Per non dimenticare Bersani e Renzi

da  Sobriamente ottimisti del 28 aprile 2013

Bersani vero vincitore morale ne esce perdente e sconfitto dai suoi. Una mela sana non guarisce le mele marce. Direbbe, forse. Ha scoperto che tra i suoi nuovi deputati 1 su 4 è un franco traditore che non ha il coraggio delle proprie idee. Ha scoperto che molti che dicono di volere il cambiamento vogliono solo distruggere o accaparrarsi un po’ di potere. Non ha il carisma del padre ma solo quello dello zio che tiene unita la famiglia se ha da distribuire qualcosa ai nipoti rissosi. Parla per metafore per farsi capire meglio ma i suoi hanno imparato a parlare con lingua biforcuta. Marini sarebbe stato un ottimo presidente, non ho nulla contro di lui, ma io non lo voto. Disse uno che non aveva titolo a parlare visto che non era un grande elettore. La mia non è una opposizione pregiudiziale ma un governo Letta, di cui non conosco ancora il programma e la compagine e che sta cercando le alleanze, io non lo voto. Disse un altro che lo zio Bersani ha portato in Parlamento e che senza l’alleanza, stracciata in un battibaleno, sarebbe rimasto a governare una regione in cui ha già perso la maggioranza.

Renzi, personaggio ambiguo e pericoloso, che, come dice Marini, finirà male e creerà guasti. Dice una cosa e fa il contrario, è il fenomeno mediatico creato e coccolato dalla stampa e dai poteri trasversali per disarticolare quel che resta della sinistra progressista.  Lui è il vero destabilizzatore della situazione, non c’è riuscito con le primarie in cui ha mostrato chiaro disprezzo per le regole pretendendo che nel ballottaggio le sue armate, che non avevano votato nella prima tornata, potessero decretare il suo trionfo contrariamente alle chiare regole che aveva sottoscritto. E’ lui che ha messo fretta rendendo più difficile il lavorio di Bersani, è lui e il suo gruppo che hanno infranto il delicatissimo accordo con il PDL e Scelta Civica per eleggere Marini, un presidente dignitosissimo, dando la stura a tutti i risentimenti antichi e nuovi che hanno portato al siluramento dello stesso Prodi. E’ lui che lancia Prodi per poi dichiararne l’affondamento 10 minuti dopo la proclamazione dell’esito della prima votazione. Sono sempre più convinto che sia lui il vero belzebu della situazione, l’espressione di quel distillato di voglia di potere che una generazione grintosa di piddini sta esprimendo sotto la sua leadership.

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  1. Il gradasso | Raimondo Bolletta

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