Pronostici

Ieri sera ad una cena di famiglia si è parlato di tutto tranne che del referendum. Mi sono chiesto come mai? Eravamo così civili da rispettare il silenzio prescritto dalla legge? eravamo stufi delle discussioni sterili con il tifo da stadio? eravamo tutti unanimi e non c’era argomento del contendere, non volevamo offendere la sensibilità di qualcuno che forse non era d’accordo con noi? Così alla fine, quando ormai tutti erano andati via, come ultimo ospite che se ne andava,  ho chiesto al padrone di casa: ma tu cosa pensi, come andranno le cose? Lui: temo che alla fine vincerà il sì e lo diceva con l’aria stanca di chi deve rassettare dopo una cena da 16 persone. sondaggi

In effetti serpeggia un diffuso imbarazzo soprattutto tra noi ex progressisti, vagamente di sinistra, di una certa età, ex prodiani, ex … E se avesse ragione Prodi? se effettivamente Mattia il gradasso fosse l’unica soluzione? Così affiorano delle reticenze, delle incertezze, delle nuove paure.

Questa mattina mi sono messo lì a studiare i possibili flussi con l’aiuto di un foglio di calcolo elettronico. La mia ipotesi è che noi elettori siamo manipolabili ma sino a un certo punto, ci sono delle matrici profonde che rimangono nel tempo immutate, i mass media possono modificare i nostri atteggiamenti e le nostre scelte ma di poco. La magia dei cambiamenti politici radicali degli assetti parlamentari sta nell’offerta che di volta in volta cambia e raccoglie ciò che nella società c’è già. Trump non ha convinto nessuno, ha raccolto e convogliato ciò che nella società americana c’era già, così come è accaduto a Berlusconi o a Grillo o a Bossi hanno reso esplicito ciò che nella società serpeggiava.

Sono partito dalle percentuali di consenso che i partiti hanno avuto nelle ultime elezioni ed ho ipotizzato una sostanziale stabilità, quella che chiamo matrice. Chi si asteneva continuerà ad astenersi, perché mai scomodarsi per una cosa molto più eterea ed inessenziale della votazione di un sindaco o di un  parlamentare? Anzi possiamo pensare che l’astensionismo aumenterà: quanti Fratelli d’Italia si scomoderanno per difendere la sopravvivenza di una costituzione antifascista? Altro astensionismo potrebbe venire da 5S, il movimento è fiaccato dai problemi della gestione del potere e dall’amministrazione, e poi perché gettare alle ortiche l’unica possibilità di andare al potere offerta dall’accoppiata nuova costituzione ed Italicum? Qualcuno resterà a casa.

Poi c’è Forza Italia, ma cosa vuol fare veramente Berlusconi? E’ vero che ha promesso un governo di salute pubblica con Renzi, è vero che stima Renzi come un leader efficace? Ma allora come votare?

Fatte queste ipotesi ho introdotto un pò di valori nel mio modello e mi viene come molto probabile un aumento dell’astensionismo, fino al 60% e una percentuale di Sì non superiore al 40% dei votanti.

Se non si verificheranno queste due circostanze vuol dire che il dibattito che ha accalorato molti di noi è stato utile, che Renzi è un genio se vincesse e gli italiani sono migliori e più saggi di quanto tendiamo a pensare se l’astensione fosse inferiore a quello delle elezioni politiche e se vincesse il No.

Insomma penso che i Bookmaker inglesi abbiano ragione.



