Ieri sera ho ascoltato Speranza dalla Gruber. Ha resistito bene agli attacchi di due mastini come Mieli e Carofiglio, tuttavia io non riuscivo a vederlo come nuovo leader del PD, mi sembrava un po’ acerbo, naïf in certe sottolineature un po’ schematiche. Mi sono chiesto se avessi un pregiudizio, una attesa immotivata da anziano brontolone.
In fondo penso la stessa cosa di Civati, di Fassina, di tutta questa generazione di giovani che sono arrivati in Parlamento e nelle stanze dei bottoni troppo presto saltando a piè pari quel cursus honorum che chiunque, anche nelle professioni, deve percorrere prima di raggiungere posizioni apicali. Nel PD il renzismo ha cavalcato proprio il salto generazionale facendone uno slogan per il rinnovamento, la rottamazione. Grillo ha premiato la verginità dei giovani che non potevano avere peccato in precedenti esperienze politiche svecchiando il parlamento e le amministrazioni in cui sono entrati. Ha promosso giovani che però non avevano avuto nemmeno precedenti esperienze di lavoro.
Lo svecchiamento è stato percepito come un valore positivo ma chi se ne è avvantaggiata non è stata la generazione immediatamente successiva dei cinquantenni ma quella dei trenta-quarantenni.
Scarse competenze, deboli esperienze, nessuna saggezza, tanta presunzione, incommensurabile impudenza. Giovinezza giovinezza!
Il paradosso é che i più giovani, quelli ancora esclusi da tutto, al di sotto dei 35 anni mal sopportano il potere dei quarantenni … che dite sarà vero?
Categorie:Politica
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