Ricordo di Rosanna Ghiaroni

La mia vecchia amica e collega Rosanna Ghiaroni, che cito in numerosi post di questo blog, ci ha lasciato per sempre. In realtà ci aveva lasciato almeno da quattro anni, colpita da una forma severa di demenza senile in cui le parole, i ricordi della vita, i volti di amici e parenti si cancellarono gradualmente dalla sua mente.

Conobbi Rosanna durante il mio primo anno di insegnamento all’Istituto Tecnico Arangio Ruiz, nonostante fosse reduce da una grave operazione chirurgica per l’asportazione di un tumore, si inserì nel gruppo dei docenti della sezione sperimentale con una grande capacità di lavoro e di proposta. In quell’ambito conobbe Aldo Visalberghi e Corda Costa con i quali collaborò per anni in molti contesti soprattutto nella redazione di Scuola e Città. Il periodo del Ruiz fu centrale nella nostra comune formazione professionale. Ricordo solo due episodi apparentemente secondari: la messa a punto di un audiovisivo per celebrare il 25 aprile, lei raccolse l’apparato iconografico e musicale ed io mi arrabattati con un proiettore di diapositive sincronizzato con un registratorino portatile su cui avevamo riversato alcuni canti della Resistenza. Ora sarebbe tecnicamente una stupidaggine da fare in poco tempo allora furono ore di tentativi e di messe a punto nei pomeriggi e nei fine settimana liberi ma allora fu anche una scelta di politica culturale importante in un quartiere con una forte presenza di nostalgici del fascismo. Il secondo episodio riguarda le visite di studio, le cosiddette gite scolastiche. L’anima di queste iniziative era anche Ovidio, docente di scienze, lui per gli aspetti geografici, lei per quelli storico culturali ed io per la statistica e la documentazione fotografica realizzammo esperienze che per molte classi rimasero tappe importanti della loro crescita. Tecnologia multimediale da un lato e scuola aperta al mondo dall’altro un mix metodologico fortemente ispirato dalla pedagogia Visalberghiana.

Rosanna mima con una rosa rossa regalata dagli allievi la pulizia del pavimento, mentre gli studenti stanno montando un palco per il gruppo teatrale. Una scuola di altri tempi.

Dopo la sperimentazione del Ruiz io fui nominato all’ITIS Fermi e successivamente feci il concorso per il CEDE mentre Rosanna vinse il concorso a Preside. Alcuni anni di presidenza a Roma e poi decise di tornare al Nord vicina alle cugine, forse delusa dal riflusso romano dopo il periodo pieno di speranze degli anni sessanta e settanta. Manteneva però il suo impegno nel mondo della ricerca e nelle commissioni ministeriali che lavoravano alla messa a punto di nuove sperimentazioni e riforme e quindi spesso veniva a Roma per seminari e incontri. Le sue competenze e la sua cultura furono decisive per essere comandata presso l’ufficio studi del Ministero. Spostò di nuovo la sua residenza a Roma. Alla battuta di noi amici romani circa il ritorno a Roma rispondeva che non sopportava più i leghisti del varesotto e che come Preside trovava scomodo dover sempre prendere il treno per comprare la biancheria per evitare che si spettegolasse sulla sua vita privata. Anche questo era un tratto della sua personalità: un fondo di timidezza e di riservatezza che a volte poteva essere equivocato come cattivo carattere emergente in battute taglienti e imprevedibili. Concluse la sua carriera come preside del Carlo Levi a Roma in cui riversò il vasto bagaglio di esperienze e di studio unito alla passione per la scuola e per gli studenti che sempre l’avevano motivata.

Al Ministero aveva coordinato molti progetti ma due vanno citati in particolare: la messa a punto di un video sulla cultura ebraica diffuso dalla RAI e inviato in cassetta ad ogni istituto scolastico e un volumetto sull’importanza della lettura che il MPI diffuse in occasione della fiera del libro. Furono due progetti che seguì con grande dedizione e trasporto personale perché fu un modo per far confluire su quelle tematiche la predilezione che aveva per la letteratura degli autori ebraici, israeliani e americani e per la produzione cinematografica.

