Per noi anziani la memoria è un problema, ci rendiamo conto che le nostre funzioni cognitive degradano, le parole svaniscono, i ricordi sbiadiscono. Osserviamo le devastazioni della memoria in amici e parenti più anziani di noi, facciamo il conto di quanto manca per dover affrontare situazioni simili. Poi c’è la Memoria, le giornate della memoria in cui le tante popolazioni dell’homo sapiens si riuniscono per celebrare e ricordare un evento fondante ed identitario di ciascun gruppo. Gli eventi importanti, gli snodi della storia personale e di intere società lasciano dei segni, dei simboli, dei testi, dei monumenti che le persone o le istituzioni custodiscono perché la memoria non svanisca nell’oblio. Gli eventi che uniscono e identificano un gruppo sono però anche motivo di divisione e ostilità verso altri gruppi. Così segni e simboli sono spesso pietre di inciampo per chi preferisce rimuovere il ricordo di ciò che non ci piace e che sentiamo come una colpa.
La Memoria della Shoah, celebrata da pochi giorni, è così scomoda che da molti viene rimossa o rifiutata, rischia di sbiadire per la scomparsa dei testimoni diretti, l’avvicendarsi di generazioni che ne hanno appreso l’esistenza solo a scuola, dai libri, sbiadisce per l’incalzare di nuove e più grandi tragedie e stermini. Il più recente motivo di rimozione e di rifiuto è la guerra in Palestina tra ebrei e palestinesi che sembra assomigliare per tanti aspetti alla soluzione finale adottata dal nazismo per la questione ebraica. Il nostro spirito è lacerato e sconvolto e la Memoria della Shoah è da molti cancellata o revisionata.
L’efferatezza e la crudeltà della Shoah forse è superata ai giorni nostri dalle vendette, dagli atti terroristici, dai bombardamenti sistematici di obiettivi che la guerra tradizionale non consentirebbe. I nazisti avrebbero voluto non lasciare prove e se gli alleati non avessero vinto, anche con scelte di guerra brutali e terroristiche come i bombardamento a tappeto delle città tedesche, il progetto nazista sarebbe riuscito a eliminare le tracce, le prove di una strage scientificamente realizzata in segreto di alcuni milioni di persone. La nuova società europea del dopoguerra sarebbe stata pura, priva di omosessuali, zingari, handicappati ed ebrei e sui campi di sterminio sarebbero ricresciuti i prati, le foreste e i fiori.
Ma nonostante le prove storiche della Shoah, ci sono attualmente milioni di persone che non ci credono, che travisano quella epoca storica arrivando a dire che Hitler era in realtà un comunista e che non era stato capito. Siamo a uno snodo gravissimo perché l’Occidente si è lacerato e ha perso quella coesione che lo aveva contraddistinto stretto intorno alla democrazia e ai diritti umani. L’Europa sta smarrendo la sua identità e la sua coesione man a mano che la memoria della seconda guerra mondiale e delle sue efferatezze si cancella e sbiadisce. In questo smarrimento, il ricordo, la Memoria, forse potrebbe ridare identità all’Europa come progetto di coesione pacifica e laboriosa di popoli diversi, la Memoria della sconfitta del nazifascismo e della chiusura dei forni crematori, dei campi di sterminio. Quella vittoria della democrazia è fondante ed identitaria per l’Europa anche per i secoli futuri … se l’Europa continuerà ad essere una entità politica e geografica riconosciuta.
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