Cuore indurito

Sabato scorso, il sabato delle elezioni del presidente, sono andato nel pomeriggio alla vicina enoteca per comprare del vino. Il negozio era quasi affollato e la gente chiacchierava amabilmente del fatto del giorno. Un signore piuttosto anziano, più o meno della mia età, si mostrava contento di questo Mattarella, era colpito dalla panda grigia, dallo sguardo timido e sorridente. Il suo interlocutore insisteva a dire, ma tanto sono tutti uguali sono tutti politici, come dire, tutti ladri. Il nostro insisteva dicendo che gli sembrava una brava persona, pensa, poveretto, è vedovo, gli è morta la moglie due anni fa. Un giovane che stava alla cassa interloquisce, meglio così avremo una bocca in meno da mantenere al Quirinale. Non ho avuto il coraggio di intervenire, di manifestare il mio disagio per  commenti che mi sembravano inumani e incivili.

Così sono uscito e, camminando un po’ stordito tra gente anonima e distratta, mi sono reso conto di quanto siamo caduti in basso, di quanto il nostro cuore si sia indurito, di quanto ci siamo incattiviti e imbruttiti. Nessuna pietà per gli stranieri, nessuna pietà per i poveri, nessuna pietà per chi non ce la fa, nessuna pietà per tutti coloro che sono deboli. In questo blog ho raccontato qualche piccolo episodio del disagio delle badanti straniere che lavorano presso le nostre famiglie. Ci siamo abituati a questo disagio diffuso anche tra i nostri connazionali, ce ne siamo fatta una ragione, giudichiamo severamente con criteri efficientisti e meritocratici … deposuit superbos, dice la Scrittura.



Categorie:Politica, Riflessioni personali

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5 replies

  1. Cuore e mente sempre uniti, la sensibilità innanzitutto e la generosità unita alla lungimiranza S

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  2. Condivido pienamente.
    E aggiungerei all’elenco delle persone in disagio, oggetto della generale indifferenza/:
    …. , nessuna pietà per gli anziani,…
    E lo sono ormai per il solo fatto di essere anziani, specialmente se, dopo aver dato ai giovani la vita, oltre tutte le proprie risorse, grazie a cui parecchi giovani (non tutti, purtroppo, per la crisi) si sono solidamente costruiti il proprio presente/futuro, non hanno, ormai, più niente da dare, di economicamente rilevante.
    Ma allora non ricevono nemmeno più nè considerazione nè rispetto.
    Auguri, perché non abbiano necessità anche di qualche tipo di sostegno, morale o materiale.

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  3. bellissima e toccante testimonianza della distruzione antropologica del popolo italiano ottenuta con trent’anni di televisione berlusconiana…

    e` per questo, raimondo, che oramai a me capita di sentirmi piu` a casa mia in Germania che in Italia (ma ammetto di essere un caso un po` strano per via dell’infanzia sudtirolese…).

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  1. Nobiltà, miseria, volgarità | Raimondo Bolletta
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