Voto per l’Europa

Qualche giorno fa avevo fatto la mia dichiarazione di voto pubblica.

mappa-europa

In questi ultimi giorni le retate a Milano, gli sbandamenti dell’economia, l’inadeguatezza della fretta inconcludente di Renzi, l’ostinazione dei fedeli di Berlusconi, le varie sentenze definitive, i venti di guerra che spirano al confine orientale, i giornalisti criptofilogrillini che fanno coming out politico, il dilagare in tutte le salse di posizione antieuropee  mi fanno temere il peggio, si potrebbe arrivare ad un punto di non ritorno oltre il quale c’è il disastro.

Ripropongo le ragioni della mia scelta

Devo votare per l’Europa, non posso disertare le elezioni che sono l’espressione di una appartenenza che è la sola che ci può salvare dalla barbarie della xenofobia, dal localismo egoistico, dalla regressione del declino civile. Devo votare per l’Europa per la nazione della  maggior parte dei figli dei miei amici, dei miei colleghi, della mia famiglia, giovani che  ragionano come cittadini del mondo, si muovono e progettano senza pensare ai confini e alle dogane.

Se voto come europeo non posso ragionare solo come italiano, guardando soltanto ai fatti di casa mia, devo pensare al parlamento europeo, a come potrà essere.

C’è una novità fondamentale in queste elezioni. La nuova commissione europea, il governo di tecnici designato direttamente dai governi e che ultimamente è stato presieduto da Barroso, quel governo che viene accusato di essere un potentato burocratico insensibile alle istanze democratiche e popolari, sarà costituito sulla base degli esiti delle elezioni e dovrà essere gradito al nuovo parlamento. Per questo ogni raggruppamento ha individuato un leader che sarà il candidato per la presidenza della commissione la quale diventerà un po’ di più un governo e un po’ di meno una commissione tecnica.

Dopo la svolta a destra che portò Barroso a presiedere la commissione europea succedendo a Prodi,  l’Europa attuale è ancora più lacerata, incerta, sofferente.

Il liberismo ha fallito non ha potuto mantenere la promessa di ricchezza e felicità per tutti ma l’ha realizzata solo per pochi, le merci asiatiche a poco prezzo ci hanno semplificato la vita ma hanno anche minato i nostri sistemi produttivi e le magnifiche sorti della zona più ricca e più gaudente del mondo incominciano a vacillare.

Il disagio reale della recessione, la paura per il futuro, l’indolenza di chi dovrebbe intraprendere hanno prodotto una fioritura di movimenti, ideologie, partiti, lobby antieuropee xenofobe e localiste che potrebbe arrivare al 30%. Insomma sta per succedere in Europa quello che è successo da noi in Italia con il M5S. E’ quasi impossibile che una forza da sola possa ottenere la maggioranza e vincere. Il sistema elettorale è proporzionale con la sola esclusione delle forze che non superano la soglia del 4%.

Quindi avremo alla fine tre raggruppamenti prevalenti, i socialisti, i popolari, gli antieuropei. Escludo di votare  gli antieropei, escludo i popolari che accolgono nelle proprie file FI e il buon Berlusconi, mi rimangono i socialisti europei. La cosa non mi dispiace affatto perché per uscire dalla crisi la socialdemocrazia europea è l’unica ricetta ‘conservatrice‘ che non vuole cioè la catastrofe per riedificare ma propone di conservare quanto la democrazia in questi anni ha costruito sulle rovine della seconda guerra mondiale, l’unica forza che intende difendere i diritti fondamentali di una cittadinanza ricca di valori civili.

L’unica forza italiana che promette esplicitamente di entrare nel gruppo parlamentare dei socialisti europei è  il PD.

La seconda caratteristica di queste elezioni è l’esistenza delle preferenze. Per la prima volta si potrà votare con la «tripla preferenza di genere». Sarà possibile, cioè, esprimere fino a tre preferenze che dovranno però riguardare candidati di sesso diverso.

Insomma tutti noi che detestiamo l’italicum e la privazione della possibilità di scelta dei candidati ora abbiamo una grande occasione: esprimere delle preferenze consapevoli, ben documentate e condivise con coloro che la pensano come noi. Ed io cercherò di dare la mia preferenza ai candidati PD meno renzisti.

PS domenica 18 maggio 2014. Sono felice di constatare che la penso come l’amato Eugenio Scalfari.



Categorie:Legge elettorale, Politica

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3 replies

    • Grazie della segnalazione. L’articolo è molto bello ma rimango della mia idea. Cosa avresti scritto se i nostri governanti non avessero confessato che sono preoccupati ed impauriti? Che sono degli incoscienti che non vedono la realtà dei problemi. Una delle riflessioni che facevo in questi giorni ma che non ho scritto sul blog è che queste difficoltà oggettive che provengono dalla storia, dall’ambiente dai limiti dello sviluppo potrebbero rinverdire uno spirito di coesione nuovo purché ci si scrolli di dosso la tentazione delle scorciatoie disperate di chi sega il ramo su cui è seduto. Ma io sono un inguaribile ottimista.

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