Categorie:Politica, Referendum costituzionale

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2 replies

  1. Mah, condivido amaramente il parere del tuo ospite di ieri sera.
    Ancor più amaramente xchè, x rilassarmi dopo giorni e giorni frenetici, invece di farmi una pennichella, mi sono sdraiata sul mio divano, davanti a un programma MAI VIDTO PRIMA, di RaiStoria, l’unico canale Rai che oggi, secondo me, sia possibile vedere, senza censure preventive (tanto, non lo guarda Nessuno…).
    Trasmetteva un documento mai visto prima, ed è incredibile x una della mia generazione.
    “Fidel racconta il Che”, 1987, 20 anni dopo quella morte di Guevara, diventato un mito eterno ed intergerazionsle proprio per la stupidità dell’esercito boliviano infiltrato dalla CIA di allora (allora?).
    Ben 16 ore, in cui Fidel racconta a Gianni Minà le tappe cruciali della sua vita e che, come ricorda il giornalista, durò fino alle 6 del mattino. Un vero scoop citato anche da Oliver Stone nel film “Born to kill”.
    Fidel racconta il Che (1987)
    Fine degli anni ’50, Fidel Castro col passo della guerriglia, cioè con il passo del compagno più debole, guida una colonna per i sentieri della Sierra Maestra. Arrivato dall’Argentina con un basco in testa e un animo anarchico, Che Guevara era uno dei dodici giovani barbudos che nel 1957, guidati da Fidel Castro, dal Messico erano sbarcati a Cuba in armi con una piccola imbarcazione di nome “Granma” e asserragliandosi nella Sierra Maestra, le montagne più impervie dell’Isola, avevano cominciato una rivoluzione. Nel primo comando sulla Sierra, una capanna costruita su palafitte, Fidel Castro progettò fin dall’inizio una nuova guerra di guerriglia contro la dittatura, ma anche un nuovo modello di società socialista al quale Che Guevara portò, allo stesso tempo, il contributo della sua trasgressione e della sua coerenza. Ma il Che fu probabilmente una presenza particolare, unica, un eroe romantico che non solo rappresentò fisicamente la rivoluzione, ma anche una interpretazione ideale, morale della rivoluzione stessa, fino al sacrificio, fino alla “bella morte”. Il Che sulla Sierra Maestra. Dopo 16 mesi di lotta e di cronache di cui gli inviati di tutto il mondo hanno raccontato, come afferma lui, solo l’aneddotica di questa guerra di guerriglia, Guevara saluta, al microfono di un giornalista cubano, il popolo di quel paese che egli argentino, ha scelto di difendere dopo averlo conosciuto attraverso il pensiero e le azioni di quello che definisce “il nostro capo Fidel Castro”. Che Guevara fu catturato in Bolivia, ferito, ma vivo. Fu trucidato l’8 di ottobre del 1967 nell’aula di una scuola elementare de La Igueras da un militare dell’esercito boliviano, estratto a sorte fra i cinque del plotone di guardia. Non avendo il coraggio di sparargli guardandolo negli occhi, il militare lo finì con una sventagliata di mitra, a spalle girate.
    Era l’8 di ottobre del 1967, ero ancora al liceo, è solo i miei compagni più grandi raccontavano della rivoluzione cubana.
    Adesso, sono in uscita, autore Gianni Minà, DVD e documenti di quegli anni, fino all’altro giorno, morte di Fidel Castro.
    https://www.google.it/amp/www.nonsolocinema.com/fidel-castro-gianni-mina-uscita-dvd-interviste-film.html/amp
    Perché TUTTE QUESTE DIVAGAZIONI NOSTALGICHE di un’età dell’oro, e non solo dello sfondo storico degli anni ‘puri’ di NOI, la MEGLIO GIOVENTÙ degli anni ’60-’70 ???
    Perché, in Italia, la Rivoluzione comunista è stata QUELLA che, 4 anni fa ha prodotto RENZI, e il risultato del voto di oggi: SÌ.
    Stamattina parlavo con Orietta Salemi, nelle ultime Regionali eletta a Verona come consigliere PD di minoranza, con il max di preferenze di tutto il Veneto, quasi 8.000 voti, in quelle elezioni che, contro Zaia, hanno stritolato una candidata Governatore come Moretti, anatra zoppa, molto carina, imposta da Renzi e poi abbandonata, una volta sconfitta, a una mite opposizione.
    Beh, Salemi mi ha confermato la paura del PD per l’esito del voto di oggi: qualunque scelta di un candidato alla successione di Tosi, nelle elezioni comunali della prox Primavera, è rimandata a DOMANI, e alla successiva ANALISI del voto.
    Io SO chi sarà il vincitore, ahimè….

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  1. Passi falsi | Raimondo Bolletta

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