In una luminosa giornata che annunciava la primavera

In una luminosa giornata che annunciava la primavera, Pietro è venuto alla luce.

famiglia-felice

Diventare per la prima volta nonni è un passaggio radicale, mi resta tuttavia ancora un po’ di pudore e di timidezza così da  tenere per me quanta e quale gioia ho provato.  Ma forse, se anche volessi, non sarei nemmeno capace di comunicarla.

In un blog di racconti e riflessioni qualcosa è doveroso raccontare agli amici e anche a se stessi prima che la memoria cancelli rapidamente particolari preziosi.

Alle tre di notte siamo stati svegliati da una telefonata con la comunicazione che loro andavano in clinica e che tutto era regolare. Abbiamo ripreso il sonno e poi di buon mattino abbiamo raggiunto la clinica dove i consuoceri ci avevano preceduto già da notte fonda.

E’ una giornata luminosa e tiepida di quelle che annunciano la primavera.

Il salottino è affollato da parenti, molti futuri nonni, silenziosi. Noi quattro i più loquaci e ridanciani, tutto per nascondere il nervosismo.

Il futuro padre è dentro la sala parto, il travaglio della futura mamma è cominciato. Ci inviano messaggetti telefonici per tenerci informati.

Poi il futuro padre compare vestito come un chirurgo, provato in volto ma più alto e più bello del solito, stava diventando padre. Ci rassicura, ci spiega e va a completare pratiche burocratiche.

Io, che sto per diventare nonno tecnologico, predispongo la lista per una chat in cui comunicare il lieto evento quando sarà avvenuto.

La nonnità arriva con l’imbranataggine e così, formato il gruppo dal titolo ‘nascita di Pietro’ tutti sono avvisati dal sistema  di essere stati iscritti a una chat con quel titolo così immediatamente arrivano gli Hurrà, gli evviva, gli auguri.

Preso dal panico, penso bene di annullare il gruppo con l’effetto di escludermi e di lasciare che la confusione sulla vera situazione regnasse sovrana. E’ diventata amministratore una ignara amica che sta a Berlino.

Il futuro papà manda a Lucilla un sms con la raccomandazione di tenere a bada il futuro nonno dai sui eccessi esibizionistici da socialdipendente compulsivo.

Mio fratello mi scrive in privato e mi chiede che succede? è nato o no? No, ho fatto un casino, puoi rimediare precisando la cosa? e che cioè si trattava solo di una lista predisposta per annunciare il lieto evento al momento debito.

Sono mortificato e mi sento osservato da Lucilla e dalle battute divertite della consuocera. Primi assaggi della nonnità.

Ma così il tempo passa e l’attesa è più sopportabile.

Di là, a pochi metri, ci sono altri travagli in corso ed altri giovani futuri papà arrivano con le notizie, chi sudato e pallido, chi rosso e preoccupato. Penso che questi papà della nuova generazione siano più forti di noi. Io avevo ad esempio lo svenimento facile e non entrai in sala parto.

Le ore passano e sono finite le battute, i racconti, siamo tutti più silenziosi e più seri come se lentamente ci rendessimo conto della sacralità di quei momenti in cui due vite erano in gioco.

Finalmente compare il giovane padre fiero e raggiante che spinge una culletta d’acciaio, tutto fatto, ora rapidamente al nido perché Pietro ha preso freddo e va riscaldato prima della vestizione. Emozione a mille, lacrime pudicamente nascoste, gioia, sorrisi, abbracci.

In una luminosa giornata che annuncia la primavera, Pietro è venuto alla luce. E’ il comunicato che diffondo tramite mio fratello sulla mia chat che avevo abbandonato in mattinata.

Il neo padre mi vede armeggiare con il mio telefonino in disparte e mi manda una messaggetto: ti prego con tutto il cuore stai calmo non esagerare con questa rete.

Così ho capito che ero diventato veramente nonno, ora il padre era lui, io il nonno da tenere a freno. Ci penso e mi rendo conto che la mia esultanza non era solo per Pietro che avevo visto a malapena ma per mio figlio che diventava padre, che era diventato padre che iniziava un nuovo percorso di vita che gli auguro bello come quello che abbiamo vissuto noi.

Finalmente compare anche la madre, ancora qualche apprensione, qualche problema che i medici rapidamente affrontano e risolvono. Quando arrivano anche gli zii torna il sereno e finalmente il piccolo Pietro viene mostrato dietro un vetro  dall’infermiera, con il suo primo completino per la gioia di noi fotografi.

A fine giornata una amica congratulandosi mi chiede:  come ci si sente da nonni? rispondo:

Leggeri, un po’ inutili, fortunati, felici, commossi, brontoloni, fieri dei figli, curiosi del futuro, innamorati della vita. 



Categorie:Riflessioni personali

2 replies

  1. Caro Raimondo, Felicitazioni!!! Sei proprio bravo a provare e a esprimere sentimenti ed emozioni dense di intelligenza della vita, oltre che di innamoramenti! Grazie della ventata di gioia e di affetto che ci hai mandato con sincera e partecipe comunicazione. So già  che ti sentirai presto utile, perché anche il piccolo Pietro ti percepirà  presente! Un bacio a Lucilla, nonna che saprà  certamente trasferire la sua salda e operosa saggezza.

    Abbiamo letto il tuo pensiero anche con Miranda. Auguri di felice primavera e di meravigliose nuove stagioni! Silvana

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  1. In una luminosa giornata di primavera | Raimondo Bolletta

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