Il potere si ammanta di segni e simboli che parlano al popolo perché chi lo esercita sia riconoscibile e rispettato.
Il sindaco di Roma Raggi si è premurata di indossare la fascia tricolore subito, prima ancora di essere nel pieno dei suoi poteri per presenziare alla preghiera penitenziale prevista nell’ambito dell’anno santo per i politici. La sindaco di Torino l’ha indossata durante l’insediamento del consiglio comunale e dopo la proclamazione ufficiale. Stili diversi perfettamente comprensibili.
A Roma il vescovo è anche Papa, un uomo molto potente che però si è spogliato di tanti simboli, ad esempio lui la stola la indossa solo quando benedice e celebra un atto religioso.
Tra i simboli e i messaggi che in questi giorni Virginia Raggi ha inviato al suo popolo c’è certamente l’udienza privata fortemente cercata prima dell’insediamento formale davanti al consiglio eletto. L’udienza era privata, con lei erano i genitori e il figlio oltre ad alcuni collaboratori. Penso che avrà chiesto la benevolenza e la benedizione di un sant’uomo, avrà evitato di dirgli brutalmente che l”IMU va pagata e che tra tutto si aspetta di spillare dalle casse dei preti circa 400 milioni.
Usando la tecnica assai frequente nel giornalismo di inchiesta, gliel’ha fatto sapere con una intervista registrata su un tablet di poveracci delle periferie che si sono lamentati delle passate amministrazioni, tra questi un ragazzo chiedeva il pagamento dell’IMU alla Chiesa. Un po’ ridicolo andare a rappresentare le periferie con un audiovisivo quando quest’uomo ‘puzza’ di poveri lontano un miglio, Primavalle è un eden rispetto alle periferie estreme del mondo dove la sua tonaca bianca si è sporcata di continuo.
Per favore, qualcuno racconti al nuovo sindaco che il comune di Roma è stato a lungo laico, che a Roma c’è un monumento che ricorda roghi clericali e che giunte laiche eressero a futura memoria.
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