Mille sarebbero le considerazioni da fare sulla rivolta europea dei trattori ma non vorrei pessimizzare troppo i miei lettori: possiamo considerarlo un fenomeno passeggero legato alla contingenza delle elezioni del parlamento europeo oppure come la punta di un iceberg verso cui il nostro Titanic sta andando a sbattere in modo disastroso. Molti lo trattano come un evento un po’ folcloristico da portare anche a Sanremo, un movimento che facilmente si potrà imbrogliare e imbrigliare dentro altri movimenti politici esistenti che operano nell’ambito della legalità democratica altri ne vedono gli aspetti profondi radicati in un malcontento gestito e provocato anche dai Media per scardinare le basi del processo di costruzione dell’Europa e dello sviluppo ordinato delle società più avanzate. Provo a sviluppare solo qualche riflessione senza la pretesa di essere esaustivo ma di segnalare solo ciò che più mi preoccupata.

Almeno in Italia, è chiaro l’interesse dei Media a potenziare questa iniziativa rappresentandola nei TG con servizi da prima pagina e con commenti trionfalistici quasi si trattasse della marcia su Roma di 100 anni fa. Siamo bombardati dalle interviste dei protagonisti delle protesta che ripetono delle affermazioni a mo’ di slogan alle quali nessun giornalista o inviato chiede di fornire una spiegazione. Sembra che tutti questi agricoltori siano alla fame e che siano sull’orlo del fallimento perché dovrebbero pagare le tasse, sembra che tutte le materie prime che importiamo siano inquinate e velenose e che i supermercati siano i veri affamatori del paese. Tutte affermazioni verosimili in molti casi ma che non rappresentano fedelmente la realtà. Una informazione ipersemplificata e superficiale basata su cortei di giganteschi trattori pavesati di bandiere nazionali e da cartelli di protesta sta travolgendo anche gli equilibri politici dell’attuale maggioranza al governo e ridicolizzando il trionfalismo della Coldiretti schierata con il ministro Lollobrigida. Sono rispuntati fuori anche i Forconi e i movimenti dei estrema destra per colorare sempre più a destra questo movimento politico.
Siamo quindi in presenza di un nuovo movimento politico che con la velocità dei Media e dei social trova stessi riscontri in tutte le economia dell’Unione Europea e che contratta con la stessa Commissione e non solo con la Meloni. Fin qui chiedere meno tasse e più protezionismo rispetto alle eccessive importazioni e alla concorrenza sleale, chiedere più sussidi europei continuando a godere di una situazione già ampiamente protetta per decenni, è una rivendicazione comprensibile, politicamente gestibile in una dinamica sociale ordinata, ma non è solo questo. Il movimento ha chiesto e ottenuto il ritiro del regolamento proposto dalla Commissione che prevedeva nell’intera Unione la limitazione dell’uso dei fitofarmaci dannosi all’uomo e agli animali. Qui sta l’iceberg di cui parlavo all’inizio.
Non devo sprecare troppe parole per dimostrare che questa è una scelta apocalittica. Sì, apocalittica perché se, in presenza di mutamenti climatici e inquinamenti già gravi, ci permettiamo il lusso di inseguire il consenso di coloro che a breve potrebbe essere danneggiati dalle scelte necessarie a far fronte agli incombenti disastri, ci votiamo alla irreversibile distruzione dell’ambiente che ci sfama. Cito due brani tratti della odierna newsletter del Corriere sul dibattito sull’argomento emergente in Francia.
- Due riflessioni di segno opposto, quella dell’accademico Marc-André Selosse, esperto di micorizzazione e vita nei suoli, e quella del geografo e filosofo della scienza Aurélien Gabriel Cohen.
