Non vendete

Ho riascoltato con attenzione il discorso integrale di Draghi al meeting di CL trovandoci molte indicazioni politiche sul prossimo futuro. Leggendo successivamente l’allarme diffuso da un giornale inglese sulle speculazioni contro il debito italiano ho capito il senso di alcune sottolineature di Draghi pronunciate proprio per tacitare in anticipo l’allarmismo che sarebbe esploso il giorno seguente. Qualsiasi sia il risultato delle elezioni, qualsiasi sia il governo futuro, l’Italia ce la farà, ce la faremo. 

Non so dove e come gli speculatori attaccheranno, in genere si comincia con campagne di stampa per screditare il debitore sostenendo che non potrà pagare le cedole (la campagna è già iniziata) poi si vende allo scoperto (senza possederli) i titoli di debito pubblico dello Stato sotto attacco per ridurne il valore di mercato rendendo più fragili economicamente quelle banche e quelle istituzioni finanziarie  che hanno i titoli in garanzia di altrettanti prestiti e mutui e si innesca una catena di svendite che portano le istituzioni più deboli a fallire e il gioco è fatto: i titoli si possono acquistare a prezzi di realizzo e siccome gli Stati hanno i mezzi per salvarsi i valori dei titoli torneranno presto a quotazioni fisiologiche in attesa che vengano restituiti al valore nominale di emissione  alla scadenza naturale.

Il bue disse cornuto all’asino, gli inglesi, come anche gli americani, hanno serissimi problemi finanziari ed economici: inflazione a due cifre e tessuto sociale in forte crisi con massicci scioperi che bloccano addirittura le importazioni di generi alimentari, ciò accade in GB mentre in USA le incrinature del sistema economico sono sempre più pericolose per la tenuta dello stesso sistema democratico. Mal comune mezzo gaudio? Tutt’altro. Stiamo andando verso turbolenze pericolose e dovremo avere nervi saldi. Chi per impedire un termovalorizzatore a Roma ha fatto saltare il governo Draghi porterà il peso della sue scelte irresponsabili.

Ma torno al titolo di questo post dedicato a coloro tra i miei lettori che detengono dei titoli di debito italiani. 

Da quando è partita l’inflazione per tenerla a freno è stato aumentato il tasso di sconto per cui i titoli già emessi in momenti in cui i rendimenti erano molto bassi hanno perso di valore. Questi sono i titoli che io ho in portafoglio e che ho acquistato alla pari cioè a 100 in momenti in cui la scelta mi sembrò conveniente. Ora vedo le perdite e la cosa mi preoccupa.

TitoloUltimo Prezzo
BTP NOV 28 FUT CUM85,72
BTP APR 37 FUT CUM72,53
BTP NOV 33 FUT CUM77,00
BTPì 280630 1.6% CUM99,99
valori al 26 agosto 2022

Ma non avendo bisogno di denaro liquido non ho motivi di realizzare una perdita netta vendendo a questi prezzi. Se avessi nuova liquidità potrei trovare conveniente acquistare a questi prezzi ottenendo tra interessi e liquidazione alla pari un rendimento effettivo pari a quello riconosciuto da tutti i titoli di nuova emissione. Se però tutti vendessimo, presi dalla paura del peggio, alimentata in queste ore da politici, organi di informazione ed esperti, si realizzerebbe in poche ore quanto gli speculatori cercano di ottenere: di acquistare a poco prezzo dei titoli che in ogni caso alla scadenza saranno liquidati al valore nominale. Come dice Draghi, persona di cui mi fido, l’economia italiana, lo Stato e il sistema finanziario europeo sono in grado di resistere agli attacchi, è solo questione di tempo se noi risparmiatori conserviamo la calma e abbiamo i nervi saldi.

Spero solo che nessuno voglia cavalcare queste paure per fare campagna elettorale, certo che politici che promettono riduzione delle imposte senza calcolarne gli effetti sul bilancio e sul deficit sono più pericolosi degli speculatori della piazza di Londra.

segue



Categorie:2022 Elezioni politiche, Economia e finanza, Politica

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