Il coraggio di Calenda

Il successo numerico dell’affluenza nelle primarie del PD rende più difficoltosa la realizzazione del progetto di Calenda di formare una lista europeista unitaria che rappresenti l’area di centro sinistra liberal democratica.

Ovviamente se qualche settimana fa si profilava la possibilità che il PD accettasse di militare sotto un unico vissillo senza le sue insegne in evidenza, ora il nuovo segretario, forte di una chiara  e larga investitura, vorrà essere il centro propulsore di un allargamento in tutte le direzioni che abbia nel PD il pilastro fondamentale.

Calenda deve aver annusato questo cambiamento di clima e interrompe il suo attivismo sul territorio in attesa di un chiarimento con il suo nuovo segretario di partito.

In effetti Calenda non aveva ben considerato gli effetti della legge elettorale proporzionale con preferenze e sbarramento al 4%. 

Quale forza politica con un minimo di radicamento che si attesti sul 5% dovrebbe fidarsi e confluire in una lista in cui non si può controllare il gioco delle preferenze sui singoli nomi se non attraverso costose e capillari campagne personali sul territorio? Quindi tutti i potenziali invitati a nozze hanno dato una pacca sulle spalle a Calenda dicendo che il suo manifesto era ottimo ma poi si sono affrettati a confermare che si presenteranno da soli alle elezioni come ha già detto da tempo la Bonino che poteva essere con il suo movimento l’emblema della riscossa filo-europea.

Ora Calenda si trova in un cul de sac, se rimane fedele al suo partito e cerca di essere leale deve rinunciare alla realizzazione del suo progetto in caso contrario deve rompere con Zingaretti lanciando una nuova formazione a destra del PD ritrovandosi così a lavorare con Renzi che come una gatto mammone è lì che sgranocchia pop corn per dare la zampata finale.

Insomma si intravvede una nuova rissa a sinistra che non farà che ripotenziare i grillini di provata fede. 

Ma forse sono troppo pessimista.

Ad essere ottimisti: Zingaretti potrebbe chiedere a Calenda di essere capolista della lista PD, potrebbe offrire candidature di forte impatto alla sua sinistra, e tra i fuori usciti di persone valenti ce ne sono alcune. Insomma potrebbe costruire una lista di gran qualità, lasciando ovviamente stare gente di spettacolo, giornalisti televisivi, persone come la Cucchi che ha il pregio di avere occupato la cronaca in battaglie personali onorevoli ma che nulla ha a che vedere con le questioni da dibattere a Strasburgo.

E se Calenda dovesse fare il grande passo uscendo dal PD dovrebbe essere provvisto non solo di un buon manifesto ma soprattutto di una schiera di donne e uomini candidabili per il loro valore, per la loro competenze e per le loro idee che possano smuovere l’interesse di coloro che non credono più alla politica.



Categorie:Elezioni europee 2019, Politica

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4 replies

  1. caro R, questa volta su alcune tue affermazioni sono parzialmente non allineato. innanzitutto sulla valutazione positiva del ruolo politico di Calenda quale traspare dalle tue riflessioni. personalmente non ho condiviso il suo modus operandi rispetto ad un partito al quale si è appena iscritto. Credo che avrebbe dovuto assumersi, come tutti gli iscritti, la responsabilità di scelta per le primarie invece di porsi, fintamente, superpartes su un problema, l’elezioni europee, che deve essere partecipato e ponderato almeno dal suo partito. Come minimo ha peccato di presunzione non comprendendo la posta in gioco con le primarie: la legittimazione di una nuova segreteria. la sua azione andava in senso contrario. Ilaria Cucchi. La ritengo perfettamente candidabile quale esempio di resistenza ( e non solo ) civile di fronte ad un obnubilamento della coscienza democratica dello Stato. capisco il bisogno di competenze che i 5stelle hanno reso drammatico ma la politica ha bisogno anche di simboli e la Cucchi lo è, e se l’è guadagnato giorno per giorno sul campo. ciao ed un caro saluto

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    • Caro Marcello, intanto grazie del commento che in gran parte condivido. Le mie riflessioni non sono delle analisi ponderate e documentate ma spesso dei piccoli esperimenti mentali che scrivo per verificarli con il senno di poi o con il dibattito con chi mi legge. Sì come ho già scritto in precedenti post stimo Calenda e se fossi Zingaretti farei di tutto per averlo nel partito. È un primo della classe con qualche ingenuità ma evitiamo di bruciare anche lui. Sulla candidatura di Ilaria Cucchi non cambio idea, un seggio in parlamento non è un premio né una medaglia. Quando ci rivediamo? Questa volta tocca a me cucinare.

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  2. mettiamola così con Calenda: è meglio come ministro che come politico. sulla Cucchi non è possibile la mediazione. quando ci vediamo? per ora sono in attesa della seconda nipotina. ti farò sapere dopo. comunque preferiamo ricevere approfittando della vicinanza della spiaggia dove possiamo fare una bellissima passeggiata prima di metterci a tavola. e poi adesso c’è il sole. e quando non siete in servizio di nonni ci vuole una domenica di sole..

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  1. Il coraggio di non farsi bruciare | Raimondo Bolletta

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