Oggi Renzi è a Berlino. Sembra che la delegazione sia ben nutrita e sia di alto livello. Speriamo che la Cancelliera abbia il tempo e la necessaria attenzione per occuparsi dell’Italia e delle mirabolanti imprese del gran comunicatore rispetto alla preoccupante situazione della Ucraina e della Crimea.
Forse nelle sale degli incontri non sono disponibili proiettori di slides e la delegazione ospite sarà popolata da puntuti osservatori che non si fanno impressionare da un centinaio di macchine di rappresentanza svendute. O forse sì, potrebbero non gradire che siano soprattutto tedesche, perché una delle innovazioni dei governi di destra in questo ventennio fu quello di abolire il monopolio di macchine italiane per i ministri a favore delle Mercedes, Audi e BMW.
In queste ore il parlamento della Crimea proclama l’indipendenza da Kiev e si apre una crepa che potrebbe diventare una voragine ai confini della tanto contestata Europa. Paradossalmente quella crisi toglie forza alle ragioni di Renzi che pensa di imporre le proprie regole e attirare attenzione e benevolenza perché l’Italia è troppo grande e importante per fallire. Ora c’è il default finanziario e politico del confine est e poco importa il confine sud.
Segnalo un bell’articolo intitolato Ma quanti governi contiene il governo Renzi?
Ci riesce difficile capire cosa vuole realmente fare sia perché questo governo è la risultante di tante forze tra loro avverse che hanno trovato nel personaggio comunicatore del nulla un punto di equilibrio, sia perché sono da costruire e da ricercare le condizioni materiali che consentano quel cambiamento di verso o di passo che è stato promesso.
Per il momento sappiamo solo che questo governo non vuol fare ciò che i precedenti hanno fatto e che il nemico principale di Renzi è colui che dice ‘ma sinora si è fatto così’.
PS. Il titolo del post non prometteva una disamina del che cosa fare. Fare. Che? vuol dire: ma che fare e fare, bisogna comunicare, per fare abbiamo tempo fino al 18 in cui celebreremo anche il centenario della fine della prima guerra mondiale.
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