Lo spettacolo del venerdì di Crozza sta diventando per me un appuntamento atteso, quasi da tifoso.
Sono ammirato dalla qualità e dalla cura. Si vede il lavoro e la cultura del mattatore ma anche del team che lavora dietro ai suoi testi, alle musiche, alle coreografie.
Ormai non è possibile ascoltare il vero Renzi senza usare il filtro della macchietta costruita da Crozza e se Renzi fallirà nella sua corsa ciò sarà dovuto in percentuale non modesta alla demolizione sistematica della sua immagine da parte di Crozza.
Un pezzo di teatro incomparabile è stata la scena del papa Francesco, appeso alla croce del frigorifero che deve consegnare alla povera pensionata. Mi sono immediatamente divertito ma poi ci sono tornato su pensando a ciò che avevo visto. L’ho rivisto su internet ne ho parlato con amici, ne riparlo qui. Perché? Ho capito solo dopo che Crozza ha costruito una paradossale metafora-allegoria (non so dire quale sia la parola più appropriata) della società italiana, non ha solo imitato il papa. I due segretari che curano l’immagine sono i mass media, i giovani di CL sono se stessi, gli sportivi, i cardinali, gli intellettuali giornalisti che telefonano, il motociclista che pretende il sedile nuovo, la vecchietta pensionata che rifiuta il frigo sono altrettanti simboli di fette della nostra società che di fronte alla provocazione della predicazione e dell’esempio di Francesco, di fronte alla crisi mondiale che ci interroga e ci provoca, continuano per la loro strada in difesa del proprio particulare. Un mirabile affresco che ci ritrae tutti nelle luci felliniane del palcoscenico di Crozza.
Categorie:Riflessioni personali
Interessante! A volte Crozza illumina più di 10 tg su quello che sta succedendo. Ormai solo i comici possono dire che il re è nudo.
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