Pronostico 2

Riporto qui in evidenza due commenti di questi giorni al precedente post di due settimane fa  in cui formulavo un pronostico circa gli esiti delle prossime elezioni di domenica prossima. A chi è interessato consiglio di leggere anche gli altri commenti al post che ho citato.

Claudio Salone mi scrive

Caro Raimondo,
ho letto in ritardo il tuo contributo sugli esiti possibili delle elezioni (come si fa a ripristinare il segnale che mi avvertiva che tu hai pubblicato qualcosa di nuovo?).
Penso che la fonte da cui attingere i dati e quindi il materiale utile alle previsioni vada presa con le molle, soprattutto se si tratta della TV e dei grandi giornaloni (si fa per dire).
Ho come la sensazione che, fatalmente, una realtà così liquida come la nostra sia destinata a sfuggirci. Sei sicuro, ad esempio, che i precari stabilizzati con la Buona Scuola siano tutti contenti e che voteranno PD? (2 +2 fa davvero 4, oggi?). Conosciamo davvero il ventre delle nostre città e la testa dei Millennials?
Forse i sondaggi fatti da professionisti seri sono l’unico, pallido mezzo per avvicinarsi alla situazione reale; il guaio è che hanno a che fare con dati molto instabili e mutevoli nel tempo, fino all’ultimo giorno prima del voto.
Ad ogni modo, voglio partecipare anch’io al gioco della Pizia:
Il PD recupererà nell’ultima fase della campagna e raggiungerà un 22/23%, raccattando i voti altrui.
La Bonino supererà il 3%; non così gli altri cespugli della coalizione
Nel centro-destra prevarrà di poco Salvini (16/17%) su FI, che si fermerà al 15%, con FdI al 4,5%
A sinistra LeU supererà il 5% e, forse, Potere al Popolo arriverà a un buon risultato (sotto il 3%, comunque)
Al punto opposto, Casa Pound farà anch’essa un buon risultato, ma sempre sotto il 3%.
M5S: forse l’atteggiamento marcatamente istituzionale di Di Maio nuocerà loro, ma nel sud faranno man bassa: 27/28%
Il governo: considerando che sarà il governo di una provincia dell’impero, non ci saranno sorprese. E’ già nato il Partito dell’Europa che, con la benedizione di Mattarella, attuerà l’unico, vero programma elettorale in campo, quello che ci viene dettato da Bruxelles.

Io rispondo

Grazie per questo commento.

Mi pare che sostanzialmente siamo d’accordo. E’ difficile fare una previsione attendibile ma il mio pronostico si basa soprattutto su una ipotesi molto semplice: la gente non cambia rapidamente idea, ha delle posizioni stabilizzate nel tempo, nei decenni e nei ventenni. Ciò che cambia sono le generazioni e l’offerta politica che intercetta questo o quel gruppo sociale con proposte diverse.

Non ho ragionato sui sondaggi ma sui dati delle precedenti elezioni politiche assumendo appunto una sostanziale stabilità. Se dovessi oggi aggiornare il mio pronostico darei al 20% e non al 30% la probabilità della soluzione 1 (maggioranza assoluta al centro destra) aumenterei la probabilità che il centro sinistra (PD +Europa, insieme, civica popolare) sia al secondo posto e che il PD formi il gruppo parlamentare più numeroso. Se i tre cespugli superassero tutte e tre le soglie significa che al 23% del PD si sommerebbe un 9% cioè la lista supererebbe largamente il 30%, se come dici tu solo +Europa supera lo sbarramento il gruppo parlamentare PD lucrerebbe i voti degli altri due cespugli sommando un 3% acquisendo un gruppo parlamentare pari al 26% effettivo.

Limerei ulteriormente la previsione sui 5 stelle sia per la debolezza della figura di Di Maio sia per l’estremizzazione della situazione che riporta i voti degli insoddisfatti verso le ali estreme di destra e di sinistra.

LeU ha pochissime chance essendo eroso da Potere al popolo e dalla grigia figura del suo capo e sarà penalizzato dall’astensionismo che rimarrà stabile. Leu e Potere al popolo si spartiscono un 8% nella migliore delle ipotesi 4+4 che equivale in termini di seggi al 5% dei seggi o molto meno se PaP non superasse la soglia. Ricordo che le forze troppo piccole che si presentano da sole competono solo per il proporzionale cioè per il 70% dei seggi disponibili.

