Vendetta cieca.

Torno sul precedente post per tentare una risposta alla domanda sulle responsabilità del popolo in processi storici che sembrano dipendere solo dalle scelte dei leader e dei potenti. In questi giorni sembra che la scelta di invadere da terra con carri armati la striscia di Gaza sia quasi obbligata ineluttabile e che nessuno ne sia responsabile se non coloro che hanno inferto il colpo che ha scatenato la rabbia di chi lo ha subìto. Molte analisi giornalistiche ci sollevano dalla responsabilità delle nostre scelte, soprattutto assolvono i popoli, la gente comune israeliana e palestinese, i mostri responsabili sono i capi di Hamas e il governo fascistoide di Netanyahu.

Tutti gli analisti che cercano di contestualizzare l’accaduto illustrando il conflitto a partire dalla fondazione dello Stato di Israele nell’immediato dopoguerra, sono subito azzittivi perché guai a ricordare che questo disastro, questo garbuglio inestricabile nasce da una grave colpa dell’Europa che isolò e respinse il popolo ebraico arrivando allo sterminio per opera della Germania nazista. La giusta riparazione di quel danno fu tutta a carico della Palestina che dovette rinunciare al proprio territorio per consentire il ritorno degli ebrei nella terra che duemila anni fa fu dei loro padri. L’olocausto non giustifica tutta la politica di Israele di questi settant’anni, politica israeliana che non giustifica nemmeno il terrorismo crudele dei palestinesi di Hamas ma forse li spiega e permette di capire, se lo si volesse, quale potrà essere una via d’uscita da questo vicolo cieco che somiglia sempre più a un vortice che conduce nell’abisso.

Giusto dire che i Palestinesi non sono Hamas ma, sembrerà blasfemo pensarlo, Hamas è andata al potere a Gaza attraverso delle elezioni e il suo consenso tra i palestinesi di Gaza è molto alto, stesso si può dire di Mussolini, di Hitler, di Putin, di Herdogan, di Trump. I palestinesi hanno una giustificazione nei torti subiti da parte di un popolo più forte e ricco che ha imposto con la forza le sue regole, così come gli Israeliani che continuano a subire la persecuzione degli antisemiti che vorrebbero cancellarli dalla faccia della terra.

Ma anche noi cittadini comuni abbiamo delle responsabilità, delle colpe, e ogni tanto sembra che dei demoni abbiano il sopravvento nel corso della storia attraverso la voce e le decisioni di singoli capi, di uomini e donne capaci di guidare e di condizionare le masse in percorsi suicidi e inaccettabili. Ma quei demoni albergano nelle nostre coscienze tenuti a volte nel profondo dei pensieri inconfessabili e a volte emergenti a causa di circostanze che li giustificano, spesso a causa di predicazioni farneticanti di singoli che influenzano le masse. Faccio un piccolo esempio per farmi capire: il nostro atteggiamento come italiani di fronte alle migrazioni di africani verso il nostro territorio, un problema che divide le coscienze e condiziona la politica. Alle elezioni una leader politica ha avuto i coraggio di proporre il blocco navale, una soluzione inaccettabile eticamente e irrealizzabile se non in uno stato di guerra dichiarata e comunque mai contro delle popolazioni inermi. Eppure una maggioranza elettorale ha avuto consenso anche attraverso questa promessa, questo feticcio rassicurante che avrebbe risolto un problema complesso con una soluzione violenta e definitiva. Per fortuna quella stessa leader, per il momento, ha capito che non può schierare la Marina militare e cerca altre strade più ragionevoli ma non rinuncia a praticare soluzioni meno drastiche ma ugualmente inaccettabili quali ad esempio allontanare il naviglio privato che potrebbe soccorrere i naufraghi o preparare campi di detenzione amministrativa in attesa che il fenomeno della migrazione rallenti. Nel frattempo si cerca di costituire un fronte compatto di paesi rivieraschi che ostacolino con la violenza e l’illegalità il flusso dei disperati. Cosa succederà? Difficile dire, sta di fatto che le coscienze individuali si adattano e accettano ciò che qualche mese prima sembrava inaccettabile. Rimane la responsabilità storica di chi votò a favore della proposta o di chi si astenne dal voto perché quella proposta non parve rilevante.

Ma tu caro Bolletta cosa faresti ora se fossi al posto di Netanyahu? Eviterei di farmi accecare dalla voglia di vendetta cieca e mi metterei per il momento sulla difensiva … anche perché la vendetta è un piatto da servire freddo. Sulla difensiva significa riparare e potenziare il sistema di difesa antimissile e individuare i punti da cui partono i missili e bombardare solo in quei punti. Baratterei questa saggia moderazione con il miglioramento dei rapporti con i paesi arabi limitrofi che avrebbero interesse a avere buoni rapporti economici con Israele1.

Ma, poiché mettersi sulla difensiva significa mostrare la propria debolezza, è meglio percorrere la strada dell’invasione via terra anche se il bilancio dell’operazione militare sarà tragicamente sfavorevole per Israele e per il mondo intero. Stupidi ed accecati.

segue

  1. PS del 25 ottobre: sembra che questa per il momento sia la strada seguita da Israele pressato dagli Stati uniti che non vogliono un allargamento del conflitto a livello regionale o mondiale. ↩︎


Categorie:Israele, Politica

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