Quando seppi che avevano portato al pronto soccorso un neonato di pochi giorni di amici di famiglia per una crisi respiratoria dovuta alla tosse ho pensato che questi giovani genitori sono troppo apprensivi, forse avevano esagerato. Infatti il bimbo era tornato a casa dopo una lavaggio del muco e aveva ripreso a respirare.
Ma il giorno dopo, a causa di una nuova crisi respiratoria era stato ricoverato in terapia intensiva per sospetta pertosse. A quella notizia ho avuto una stretta al cuore, ho provato un senso di colpa per la superficialità con cui il giorno prima io avevo trattato la notizia, superficialità dovuta alla mia ignoranza. Di ora in ora il quadro si tingeva di note sempre più drammatiche e l’idea che un bimbo così piccolo potesse essere in pericolo di vita si scolpiva nella mia mente e nel mio cuore come il centro delle mie emozioni e dei miei pensieri.
Guardavo anche il mio nipotino, già in regola con i vaccini e quindi immune da questo possibile contagio, con occhi diversi, la sua esuberanza e la sua bellezza mi sono sembrati fiori delicati che un accadimento qualsiasi potrebbe recidere o calpestare.
Guardavo questa nostra generazione di giovani padri e giovani madri con una rinnovata ammirazione come persone in trincea, coraggiose, tenaci, volitive, forti, premurose, protettive, rassicuranti per dei figli che sono ancora degli esserini indifesi e gracili.
Tutta la polemica politica centrata sui vaccini sì, vaccini no ha assunto per me una coloritura cupa ed inaccettabile, la mia intolleranza per il cinismo di chi sfrutta la questione per fini di battaglia politica e strumentalizza il dolore di intere famiglie è diventata più dura e nel mio profondo un sentimento di odio per gli ignoranti saccenti ha occupato i miei risvegli notturni.
In questi giorni ho capito meglio quanto sia difficile il lavoro dei medici esposti continuamente al rischio dell’errore e quindi delle recriminazioni di coloro che possono essere danneggiati dalle loro scelte. Il bimbino non era in età da poter essere vaccinato, la fatalità rimane padrona del nostro destino e quindi nessuno deve sentirsi in colpa per questo caso, tuttavia questi rischi di contagio di esseri umani troppo giovani e troppo deboli per poter essere vaccinati aumentano se prevalesse l’ignoranza ed il pregiudizio e se i presìdi medici disponibili non venissero usati in modo diffuso.
Il bimbo migliora, hanno tolto il caschetto per la ventilazione forzata ed altri terminali più e meno invasivi, a giorni dovrebbe tornare in un reparto, comunque dovrà restare in isolamento per un po’.
Noi vecchi abbiamo ricominciato a sognare per lui un futuro in cui sarà più forte e determinato degli altri coetanei perché ha superato questa terribile prova insieme ai suoi genitori amorevoli e coraggiosi.
Categorie:Politica, Riflessioni personali, Vaccini
Rispondi