Dibattiti elettorali 2

Prosegue la mia riflessione sulla trasmissione  8 e ½ del 6 Febbraio. Tra i suoi protagonisti c’è un giornalista che non compare mai ma che gioca sempre un ruolo decisivo con il suo breve servizio filmato che costituisce l’editoriale della serata.

Di Pagliaro non conosciamo il volto, solo la voce giovanile e bene impostata adatta a testi assertivi chiari e a volte didascalici sempre supportati da immagini ben scelte tra quelle che hanno popolato i telegiornali. Si tratta di un’altra modalità di esercizio del potere giornalistico quello di gestire, tagliando e montando le immagini che popoleranno il nostro modo di vedere la realtà. Nella trasmissione con il ministro del tesoro il servizio ha riguardato il terremoto mondiale delle borse che stanno improvvisamente scendendo. Non so dire se si trattasse di un piccolo favore reso all’ottimismo elettorale di Padoan ma la tesi sostenuta dal servizio è che questo scossone, che ha bruciato migliaia di miliardi in giro per il mondo, sia una effetto dell’eccessiva automazione delle transazioni borsistiche ormai gestite da numerosi algoritmi che giocano uno contro l’altro. Non si può escludere che ci sia anche questa componente ma non è sicuramente la principale: la ragione è autenticamente economica ed era preannunciata dagli analisti più avveduti.

Non appena alcuni indicatori statistici sulle retribuzioni dei dipendenti americani hanno segnalato un aumento  è apparsa la possibilità che possa innescarsi la crescita di una inflazione da costi che determinerà la crescita dei tassi di sconto e quindi degli interessi sulle obbligazioni e sui titoli di debito pubblico.  Si è capito che la liquidità ingente che ha gonfiato i corsi delle borse in giro per il mondo potrà ritornare sulle obbligazioni che torneranno a rendere. Di qui il crollo delle borse.

Certo, se il servizio di Pagliaro avesse lanciato questo problema il ministro avrebbe dovuto chiarire meglio le sue intenzioni di politica economica senza perdere troppo tempo a rintuzzare piccole provocazioni elettoralistiche che provenivano dai suoi interlocutori.

Perché sia chiaro il debito è lì gigantesco ed imperituro e le promesse non riescono ad esorcizzarlo. Così come il potere dei giornalisti è ormai funzionale alla vita dei mass media che regolano sia le scelte elettorali, sia gli appetiti, sia la pancia, sia la rabbia.



Categorie:Economia e finanza, Elezioni politiche 2018, Social e massmedia

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2 replies

  1. cito un articolo che molto meglio di me denuncia la posizione dei poteri mediatici rispetto al fenomeno 5stelle. Vale la pena di leggerlo
    http://www.uominiebusiness.it/default.aspx?c=635&a=26200&tag=08-02-2018-Isilenzicolpevolidellaborghesiaitaliana

    "Mi piace"

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  1. Dibattiti elettorali | Raimondo Bolletta

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