Nuova legge elettorale?

Tra le tante balle mediatiche di questi giorni c’è anche l’idea che sia possibile fare un governo provvisorio per partorire velocemente una nuova legge elettorale e riandare alle elezioni.

Pochissimi obiettano che è una pia illusione avere una legge maggioritaria, cioè una legge che garantisca comunque un governo la sera delle elezioni, non è possibile in una società divisa in almeno tre parti che si fanno reciproca concorrenza e che non possono né vogliono collaborare tra loro.

Solo l’ingenuo e ottimistico Renzi poteva immaginare una legge come l’Italicum cioè una legge con ballottaggio che assicurava ad uno solo la vittoria finale anche se avesse ottenuto  un consenso del 25% nella prima tornata. E’ ora evidente che con l’Italicum Di Maio non avrebbe avuto nessuna difficoltà a formare il suo governo e si sarebbe ripetuto ciò che è successo a Roma che cioè un piccolo gruppo settario che aveva il 21% del consenso ottiene il potere assoluto per tutta la consigliatura avendo come argine solo la magistratura e le opposizioni condannate all’insignificanza al silenzio.

Per questo continuo ad essere contento di aver votato NO al referendum costituzionale facilitando l’intervento della Consulta sull’Italicum con non poteva valere anche per il Senato non abolito.

Ma torniamo ai giorni nostri. Salvini e Di Maio che nella passata tornata elettorale hanno assorbito voti in più dalle aree di riferimento, rispettivamente la destra e la sinistra, potrebbero essere tentati di tornare alle urne presto avendo mostrato che i veti incrociati degli altri in particolare del PD impediscono di attuare le loro promesse mirabolanti e confermare i trend che li hanno sin qui premiati.  Ma devono assolutamente assicurarsi che la legge sia maggioritaria. E’ vero, loro i voti li avrebbero per approvare una legge elettorale nuova, in pratica gli stessi voti che hanno permesso loro di prendersi tutto nel parlamento attuale spartendosi la torta, ma …

Il premio di maggioranza sarà di lista o di coalizione? Di Maio lo vorrà ovviamente di lista ma Salvini non è così guascone da competere da solo senza Berlusconi e quindi pretenderà che il premio sia di coalizione, ma in questo caso Di Maio sarebbe sicuramente perdente.

Bene, allora adottiamo il ballottaggio alla francese o ai collegi uninominali alla inglese? Il ballottaggio potrebbe premiare però un terzo incomodo incombente cioè un partito macroniano di centro capitanato ad esempio da Calenda o dallo stesso Renzi uscito al PD.

Insomma, se ci pensassero bene, i due sono in un vicolo cieco … come l’Italia.



Categorie:Elezioni politiche 2018, Legge elettorale, Politica

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5 replies

  1. Il piccolo scrivano romano. Ciao. mc

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