Almeno due furono le occasioni in cui ebbe un influsso diretto sulle mie scelte. Nel ’77 allorché Visalberghi mi propose di scrivere un libro di testo di matematica per la scuola media ed io ero orientato a rifiutare perché mi sentivo inadeguato, lei mi suggerì di condividere l’impresa con Ovidio Pasquali che aveva insegnato matematica e osservazioni scientifiche nelle scuola media. Seguimmo con successo il suo consiglio. Molti anni più tardi nel 2004 fu lei a convincermi a partecipare al concorso per la dirigenza scolastica per il quale non mi sentivo all’altezza. Mi tese un tranello, una sera a cena a casa mia disse davanti ai miei figli: allora hai visto è uscito il concorso a preside, fallo così la smetterai di lamentarti che guadagni poco. Forse usò una frase più elegante e garbata ma il succo era questo. I miei figli rimasero in silenzio ma l’espressione del loro volto mostrava che non erano affatto indifferenti alla cosa.

Il suo impegno fu rivolto anche alla formazione dei docenti che intendevano concorrere al ruolo dirigenziale nell’ambito dei corsi di formazione dell’ANP confermando la sua attitudine all’insegnamento attivo anche dopo che per anni aveva svolto lavori di coordinamento e direzione di scuole o di progetti.

Era una donna di sinistra, socialista, militante nel partito da quando l’ho conosciuta, vicina a Visalberghi, Corda Costa e Codignola, ostile a Craxi e successivamente al berlusconismo. Andata in pensione si impegnò più intensamente nella sezione PD di via dei Giubbonari e poi seguì Bersani nella scissione da Renzi.

Pochi giorni prima dello scoppio del Covid l’accompagnai alla sezione del PD di Testaccio ove si teneva il comizio di Gualtieri per l’elezione suppletiva in Parlamento. Nel breve tratto a piedi tra il parcheggio e il comizio ebbe una specie di spaesamento non riconoscendo il luogo e non ricordando la motivazione di quella uscita. Fu la conferma dei sospetti che avevamo in molti sul fatto che qualcosa non andasse nella sua mente, poi fummo tutti relegati in casa dal lockdown, lei da sola nella sua casa, e questo fece precipitare la sua situazione. Quattro anni di buio in cui nella sua mente si cancellavano i ricordi di una vita piena di incontri, letture, insegnamenti.

Così scrive di Rosanna sul sito della FNSM Elisabetta Bolondi che la ebbe come Preside al Carlo Levi di Roma.

In ricordo di Rosanna Ghiaroni
dirigente scolastica, socia storica della Fnism
con la quale abbiamo condiviso amicizia, lavoro, militanza, cultura.


Quando giunse Rosanna Ghiaroni, la nuova preside degli istituti Carlo Levi ed Enrico De Nicola è come se fosse arrivata una grande ventata di rinnovamento, di nuove idee, proposte originali, sfide pedagogiche inedite, progetti che tendevano a coinvolgere anche i più pigri, i meno innovatori degli insegnanti, accomodati in una comoda routine abitudinaria.
La Ghiaroni, con il suo accento milanese, le sue accertate competenze, le sue precedenti esperienze in tanti campi pedagogici, spaventò qualcuno, ammaliò altri. Fu ripulito il cortile interno, ridotto ad una discarica, che divenne un luogo di socialità per i ragazzi. Furono incoraggiate le iniziative prese dai docenti, lettura, sport, informatica, scienze, lingue straniere, che ebbero forte impulso, assecondando i talenti dei docenti, che, opportunamente valorizzati dalla preside, si spesero nel rinnovamento della vita d’istituto. Furono accolte nei locali della scuola le due professoresse distaccate alla Fnism, Luisa La Malfa e Gigliola Corduas, e l’associazione trovò nei colleghi dell’istituto una preziosa collaborazione. Tutti quelli che hanno lavorato con Rosanna Ghiaroni crebbero professionalmente, trovando nella Preside ascolto e comprensione. Ricordo una mia alunna di allora, una ragazza semplice, che impiegata nel corso di “meeting e convegni” da lei voluto, mi disse in perfetto romanesco di periferia, «a’ pressore’, co sta preside amo svoltato, no?» . Chi miglior giudice degli alunni per definire una personalità d’eccezione, che ricordo personalmente con gratitudine, affetto, nostalgia per un tempo di scuola d’eccellenza.

