Riflessioni in attesa del discorso

Chiudo questa serie di riflessioni sparse sulla vicenda dell’elezione del presidente della Repubblica soffermandomi su alcuni aspetti più politici. Tralascio di indicare vincitori e vinti, i commenti giornalistici ne sono pieni.

SERGIO MATTARELLA PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Ci sono due aspetti della vicenda che mi hanno colpito. Nella ricerca di un candidato che andasse bene a tutti o almeno ad una larga parte dei parlamentari, due sono stati i criteri emergenti: non essere stati troppo di parte, troppo impegnati in un partito o in una coalizione, politico non troppo partitico, avere una matrice cristiana o comunque non troppo laica. Ovviamente altre caratteristiche sono state esaminate quali ad esempio essere europeista, donna, conosciuto all’estero, di bella presenza.

Il credo religioso non è stata espressamente evocato per ovvi motivi ma la matrice identitaria della destra metteva in risalto proprio persone che avevano un chiaro orientamento religioso simile a quello esibito dalla Meloni e da Salvini mentre a sinistra l’attenzione alla caratura morale e all’impegno sociale inclusivo portava l’attenzione su personaggi come Andrea Riccardi o Carla Cartabia le cui posizioni religiose sono manifeste e solide. Lo stesso Amato, socialista e laico, proposto dai DEM è noto sia perché tecnico prestato alla politica militante sia perché sensibile alle istanze di una religiosità laica di tipo mazziniano. Celebrando i funerali di David Sassoli al Parlamento europeo, Letta aveva riconosciuto che sarebbe stato un presidente ideale che poteva raccogliere il consenso maggioritario del Parlamento italiano, peccato che ci avesse lasciato proprio alla vigilia delle elezioni.

E’ interessante notare che si stava convergendo sulla figura di Casini, notissimo democristiano rimasto fedele a quel partito anche nel momento del suo scioglimento e militante a destra e a sinistra secondo uno schema tipico dell’interclassismo della più classica balena bianca. Ma la sua candidatura non era decollata proprio per il rigore con cui il suo curricolo è stato valutato dal punto di vista della coerenza di fondo.

Quando ci è accorti che il vaglio secondo la coerenza religiosa non portava a un nome accettabile da tutti, si è tornati al criterio ‘politico non partitico’ e al genere. Di qui il nome della dottoressa Belloni che aveva però il difetto di essere troppo sconosciuta al pubblico degli elettori (grandi e piccoli) per essere inattaccabile ed è bastata la mobilitazione notturna di Renzi e qualche altro ex DC per affossare l’ipotesi. Quella sera, chi ha seguito la cronaca degli eventi nella maratona Mentana o sulla RAI, ha toccato con mano il fatto che, come un fiume carsico, vecchi rappresentanti della DC sono presenti e attivi e ispirano variamente le forze politiche ‘nuove’ che credono di aver superato definitivamente la vecchia prima repubblica. In un paese radicalmente miscredente e laico rimane latente un’identità, una matrice legata all’educazione giovanile che riemerge a volte come una superstizione, a volte come un impegno altruistico, a volte come rigore moralistico.

Volendo esprimere questi concetti in politichese una filigrana comune diffusa in tutti gli schieramenti politici potrebbe tradursi in una convergenza verso il centro moderato, far maturare l’idea che si possa ricostituire un polo politico centrista che tagli le ali a destra e a sinistra: sarebbe la salvezza di chi ancora milita in forza Italia e che si preoccupa dell’eredità di Berlusconi (eredità materiale non figurata), sarebbe la salvezza di parte dei grillini che erano ispirati dalla speranza di un lavacro moralistico della società, sarebbe la speranza degli elettori del sud che votarono Salvini e che hanno scoperto di aver votato contro i propri interessi, sarebbe la speranza di molti DEM che detestano il socialismo e il comunismo. Tutto ciò potrebbe facilmente accadere se esistesse un buon finanziatore e se rimanesse in vigore l’attuale legge elettorale mentre se si arrivasse ad una legge proporzionale le forze attuali che superano da sole il 10% potrebbero sopravvivere e le alleanze sarebbero possibili nel gioco parlamentare dopo le elezioni. Vedremo, è certo che questa settimana concitata, con tanti protagonisti più o meno mediocri, ha svelato una realtà meritevole di nuove e approfondite analisi in cui un buon algoritmo di intelligenza artificiale potrebbe individuare insospettate variabili discriminanti latenti su cui chi volesse pilotare la situazione potrebbe intervenire, una di queste è certamente la matrice religiosa come matrice identitaria che sinora ha funzionato bene per la destra ma che gioca un ruolo anche a sinistra.



Categorie:Politica

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