Continuare a scrivere a volte mi sembra un inutile esercizio mentale per tenermi sveglio, per contrastare il naturale deterioramento della mia capacità di analisi e di esposizione di quanto elaboro. Il clima apocalittico in cui ci troviamo a vivere ci costringe a misurare le parole e sentirle comunque inadeguate o superflue.
Da alcuni giorni ragionavo intorno a questo titolo pensato per rappresentare l’attuale politica della destra al potere che continuamente cavalca piccoli e grandi incidenti a volte provocati o ingranditi per avere da parte degli avversari, piuttosto tiepidi, azioni che determinino reazioni in grado di motivare le truppe schierate. Insomma serve un nemico per alimentare una mobilitazione che altrimenti sarebbe infiacchita nel tempo in assenza di vistosi risultati tangibili.

L’ultima di queste provocazioni è stato il caso Donzelli &C in cui il principale partito dell’opposizione è stato accusato di essere fiancheggiatore della mafia e della malavita. La visita in carcere a Cospito di quattro deputati del PD, tra i quali un ex ministro della giustizia, ha provocato reazioni contrastanti all’interno delle coalizione e all’interno dei partiti, una tempesta in un bicchier d’acqua che ha reso vana qualsiasi riflessione sensata sulla adeguatezza del 41 bis a realizzare un efficace isolamento dei capi delle associazioni criminali e distratto l’opinione pubblica da temi più gravi su cui non si sa bene come intervenire.
Se da un lato il governo in carica sembra dire all’opposizione fatti sotto se hai il coraggio! l’opposizione, come un pugile suonato, non riesce a mettersi in piedi e ad abbozzare una reazione.
Due sere fa dalla Gruber, che continua a mestare nella vicenda, Gianni Cuperlo, che pure ha fama di possedere un linguaggio elegante e ricco, ha fatto molta fatica a districare una matassa piena di nodi che sono autentiche trappole. Donzelli ha attaccato pesantemente in parlamento sapendo di poter colpire al fianco tanto da togliere il respiro. Quella di Cuperlo sembrava la reazione infantile di chi è colto con le mani nella marmellata in cui prima si nega e poi si ammette gradualmente questo e quello cercando puerili giustificazioni.
Insomma è mai possibile che di quella visita non sia stato immediatamente redatto un processo verbale da mettere agli atti di qualche istituzione con numero di protocollo in cui ogni aspetto politico della faccenda sia stato messo nero su bianco ivi comprese le valutazione che i quattro deputati avevano certamente formulato a conclusione della visita? Le insinuazioni di Donzelli non avrebbero avuto la stessa efficacia dirompente e subito sarebbe stata chiara la posizione del partito sulla questione del 41 bis e di Cospito.
Nello sviluppare questa riflessione sulle tre parole (provocazione, azione, reazione) mi è tornata in mente la guerra in Ucraina. I conflitti nascono e si sviluppano e si aggravano lungo una concatenazione di provocazioni, ritorsioni, azioni, reazioni. Sarebbe troppo lungo ricostruire la sequenza che ha portato alla tragedia attuale, quante scintille giudicate inoffensive hanno prodotto questo incendio? Come spegnerlo, nessuno ora sa dirlo se non attraverso lo schema classico di una guerra che finisce solo se c’è un vinto e un vincitore.
Tornando a noi, quali e quante azioni e provocazioni possono scatenare reazioni incontrollate e rompere degli equilibri e allargare della faglie che possono scatenare dei terremoti sociali devastanti?
Categorie:Politica
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