Per chi votare?

A pochi giorni dalle elezioni del parlamento europeo ormai non sono giustificabili incertezze e dubbi, occorre scegliere e decidere. I miei commenti politici sul blog sono più rari, la sensazione che ormai si sia del tutto impotenti rispetto ad eventi gravissimi quali le guerre in atto e gli stermini crudeli, rispetto ad una natura che mostra la sue forza distruttrice parlare delle imprese della Meloni e della Schlein mi sembra tempo perso, ma ora la scelta elettorale potrà avere degli effetti immensamente più grandi della forza di un singolo voto.

Lasciamo perdere la questione dei programmi poco convincenti evocata da tutti coloro che devono giustificare il fatto che non intendono votare. Se si vuole ci sono montagne di testi scritti e sbandierati che promettono questo o quello ma ben sappiamo per esperienza che i programmi sono acqua fresca rispetto alla loro fattibilità politica (creazione delle maggioranze capaci di applicarle) e agli eventi in parte imprevedibili che nell’arco di tempo del mandato i nostri rappresentanti dovranno affrontare.

Potremmo esaminare il valore dei candidati ma dopo che grosso modo ci siamo orientati su un’area politica che ci convince. Ricordo che queste schede elettorali consentano le preferenze e che quindi possiamo scegliere le persone e sarà nostra responsabilità favorire singoli candidati.

Anche se la polemica politica e giornalistica è stata occupata dalle questioni di casa nostra, soliti battibecchi tra i polli di Renzo, ora è chiara la questione politica su cui gli elettori possono decidere: il continente europeo sta andando a destra polarizzando le posizioni estreme e facendo risorgere gruppi nostalgici della forza, della conservazione, della identità nazionale o tribale, della difesa della razza, dell’oltranzismo integralista religioso. La paura del nemico, a volte immaginario, la paura della sinistra e dei diversi, ispira larga parte di una popolazione ricca e invecchiata, abituata alle tutele scambiate per diritti o priva di prospettive di miglioramento.

Se finora lo sbarramento ovvio in elezioni su una platea di milioni e milioni di persone ha emarginato le piccole formazioni estreme, vi è stata però la frantumazione dei partiti centristi e moderati che ha generato nuove forze che si stanno aggregando e alleando con l’estrema destra consentendole di superare il filtro degli sbarramenti. A sinistra lo sgretolamento ha generato invece forze che non sono disponibili ad aggregarsi facendo disperdere così i voti che queste prenderanno.

In questo quadro, il modello italiano (ridimensionamento di Forza italia e della Lega salviniana a favore della destra meloniana ha spostato il baricentro decisamente a destra) è presentato come il probabile esito nel nuovo parlamento: un ridimensionamento del partito popolare europeo a favore delle formazioni a destra potrebbe consentire una maggioranza senza i socialisti europei. Si tratterebbe di una maggioranza capace di cambiare l’Europa, facendola diventare un aggregato di nazioni più gelose delle rispettive identità, un continente più attento dei propri confini interni ed esterni contro l’immigrazione, una federazione riarmata, una economia centrata sull’industria bellica, sull’energia atomica … veramente un’altra Europa che stabilizza il volto assunto in questi due anni di guerra aperta dopo l’aggressione russa all’Ucraina. In poche parole potrebbe prevalere, anche per pochi voti, quella congerie di forze nostalgiche che abbiamo visto affacciarsi nell’incontro di Vox dei giorni scorsi in cui la nostra presidente del consiglio in toni enfatici diceva che quando la storia chiama i coraggiosi non si tirano indietro. Mi ha ricordato sinistramente un altro discorso ‘ la storia bussa alla porta …’

E’ quindi un momento cruciale in cui l’astensione sarebbe un peccato grave: pro o contro questa svolta, occorre assumersi la propria responsabilità e chi pensa di essere contro non votando non capisce che in questo modo è a favore. Io sono contro questa svolta che disgregherà l’Europa e ne interromperà la costruzione. Penso che qualsiasi partito a sinistra della attuale maggioranza di centro destra vada bene purché non sia una formazione che nei sondaggi non supera ora la soglia di sbarramento poiché, in questo caso, è un voto disperso e inutile che rafforza solo la destra.

Tra le varie opportunità possibili opto, come ormai i miei lettori hanno capito, per il Partito Democratico perché è quello che più chiaramente è schierato nel partito socialista europeo, perché ha una consistenza sufficiente per animare un gruppo di deputati riconoscibili nel nuovo parlamento, perché va rafforzato anche in vista del dibattito politico interno italiano in cui sono in discussione modifiche istituzionali capaci di cambiare l’Italia in peggio sul piano dei diritti individuali, dell’economia e della democrazia. Scorrendo la lista dei candidati ho potuto constatare la presenza di persone degnissime e preparate da cui mi piacerebbe essere rappresentato.

segue



Categorie:Politica

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

Scopri di più da raccontare e riflettere

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continua a leggere