Domenico Volpi, storica firma del Vittorioso, che abita nel mio condominio, ogni anno ci delizia con una poesia augurale che mi piace condividere con gli amici

IL BUE
Ecco due umani, ma non son padroni
perche’ non han ne’ fruste ne’ bastoni.
Per lui la verga è di sostegno al viaggio,
e lei e‘ bella come il sol di maggio.
Strano, il padrone e‘ stato generoso:
ha dato loro un poco di riposo.
Ha pieno il ventre ed ha la faccia tesa,
a noi e al mondo trepida è l’attesa.
Mentre il neonato e‘ ricco di carezze,
ali d’angeli muovon dolci brezze.
Il giorno sembra d’allegrezza pieno
ma. .. vien messo a giacer sul nostro fieno.
L’intruso, lo stranier, quasi l’alieno,
m’impedirà d’aver stomaco pieno?
È scomodo l’aver tali vicini
Chi l’ha mandati, questi pellegrini”?
L’ASINO
E’ molto grosso questo nuovo amico
che se ne sta parecchio sulle sue;
Giuseppe dice che si chiama bue,
poco capisce i ragli che gli dico.
Non gradisco indossare la cavezza,
eppure, nato libero e selvaggio,
ho sopportato un dolce peso in viaggio
in piena gioia e non con amarezza.
Forse perche’ ho sconvolto la giornata,
quel bue mi guarda come fossi alieno
forse temendo che mangi il suo fieno,
ma gli dimostro come sia occupata
la mangiatoia, dove un bimbo giace:
Qualcun dal cielo è sceso fra umani
ma il bimbo ha freddo e gelide le mani.
Odorosa intorno a noi è la pace.
“Su, compagno mio, diamoci da fare:
anche se siamo molto differenti,
coi nostri fiati, d’accordo e pazienti,
lo possiamo onorare e riscaldare”
DIALOGHETTO
“Pero‘ quel fieno muove l’appetito!
Avvicinarmi qui mi sembra ardito ”
“Soffia, soffia, sul bimbo che ci abbaglia.
Stanotte mastichiamo un po’ di paglia,
domani usciamo: ai bordi della strada
troviamo un poco d’erba e forse biada”.
Domenico Volpi
contro egoismi e pregiudizi
Categorie:Riflessioni personali
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