L’inganno
Ci sono i margini per delle soluzioni di governo ragionevoli e Grillo, dopo aver mietuto ciò che può ottenere subito, concederà un governo di salute pubblica senza Berlusconi e Bersani per tutto il tempo in cui gli converrà elettoralmente. Tirare troppo la corda adesso significa perdere in elezioni anticipate il suo vantaggio attuale, dovrebbe aver capito che i due blocchi avversari hanno consolidato il loro zoccolo duro di resistenza e che in una prossima tornata, in condizioni di emergenza, non potranno che guadagnare a scapito del suo attuale 25%.
Gli italiani che lo hanno votato sono caduti in un terribile inganno: credere che riducendo gli stipendi dei politici sia possibile far ripartire l’economia, credere che potando i servizi pubblici, gli apparati amministrativi e riducendo le pensioni sia possibile finanziare il reddito di cittadinanza, credere che ci siano ricette economiche miracolose (stampare moneta e pilotare una svalutazione) che evitino a un indebitato di restituire il suo debito. Pensare che uno che non onora i suoi debiti possa ottenere ancora credito. Il vaffa non è sufficiente per governare una società complessa e ricca invasa dal cancro del malaffare come quella italiana, nemmeno gestire la decrescita in modo ordinato. Credo che in questi giorni Grillo, che ora è terribilmente solo, arroccato nella sua villa isolata e difesa da alte mura, peggio di quelle di Arcore, debba riflettere seriamente al casino in cui ci troviamo e che il suo successo imprevisto ha reso più grave.
Brano tratto da Chiacchiere e parole.
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