Devo dire che l’endorcement di Prodi per il Sì dichiarato ieri mi ha deluso anche se ha soddisfatto una mia attesa. Ritenevo infatti che un personaggio della sua levatura non potesse nascondersi dietro un no comment su una questione politica così fondamentale e che avesse il dovere morale di aiutare gli altri cittadini meno esperti a ragionare e a maturare una scelta consapevole.
Ciò non è stato, la sua dichiarazione è scritta per i politologi con quella ricchezza e complessità dei professori che lasciano al volgo solo la battuta, il proverbio materno che giustifica il fatto che nella vita spesso occorre accontentarsi di ciò che passa il convento.
Tra le righe anche Prodi alimenta la paura dei mercati, fa capire che l’allarme propalato dalla campagna renziana ha un fondamento e che la prudenza consiglia di allinearsi dietro al nostro piccolo condottiero che ci condurrà fuori dalle secche e dalla palude della crisi economica.
Il miglior commento che ho letto sulla posizione di Prodi è di Guido Calvi, presidente del Comitato “Scelgo No”:
“Prendiamo atto delle dichiarazioni del presidente Prodi sulla sua decisione di votare Sì, scelta certamente sofferta, considerato che si afferma che la riforma non ha né la profondità né la chiarezza necessarie. Non a caso il presidente Prodi si dice indotto a votare Sì in considerazione di preoccupazioni che attengono ai rapporti con l’esterno. Noi siamo convinti che il voto dei cittadini deve essere libero e trasparente, basato su nient’altro che il merito della revisione costituzionale. Nessuna ingerenza deve condizionare il voto degli italiani. La nostra democrazia, la nostra libertà appartengono ai cittadini che sono titolari della sovranità popolare. È con questo spirito che bisogna andare a votare No, prescindendo da condizioni che sono state artatamente introdotte dal presidente del Consiglio che ha messo in gioco la sua permanenza alla guida del governo, argomento del tutto estraneo alla proposta di revisione costituzionale.”
Come scriveva Tocci ci sono troppe buone ragione per votare No indipendentemente dalla compagnia con cui saremo attruppati. Ciò che conta è che lo facciamo avendo la consapevolezza che, in ogni caso, non ci sono scorciatoie, primo o poi il debito andrà restituito e che chi non lavora non fa l’amore come cantava tanto tempo fa Celentano. Chi promette facili soluzioni magari costituzionali vende fumo.
Categorie:Politica, Referendum costituzionale
e` triste vedere che anche Prodi fa passare il messaggio che una buona Costituzione e` un lusso che non ci si puo` piu` permettere e piu` importante della stabilita` dello Stato e` quella (prsunta, molto presunta) del portafoglio.
per me faccio una scelta faziosa: rispetto ovviamente chi votera` per il SI`, indipendentemente dalle motivazione che ritiene o non ritiene di dare.
pero` tiro una riga su tutti coloro che fanno PROPAGANDA per il Si`.
comunque la si rigiri questa propaganda per una pessima riforma della Costituzione e` inaccettabile e chiunque si espone per convincerci a mandare giu` questo rospo non la ritengo una persona rispettabile, per qualunque motivo lo faccia.
mi spiace, ma chiudo ogni confronto con loro: hanno perso totalmente non solo credibilita`, ma anche rispettabilita` ai miei occhi.
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In cauda venenum
Perché ha sentito il dovere di esprimersi pubblicamente così all’ultimo momento? perché nelle cancellerie che contano, nei comitati e nelle consorterie un pesce in barile in questa fase della storia dell’occidente non sarebbe più tollerato? O piuttosto è un modo sopraffino per spargere un pochino di veleno nella pozione renziana che Prodi in realtà non ha mai digerito? Quanti SI sposterà la dichiarazione di Prodi? penso pochissimi mentre compatterà la vecchia destra berlusconiana che vede il prof come l’eterno nemico da battere. Dove è la perversione? Se vince il Sì sarà merito anche di Prodi e quindi Renzi dovrà essere grato anche alla vecchia guardia rottamanda, se vince il no sarebbe per Renzi una sconfitta ancora più cocente visto che godeva dell’appoggio di Prodi. Insomma Renzi ringrazia ma io non lo avrei fatto. Sono contorto nei miei ragionamenti? forse sì ma chi non lo è in questa fase confusa in cui non si capisce più nulla’
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ho sviluppato lo spunto che mi hai dato in un post piu` articolato, e dal piccolo dibattito sorto li` sono arrivato all’ipotesi possibile anche del riflesso condizionato di Prodi, abituato a votare Democrazia Cristiana turandosi il naso alla Montanelli.
io non credo che poi fuori d’Italia l’esito del referendum importi davvero piu` di tanto: comunque si muovono indubbiamente in base ad analisi molto sommarie e soprattutto alla paura di Grillo.
ma Grillo si e` dichiarato a favore del proporzionale e mi pare difficile che possa fare grandi retromarce su questo punto.
insomma, se facciamo dietrologia, non e` neppure da escludere che Renzi abbia fatto una simile riforma elettorale prima della revisione della Costituzione proprio per creare questa paura e raccattare piu` voti su una riforma indecente…
in ogni caso, non sara` l’esito della riforma costituzionale in se stessa a mettere in crisi l’Italia sui mercati finanziari internazionali.
semmai sara`, all’opposto, proprio il fatto che Renzi ha voluto concentrare due anni di dibattito politico vero su questo punto e non ha mai voluto invece affrontare seriamente il nodo del debito.
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