Venditori di fumo

Assisto alla spettacolare esibizione della nostra presidente del consiglio che ha aperto la campagna elettorale per le europee: il lancio del piano Mattei in una affollata assemblea di ospiti africani all’interno del Senato della Repubblica.

Come i miei lettori hanno capito non sono motivato a commentare sistematicamente le vicende del governo di destra ora al potere ma questo evento provoca in me un moto di preoccupata indignazione, anche a causa di reazioni troppo prudenti e imbarazzate dell’opposizione, almeno così appare dai resoconti dei Media.

Primo fatto evidente da considerare: l’Italia per sopravvivere e continuare a crescere chiede al mercato finanziario un prestito di quasi 200 miliardi garantiti dalle istituzioni europee, ora l’Italia promette per i prossimi cinque anni di investire in Africa 5 miliardi, per il momento solo alcuni milioni, e spera che ciò sia sufficiente per stimolare nel continente africano una crescita economica e un benessere che convincano gli abitanti a restare a casa loro e che così la smettano di invadere le nostre coste. Ma davvero questi credono che noi italiani abbiamo l’anello naso? Se anche donassimo ora i 5 miliardi promessi questa sarebbero una goccia in un mare di problemi e di esigenze, forse produrrebbero solo nuova corruzione e nuovi squilibri (come il PNRR in Italia?). Certamente non avrebbero un effetto statisticamente significativo sulle decisioni di partire e di esporsi a rischi terribili pur di arrivare in Europa.

Quindi le migrazioni non si fermeranno anche nell’arco di alcuni anni ma immediatamente potranno attivarsi ex novo o potranno essere potenziati quelli esistenti, progetti italiani pubblici e privati per costruire ponti, strade, creare piantagioni di nocciole, estrarre e importare nuovo gas, produrre idrogeno green e importarlo, estrarre terre rare etc. Il piano Mattei è quindi un grimaldello per entrare anche noi nel grande mercato africano mentre qui chiudiamo le porte per non far entrare gli africani in Europa. E questo modello, uno scambio non equo, è proposto all’intera Europa, per verità il modello non è del tutto nuovo, si fece così con i siriani fermati nei campi di concentramento in Turchia pagati con soldi europei. Mentre si prometteva agli africani stipati nella soffocante cavea del Senato un finanziamento europeo più corposo, la leader italiana si impegnava ad esportare il piano Mattei in Europa. Ma in questo modo si intendeva costruire una nuova maggioranza politica nel futuro parlamento europeo più spostato a destra e più determinato nella difesa dei confini rispetto ai flussi migratori. Insomma questo è stato il primo comizio della campagna elettorale della leader dei conservatori (reazionari) europei.

C’è infine un altro aspetto dell’operazione ancora più subdolo. Con pochi spiccioli ci mettiamo la coscienza a posto ed abbiamo una giustificazione morale per realizzare quel blocco navale anche violento che la premier ha promesso in campagna elettorale per cui è andata al governo. Ma qual è la vera Meloni? quella che invocava il blocco navale o quella che si fa paladina della causa degli oppressi e degli sfruttati del continente africano? O forse quella leader che spera di superare gli equilibri politici sin qui prevalenti costruendo una Europa conservatrice e reazionario chiusa nei suoi confini a difesa del suo benessere?

Infine un commento sul luogo dell’incontro e sulla coreografia: perché una riunione così affollata di personaggi importanti si fa in un vecchio palazzo riservato al Senato, forse per dare plasticamente l’idea che in Italia comanda la destra, il presidente del Senato sullo scranno più alto e la premier al centro della bomboniera. Cosa cambiava se la conferenza si fosse organizzata in uno dei mille saloni di rappresentanza della Farnesina, il palazzo del ministero degli Esteri, o in una delle tante strutture disponibili a Roma per congressi importanti? La scelta della sede è una chiara sottolineatura della proprietà letteraria del progetto che sembra per il momento vuoto ma che è tutto nella testa creativa della premier.



Categorie:Politica

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