Quindi con probabilità 80% nessuna coalizione vincerà raggiungendo la maggioranza dei seggi, Di Maio alzerà la voce e griderà al broglio così come la destra, Renzi potrà dire di non aver perso, che tutto dipende dalla legge elettorale che non consente di conoscere il vincitore il giorno dopo. Egli sarà un pugile suonato come Bersani 5 anni fa.

Tutti se la prenderanno con la legge elettorale senza rendersi conto che il risultato fotograferà un società sgretolata e divisa piena di rancori, invidie e paure. Il tempo di questa campagna elettorale è stato sprecato, non è servito a capire, non è servito a capirsi, non è servito ad allacciare rapporti tra competitori che dovranno necessariamente collaborare.

Come si fa con i cavalli bizzosi verrà tirata la briglia e stretto il morso, i mercati si rifaranno sentire, il Presidente sarà severo e imporrà tempi stretti facendo intravvedere nuove elezioni. Renzi non sarà all’altezza del compito ma capirà che deve mordere il freno e lascerà il campo libero ad un nuovo commissario tecnico che ha una visione e molta credibilità mediatica Calenda, Gentiloni farà il ministro degli esteri. E tutti vissero felici e contenti.



Categorie:Elezioni politiche 2018, Legge elettorale, Politica

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3 replies

  1. Mi pare che l’analisi pecchi alla base quando si fonda sull’immobilità sostanziale dell’elettorato…
    Il solo l’elenco dei partecipanti alle elezioni la smentisce;
    come non vedere che dalla sera alla mattina nascono i 5 stelle e diventano da subito il primo partito italiano e tale rimangono.
    Fenomeno invisibile o volutamente cancellato ?
    Questa incapacità credo sia la causa di fondo del declino PD e di suoi cespugli.
    Capire il fenomeno e le sue cause no ?
    Allearsi e sostenerlo per un cambiamento invece che demonizzarlo è di una cecità politica abissale per gente che una volta si diceva, udite udite, comunista.
    Forse ora costoro sono solo la nuova leva liberista e quindi sono coerentemente contro, non pensa?

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  2. Intanto grazie di questo commento. Spero che abbia letto anche gli altri post connessi con questo e si sia fatto un’idea della mia posizione non limitata a questo singolo post. Intanto l’inerzia dell’elettorato che cambia lentamente sui tempi lunghi è una ipotesi di lavoro, sarà più verosimile se le mie previsioni attuali si dovessero avverare. Io ho sostenuto nel post, però, che cambiamenti ci sono comunque per effetto dell’avvicendamento generazionale (2.500.000 nuovi e un po’ più di morti in ogni nuova legislatura) e per effetto del cambiamento delle proposte politiche. I grillini c’erano prima di Grillo, è Grillo che li ha intercettati e ha dato loro una possibilità di espressione nel movimento. Resteranno tali anche dopo Di Maio che considero una meteora. Se avesse tempo di leggere altri post che ho scritto in questi anni troverebbe che da parte mia c’è stato sempre il tentativo di capire ed interpretare il fenomeno ma io non sono nessuno. Il mio ragionamento per predire che M5S resterà inchiodato alle percentuali di cinque anni fa è semplice. Perché chi non lo votò allora dovrebbe votarlo allora? Le cose non sono peggiorate, la rabbia e la delusione sono stabili e quelli che sono più arrabbiati di allora tendono a ritornare da dove provenivano cioè all’estrema destra e all’estrema sinistra oppure non votano. Essere il primo partito non significa avere la maggioranza se le forze in campo sono tre più tanti cespugli. Il 25 % non è sufficiente per andare a palazzo Chigi se non si contrattano delle alleanze … contrattano … si fanno inciuci e i duri e puri non vogliono trattare perché sono i detentori della verità. Ma con il passare delle ore penso che, complice anche la sovraesposizione mediatica di Di Maio, M5S perderà anche il primato della lista più votata, certamente non sarà il gruppo parlamentare più numeroso e, sia chiaro, il Presidente conta i parlamentari non i voti nelle urne.

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  1. Un pronostico | Raimondo Bolletta

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