Apprendo che anche Umberto Margiotta ci ha lasciato. Era una persona con il quale ho collaborato per poco tempo, che ho sporadicamente incontrato nelle tante occasioni in cui si parlava di scuola, ma che è rimasta nel mio cuore.

Riporto qui quanto ho scritto su di lui sulla breve collaborazione a Villa Falconieri.
Quando nel ’95 tornai al CEDE il clima politico era radicalmente cambiato, in un decennio la grande credibilità politica della generazione dei resistenti e degli antifascisti (impersonati in questa storia da Visalberghi e Gozzer) si era come dissolta ed emergeva prepotentemente lo scandalo della corruzione legato al finanziamento illegale dei partiti. Un clima pesante sovrastava le istituzioni ed era iniziata una crisi decennale che avrebbe toccato ogni aspetto della vita pubblica.
La posizione nella graduatoria del concorso mi consentì di riprendere la responsabilità del dipartimento Innovazione, Valutazione e Tecnologie educative. La Valutazione stava diventando il compito principale del CEDE e speravo di potermene occupare. Però nel primo colloquio con il presidente, che dal ’91 era il prof. Margiotta dell’università di Venezia, mi fu comunicato che, con delibera del comitato direttivo, la competenza sulla valutazione di sistema era passata al dipartimento Programmazione e Costi e che il mio dipartimento si sarebbe occupato soprattutto di nuove tecnologie educative. Non fui del tutto entusiasta della notizia.
Poi mi resi conto nei giorni successivi che di lavoro ce ne sarebbe stato molto e di grande importanza, non mi potevo certo lamentare.
Villa Falconieri era cambiata. Molti colleghi nuovi, la segreteria era stata potenziata e organizzata, molte parti dell’edificio erano state ristrutturate sia sotto la presidenza Visalberghi sia nella successiva di Margiotta. Brillava una sala convegni del tutto nuova provvista di strutture per la traduzione simultanea, molte stanze in più erano state arredate per gli uffici dei ricercatori, lo standard anche degli arredi e delle strutture era sempre più ‘europeo’.
Margiotta aveva presieduto il CEDE senza chiedere l’esonero dall’insegnamento nella sua università per cui era sempre trafelato, di corsa dall’aeroporto a Frascati e spesso anche al Ministero a Viale Trastevere. Per non pesare sulle magre risorse del CEDE dormiva in Villa quando settimanalmente veniva a Frascati ma non erano previsti servizi di guardiania ad hoc, se in contemporanea non c’erano dei convegni, per cui la sera si chiudeva dentro la villa con le sue carte da solo, non aveva paura dei fantasmi.
Tendenzialmente accentratore aveva costituito una segreteria del presidente che aveva anche il compito di archiviare sistematicamente tutta la documentazione dei vari progetti in cui era strutturata l’attività del Centro.
Era alla conclusione del suo mandato e si percepiva la fatica e lo stress di chi vuole comunque vincere una scommessa personale: risorse sempre più limitate, difficoltà burocratiche di ogni tipo. Il Ministero, che era anche ente vigilante, eccepì ad esempio sull’uso della macchina dell’ente per andare all’aeroporto per cui mi capitò più di una volta di dargli ‘uno strappo’ a Fiumicino al termine di una convulsa giornata di lavoro. Era una occasione per continuare a ‘lavorare’ discutendo dei progetti del CEDE.
Di lui conservo l’immagine di questo attivismo generoso oltre al ricordo della sua cultura raffinata e della sensibilità progressista e comunitaria.
Categorie:Cultura e scuola
Grazie, Raimondo, di averci informati. E delle tue riflessioni su esperienze, che ho vissuto anch’io in prima persona.
E del commosso ricordo finale, che vorrei condividere.
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Ringrazio e saluto un’ultima volta #UmbertoMargiotta, già mio Presidente, al Cede, negli anni dal 1991 al 1996. Ente di Ricerca che Margiotta, col suo Segretario Generale e i suoi collaboratori, riorganizzò con una ‘vision’ tale da ispirarne l’evoluzione ad InValSi, avvenuta successivamente ad opera legislativa, quando ne assunse la direzione il prof. Benedetto Vertecchi.
Dalla presentazione a Vicenza, nel 2007, sul tema: ‘La nuova alleanza: evoluzione dei saperi e modelli di apprendimento, nella società della conoscenza’, cito uno dei nuclei più significativi del suo pensiero, con cui oggi intendo salutarlo e ringraziarlo:
“La coscienza della propria singolarità rispetto alla specie è la coscienza di fronte alla morte.”, Umberto Margiotta – Università Cà Foscari, Vicenza, Febbraio 2007.
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