Selosse: «In trent’anni i pesticidi hanno eliminato l’80% degli insetti, e in quindici anni hanno ucciso il 30% degli uccelli: assistiamo al crollo dell’impollinazione da parte degli insetti, che dà semi e frutti, e alla scomparsa della capacità degli uccelli di tenere sotto controllo il numero di insetti indesiderati. Compensiamo tutto ciò con fertilizzanti minerali e pesticidi, a costo di un disastro sanitario. I fosfati presenti nei concimi minerali sono contaminati dal cadmio, tossico e cancerogeno, che si ritrova nei nostri alimenti: ingeriamo 1,4 volte la dose massima raccomandata dall’Oms! I residui di pesticidi avvelenano l’acqua potabile e avvelenano gli stessi agricoltori, che soffrono di un aumento del tasso di cancro (+20% di mieloma e +50% di linfoma, secondo lo studio Agrican) o di morbo di Parkinson e di Alzheimer. Sì, gli agricoltori sono le prime vittime, non solo finanziarie…».
Cohen: «Un’agricoltura massicciamente ecologica non è possibile all’interno del regime della precarietà modernizzante. Questo è ciò che esprimono le manifestazioni delle ultime settimane: non possiamo chiedere agli agricoltori di prendersi cura delle siepi (che prevengono l’erosione e riducono dell’80% i parassiti delle colture) e allo stesso tempo mantenere bassi i prezzi per la distribuzione di massa, ridurre i pesticidi e affrontare la concorrenza internazionale, tutto questo mentre non possono nemmeno pagarsi il salario minimo. Il baratto modernizzatore non regge più quando i viventi fanno resistenza o scompaiono, quando il clima cambia e l’acqua scarseggia. Diventa addirittura esplosivo quando il settore sopravvive solo grazie a una corsa a indebitarsi e alla pressione sempre crescente su salari e prezzi. La crisi ecologica ed economica richiede una pausa».
Mentre sulle rivendicazioni economiche si può trattare, approfondendo ovviamo l’argomento senza cedere alla piazza, sulla questione della difesa dell’ambiente, da non lasciare alla ‘cura’ di questi agricoltori ribelli, occorre resistere e lo dovremmo fare anche noi cittadini che andremo al voto e che ci formiamo delle opinioni.
Ho evocato nel titolo la connessione con il movimento dei forconi ma vorrei aggiungere in conclusione la forte connessione con il movimento NOVAX. Simile è la reazione antiscientifica e irrazionale: di fronte a prospettive apocalittiche e paurose (un virus mortale o la siccità devastante) ci si rifugia nella tradizione meglio conosciuta, non ci si fida dei competenti ma si strilla alla luna contro tutto e tutti. Nel caso dei NOVAX questi sono risultati vincenti politicamente perché hanno fatto la differenza a livello elettorale anche se erano in numero limitato. Come quelli che diffidavano dei vaccini ora si diffida degli economisti, dei tecnici, degli agronomi delle industrie alimentari e si glorificano i cibi sani della tradizione anche quelli raccolti con le proprie mani in un orto del quale non conosciamo le effettive condizioni igieniche. Il progetto europeo si fondava sull’idea che la ricostruzione post bellica e lo sviluppo economico che ne è conseguito fossero un fattore per accumunare paesi di cultura e storia diversa, in passato nemici, che ora volevano costruire una grande comunità fiorente. Ora però si cede a una piccola minoranza solo perché ha i mezzi per bloccare la circolazione delle auto e dei camion. Come al solito spero di essere smentito dai fatti.
Categorie:Politica
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un amico mi scrive in privato:
Sul tema dei Forconi giustamente rilevi ma necessità di passare dalla veduta cortissima ad uno sguardo alto, prospettico, capace di suscitare una consapevole assunzione di responsabilità immediata: quindi capace di ripensare le proprie scelte in una discussione aperta onesta complessa, complessiva stabilendo tempi, priorità, sacrifici equamente e proporzionalmente distribuiti. Ma Forconi e novax volano bassi come oche, mai alti come le aquile. Mala tempora currunt.
rispondo:
sed peiora parantur
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il mio amico Maurizio mi invia questo articolo sull’inquinamento in Tunisia.
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Caro Raimondo ho sempre più la sensazione che ci si sta assuefacendo a tutte le catastrofi che colpiscono la nostra povera terra, catastrofi che, per la maggior parte, stiamo procurando noi. Non ci rendiamo conto che il peggio deve ancora venire e che forse è ormai troppo tardi per trovare una o più soluzioni per arginare questa situazione. Ho letto articolo sull’inquinamento in Tunisia e…rabbrividisco dall’orrore.
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