Noi che viviamo attaccati ai social e ai mezzi di informazione sappiamo benissimo cosa vuol dire abbuffarsi di notizie e di dati e dimenticare quasi tutto. Rimangono indelebili solo i rinforzi, le conferme delle nostre convinzioni, delle nostre paure, delle nostre pulsioni: la stessa notizia, lo stesso titolo hanno significati diversi ed effetti diversi a seconda del ricevente e del suo stato mentale.
Ieri attraversando Roma in macchina, cosa che mi capita di rado, mi sono reso conto di quanto in pochi mesi la situazione delle buche sia ulteriormente peggiorata e, come sempre mi capita quando analizzo un problema, mi sono chiesto cosa sarebbe necessario fare e quanto potrebbe costare, quali difficoltà burocratiche, quali ritardi inevitabili, Tutti avete fatto lavori in casa e vi siete resi conto di quanto sia complicato e lungo e costoso riparare un guasto o migliorare un bagno. Qui a Roma parliamo di chilometri di strade, di aree infinite …
Allora ho pensato, maledetto decentramento, ogni municipio gestisce il problema, deve fare gli appalti, deve controllare l’esecuzione dei lavori …. pensa alla corruzione, pensa allo spazio per interdire, per ostacolare, per danneggiare il politico di turno o quello che c’era prima …
Immerso in questi pensieri un po’ depressivi, mi ricordo dell’idea che aveva avuto Veltroni: un appalto unico che lascia all’appaltatore la responsabilità di tenere in ordine le strade e riserva al Comune solo il controllo che lo standard sia del livello pattuito pena la non corresponsione di rate mensili. Costi certi ed efficienza controllabile. Sì questa forse è la soluzione. Sempre alla guida e schivando buche continuo a scavare nella mia memoria. Si certo, Veltroni aveva espletato l’appalto alla fine del suo mandato aveva vinto una ditta che faceva capo a un certo Romeo di Napoli. Ma fu tutto bloccato perché alle elezioni per il nuovo sindaco vinse Alemanno e ci fu una inchiesta i cui titoloni erano pressapoco: la manutenzione delle strade a Roma sotto il sindaco Veltroni erano in mano alla camorra! Non se ne face nulla e ci abituammo a vedere decine di furgoni con piccole squadre di operai che tappavano le buche. Ci fu anche un inverno nevoso, quello di Alemanno che andò a spalare la neve e il manto stradale fu ferito ovunque dalle pozzanghere che gelavano di notte …
Di quella inchiesta io non seppi più nulla. Non luogo a procedere, assoluzione, ancora in corso? non lo so. So solo che Romeo ha continuato a fare affari, a lavorare non solo a Roma ma da molte parti anche all’estero, almeno a stare a certi articoli letti ora nel pieno di questa nuova inchiesta sulla Consip.
Quindi delle due una:
- la magistratura è inefficiente e lenta e non riesce a contenere la crescita e il diffondersi di strutture malavitose legate alla delinquenza organizzata oppure
- troppe inchieste lanciate in pompa magna si rivelano deboli ed inconsistenti senza prove solide.
Un effetto comunque lo hanno: tanti elettori continuano a pensare che Veltroni avesse voluto favorire la camorra. Vero o falso non importa. Ciò che conta è la convinzione di tanti che pensano a Veltroni come colluso e di altrettanti che nutrono un dubbio che li allontana dalla politica.
Interessante oggi l’intervista di Petruccioli.
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