Sto leggendo in questi giorni una volumetto contente una intervista a Luciano Violante condotta da Stefano Folli dal titolo Senza Vendette sui rapporti tra magistratura e politica. Decisamente interessante per ripercorrere storicamente un problema di fondo della nostra democrazia attraverso la testimonianza di un protagonista.

Violante aveva militato a lungo nelle fila del PCI e poi nel PDS e nel PD. Arrivato a raccontare il passaggio politico del ’94 così scrive:
Nel ’94 pensavamo di poter vincere a mani basse le elezioni. Si immaginava che il collasso delle altre forze ci avrebbe aperto facilmente le porte della vittoria. In realtà non le vincemmo per una ragione molto semplice: il Partito popolare, succeduto alla Dc, rinunciò ad allearsi con noi. C’era la legge elettorale Mattarella, quella sui collegi uninominali, e i popolari non si allearono con noi. Se lo avessero fatto, probabilmente avremmo vinto. Viceversa Berlusconi fece, com’è noto, un’operazione di grande intelligenza. Si accordò con la Lega al Nord e l’allora Msi al Sud. Con due partiti avversari tra loro, riuscì a stringere due alleanze assolutamente inedite e apparentemente improbabili. Utilizzò fino in fondo la legge elettorale, cosa che noi non riuscimmo a fare per la ritrosia del Partito popolare.
Il libro è stato stampato in febbraio di quest’anno ben prima delle recenti elezioni. La storia non si ripete mai?
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