Elisabetta Bolondi

28 marzo 2024

ritrovarsi tra suoi amici



Categorie:Onore a, Riflessioni personali

7 replies

  1. Una rosa a Rosanna Chiaroni 🌹

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  2. R.I.P. Prof.! la ricordo con affetto e tenerezza, a partire dalla indimenticabile gita scolastica alle Isole Eolie, per finire all’aiuto e contributo che diede a mia figlia Alessandra nel sostenere l’esame di maturità. Per la cronaca il “ragazzo” sullo sfondo della foto con il martello in mano ero io. Fai buon viaggio cara Prof

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  3. grazie Raimondo, anche io ho molti racconti sui suoi anni al Carlo Levi che ho scritto per il sito della Fnism. Siamo state in quegli anni molto vicine, direi intime. Le devo moltissimo, e lei mi stimava, incoraggiava e motivava a fare cose di cui non mi sentivo capace. Una vera talent scout, oltre a tutto il resto delle sue iniziative innovative. L’ho pensata in questi anni, dopo averla inutilmente cercata. Grazie, Rosy, un abbraccio affettuoso , Elisabetta

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  4. su FB così scrive una sua ex allieva

    Marina Perini

    Tristissima notizia. L’ho sempre considerata una professoressa geniale che ha segnato fortemente la mia curiosità intellettuale e culturale. Un grande persona che poteva risultare un po’ antipatica perché schietta. Non nascondeva mai il suo disappunto verso l’ignoranza e la stupidità. Ci ha insegnato a ragionare con lucidità, mettere in dubbio quello che conosciamo e che ci propongono anche se condiviso dalla maggioranza, non fermarsi al primo strato dell’informazione e tenere sempre attiva la curiositá. Grazie per questo bell’omaggio

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  5. Una bella testimonianza di Silvia Cola raccolta da Elisabetta Bolondi su FB.

    Cara Elisabetta credimi per me è un grandissimo dispiacere perché la stimavo dal profondo del cuore per la sua grande professionalità , intelligenza, ma anche per la sua umanità e ricchezza di animo.Le sono grata perché mi ha insegnato molto.Ci sono persone che incontri, fanno con te una parte del viaggio della vita ma non ti lasciano segno. Lei devo dire in me ha lasciato un grande segno. Ho provato molto a chiamarla negli ultimi due anni senza riuscire a mettermi in contatto e speravo che fosse impegnata data la sua indiscutibile energia e professionalità. Ed allora questa notizia mi lascia l’amarezza di non averla più sentita. Dalle sue parole c’era sempre qualcosa da apprendere a tanti livelli. Per me in questo momento di silenzi di persone a me care lei è un’altra mancanza che non avrei voluto sentire.

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  6. Così commenta Giovanna Barzanò su FB:

    Raimondo grazie di questo bel racconto che coglie con profondità e delicatezza lo spirito di Rosanna. Nella semplicità vivace dei piccoli e grandi eventi condivisi permette a noi che l’abbiamo conosciuta bene di rivivere le sue audacie e le sue bellezze.

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  7. Il 15 maggio presso la sede dell’ANP Associazione Nazionale Presidi Viale del Policlinico 129/a alle ore 16.00 alcuni amici di Rosanna si troveranno.

    Per poter predisporre eventuali collegamento online chi è interessato dovrebbe compilare   un modulo di iscrizione al seguente link 

    https://forms.gle/hMFQ1ctA73MgAH4x9

    Gli interventi saranno liberi e spontanei alla ricerca del significato che per ciascuno di noi ha avuto l’incontro con Rosanna, tenendo conto che il contesto sarà quello della scuola e dell’educazione.

    Buon 25 aprile e 1 Maggio

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