La scelta del candidati

Continuo le mie riflessioni sulla legge elettorale Rosatellum e sulla sue implicazioni. Lo faccio perché, ascoltando molti commenti politici, mi rendo conto che certe procedure dettate dalla legge sono presentate come delle storture imputabili ai politici che le stanno applicando. I politici sono comunque responsabili delle porcate di questa legge perché non l’hanno voluta correggere e migliorare, tutti, partiti e movimenti indistintamente.

Dunque, sulla scheda elettorale dovremo scegliere tra un certo numero di candidati uninominali sotto i quali sono indicate una o più liste di candidati/e ciascuna con una denominazione decisa in queste ore. Tra i candidati uninominali uno/a solo/a sarà eletto/a nel nostro collegio elettorale probabilmente uno/a presentato/a dalle coalizioni più forti. I candidati uninominali potrebbero essere sconosciuti all’elettore che invece sa distinguere tre le varie coalizioni presenti o tra le varie liste di partito raggruppate nelle coalizioni o presenti da sole. Per effettuare la scelta l’elettore potrebbe ricercare i nominativi conosciuti perché sono da evitare o sono da scegliere. Dal candidato conosciuto risalirà alle liste e alle coalizioni oppure, se la scheda propone solo nomi sconosciuti, dovrà affidarsi a ciò che sa dei partiti e delle alleanze che in queste settimane sono state strette.

Non potremo dare la preferenza a un singolo candidato nella lista scelta perché il nostro voto per la parte plurinominale proporzionale finirà sommato in un unico collegio nazionale che determinerà con un algoritmo molto complicato, che non sono in grado di illustrare semplicemente, quanti e quali candidati della lista hanno vinto e i collegi in cui ogni lista ha vinto il seggio. Il seggio sarà assegnato seguendo l’ordine di presentazione dei candidati nella lista. In pratica gli elettori non possono scegliere i propri rappresentanti che non saranno nemmeno l’espressione di un territorio per la possibilità di essere candidati contemporaneamente in un massimo di 5 collegi in giro per l’Italia.

Coloro che confezionano le liste e decidono l’ordine di presentazione possono invece decidere con quasi certezza gli eletti. La cosa in questi giorni ha assunto particolare importanza per le trattative in corso per riciclare molti deputati e senatori transfughi che stanno lasciando i loro vecchi partiti a causa del terremoto indotto dalla caduta del governo Draghi. Ci sono molte incognite che rimaranno tali fino alla fine: l’entità del ridimensionamento dei 5stelle, i flussi degli elettori di FI verso il centro sinistra, la reale consistenza di formazioni del tutto nuove che non hanno nemmeno superato il filtro della raccolta firme. Quindi l’esito complessivo rispetto al raggiungimento della maggioranza di una coalizione è ancora incerto.

Questa situazione in cui si continua a mercanteggiare tra leader di forze politiche costruite su personale politico che si ricolloca rispetto a militanze ultradecennali abbandonate rende ancora più pasticciato il pasticcio del Rosatellum: non si parla di programmi di governo per configurare delle coalizioni. Ci sono soprattutto scelte tattiche finalizzate ad ottenere il premio di maggioranza consistente nei seggi uninominali, è formalizzato, e non crea scandalo, che i contraenti di una coalizione o di una lista pluripartito (ad esempio quella promossa dal PD) si sentiranno del tutto liberi dopo le elezioni di costituire propri gruppi parlamentari come se la ripartizione dei seggi fosse proporzionale.



Categorie:Politica

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