono i socialisti. La cosa non mi dispiace affatto perché per uscire dalla crisi la socialdemocrazie europea è l’unica ricetta ‘conservatrice’ che non vuole cioè la catastrofe per riedificare ma propone di conservare quanto la democrazia in questi anni ha costruito sulle rovine della seconda guerra mondiale, l’unica forza che intende difendere i diritti fondamentali di una cittadinanza ricca di valori civili.

Per quanto so ed ho capito l’unica forza italiana che promette di entrare nel gruppo parlamentare dei socialisti europei è  il PD. Che però avevo deciso di abbandonare ….

La seconda caratteristica di queste elezioni, che sembra sfuggirci e che non viene anch’essa diffusa, è l’esistenza delle preferenze. Per la prima volta si potrà votare con la «tripla preferenza di genere». Sarà possibile, cioè, esprimere fino a tre preferenze che dovranno però riguardare candidati di sesso diverso, pena l’annullamento della terza preferenza.

Insomma tutti noi che detestiamo l’italicum e la privazione della possibilità di scelta dei candidati ora abbiamo una grande occasione: esprimere delle preferenze consapevoli, ben documentate e condivise con coloro che la pensano come noi. Ed io cercherò di dare la mia preferenza ai candidati meno renzisti.

Insomma dopo questi ragionamenti credo di avere le idee più chiare. Sono in attesa di commenti che mi aiutino ad approfondire ulteriormente il problema.



Categorie:Legge elettorale, Politica

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4 replies

  1. io voterò per i Verdi Europei per tutte le ragioni che hai detto così bene.

    e pazienza se in Italia non si avvicineranno nemmeno al quorum…

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    • nelle prossime elezioni europee, se mai ci saranno dovremo chiedere che si possa optare per un collegio unico europeo riservato alla gente come te che ha vissuto e vive direttamente l’Europa o alle migliaia di giovani che non sono più italiani ma cittadini dell’Unione …

      "Mi piace"

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  2. Voto per l’Europa | Raimondo Bolletta

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