Ci voleva poco per capire

Nell’ottobre scorso avevo dedicato due post di questo blog ad analizzare l’effetto del mancato scorporo sull’assegnazione dei seggi. Così scrivevo.

 

Ho provato a fare qualche calcolo e spero sia sufficientemente chiaro. Per semplicità immaginate che siano da assegnare esattamente 100 seggi. La tabella analizza 5 casi possibili per altrettante forze politiche.

% voti ottenuti seggi uninominale seggi proporzionale totale seggi
36 64 100
10 0 6,4 6,4
20 10 12,8 22,8
30 30 19,2 49,2
35 33 22,4 55,4
40 36 25,6 61,6

La terza riga della tabella riguarda una forza politica che ottiene circa  10% di voti. Nei seggi  uninominali non prenderebbe nulla o quasi nulla mentre nel proporzionale prenderebbe il 10% dei 64 seggi rimanenti quindi conquisterebbe circa 6,4 seggi. Un piccolo partito che vale circa il 10 % sarebbe quindi penalizzato dal rosatellum e quindi un  partito piccolo dovrebbe preferire un proporzionale puro.

Una forza che ottiene il 20% potrebbe sperare di vincere qualche sporadico collegio uninominali, supponiamo circa un terzo del totale se ha una concentrazione di presenze in qualche regione, più il 20% della quota proporzionale per un totale di 22,8 seggi … ad essere molto ottimisti. Diciamo che per questa forza i due sistemi elettorali proporzionale e rosatellum sarebbero equivalenti.

Arriviamo ora a partiti o a coalizioni che hanno il 30%. Secondo i sondaggi l’unico che si trova a questo livello è 5 stelle, tutti gli altri da soli stanno al di sotto. Ebbene, una forza che ha il 30% ben distribuito vince quasi ovunque nell’uninominale, io ho ipotizzato 30 seggi, e prende il 30% del resto e quindi 49,2 seggi.

Se una forza o una coalizione arriva al 35% ottiene circa il 55% dei seggi mentre una forza che avesse il 40% otterrebbe più del 60% dei seggi. (questo è possibile perché non c’è lo scorporo).

Oggi su Repubblica compare un articolo che analizza la situazione e mostra come possa diventare decisivo in numero dei collegi uninominali vinti con il maggioritario. Mostra che la soglia per la vittoria finale non è il 40% dei voti, a cui forse nessuno arriverà, ma già potrebbe essere il 35% se i confronti locali saranno ben gestiti e pianificati.

Sin dall’inizio personalmente avevo pronosticato la vittoria del centrodestra, banalmente per la concentrazione geografica della superiorità di quella alleanza in tutto il nord. Non posso perdonare al renzismo la superficialità con cui ha fatto varare una legge così favorevole a quelli che dovevano essere i suoi avversari. Superficialità e supponenza dei sindaci e degli amministratori locali che ritenevano di poter avere maggioranze certe un po’ ovunque nei collegi uninominali.

Dall’articolo che ho citato e che consiglio di leggere attentamente emerge una strategia di alcuni commentatori e forse dei gestori del sondaggi che suggerisce alla fine di votare 5 stelle nei seggi in cui lo scontro tra centro destra e cinque stelle. In pratica in molti seggi grigi della figura. Che lo suggerisca il fatto quotidiano o Mentana non mi scandalizzerebbe molto che lo faccia intravvedere come possibilità La Repubblica mi preoccupa assai.

 



Categorie:Elezioni politiche 2018, Legge elettorale, Politica, Rosatellum

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