Aldo Visalberghi 100

Raccontare la giornata di studio dedicata alla memoria di Aldo Visalberghi nel centenario della nascita non è facile. Il laboratorio di Pedagogia sperimentale dell’università di Roma Tre, che ha promosso il seminario, ha reso disponibile la registrazione video dell’intera giornata. Come al solito in questo blog mi interessa appuntare le riflessioni e le reazioni emotive che ho provato e che mi sento di condividere con gli amici.

Il focus della giornata era centrato sugli anni ’60 del secolo scorso, su un decennio che ha segnato una svolta nella visione della scuola pubblica e della pedagogia, decennio nel quale l’opera di Visalberghi ha avuto una forte funzione propulsiva ed innovativa. Occorrerebbe riparlare ora di riforme scolastiche in un momento in cui il riflusso politico del populismo e della reazione di destra addita proprio le riforme come le responsabili dei gravi problemi attuali dell’educazione delle giovani generazioni. E Visalberghi potrebbe essere uno dei principali imputati secondo certuni.

Ma dal suo insegnamento e dal suo esempio occorrerà ripartire per ricostruire una visione positiva di una formazione laica, aperta, progressista, libera, democratica, che formi uomini sereni, fecondi, colti, competenti, aperti alla relazione con gli altri esseri viventi.

Il programma del seminario è riuscito a ricostruire la gamma dei suoi interessi, le aree di impegno e di ricerca di Visalberghi e ha mostrato come nei suoi scritti vi siano ancora intuizioni e prospettive non sperimentate o travisate che potrebbero essere oggetto di approfondimenti utili anche alla formazione dei nuovi docenti. Insomma ci sarebbe ancora molto da scavare nella messe di articoli, libri, saggi e conferenze che ci ha lasciato e che in larga misura è disponibile nel sito a lui dedicato nel web del laboratorio didattico.

La svolta educativa degli anni 60 ha visto la mia generazione oggetto e testimone di innovazioni radicali: l’abolizione dell’avviamento e l’istituzione della scuola media unica fu una risposta alle trasformazioni delle classi contadine ed operaie ed un segnale che quella della scuola era la chiave per accedere al benessere e allo sviluppo. La fine di quella decade ha fatto esplodere alcune contraddizioni della società del tempo dando avvio ad un ripensamento che forse sarà sciolto solo con la sparizione della mia generazione.

Non rubo altro tempo al mio lettore e lo invito a seguire qualcuna delle relazioni disponibili sulla rete, avrà motivo per riflettere sul passato, se è un anziano come me, e per chiedersi il perché le cose siano andate in modo diverso da quello che Visalberghi vagheggiava o, se è un giovane insegnante o uno studente che spera di diventarlo, scoprirà un maestro che vedeva lontano e dava senso al lavoro dell’insegnante. E può darlo ancora.



Categorie:Cultura e scuola

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1 reply

  1. Rosi così mi scrive chiedendo di inserire il suo commento:
    Un commento breve solo per timidezza ma avrei molte cose da dire.
    Questa giornata di studio ci ha fatto rivivere l’opera di un grande maestro che abbiamo avuto la fortuna di conoscere da vicino e di frequentare a lungo, tu al CEDE ed io a Scuola e Città.
    Soprattutto trovo molto importante la necessità di una riflessione critica sul passato e sul valore del grande impegno politico di un pensatore “che vedeva lontano”
    Ricordo i due volumi di Visalberghi che abbiamo amato molto, ESPERIENZA E VALUTAZIONE il primo del 1966 e il secondo MISURAZIONE E VALUTAZIONE DEL 1955.
    Forse si dovrebbe riprenderli per ritrovare i fondamenti di nuovi significati del lavoro dell’insegnante.

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