L’invito a pranzo di Enrico C. a Frascati mi ha cacciato in questo impiccio. Ora mi tocca scrivere come ho promesso. Ma lo faccio volentieri non solo per quella buona dose di narcisismo di cui molti di noi sono dotati, ma soprattutto perché siamo invasi dell’ignoranza del passato, il pregiudizio giustizialista che vede tutto il secondo dopoguerra come una storia di malaffare e di inefficienza ispira tante scelte scellerate del renzismo e tanti conati del grillismo e del salvinismo. Un motto di Aldo Visalberghi era ‘non gettiamo il bambino con l’acqua sporca’.
Il CEDE Centro Europeo dell’Educazione
Il 1974 è stato un anno molto importante per la scuola italiana. Furono emanati i Decreti Delegati che recepivano molte istanze di democratizzazione e di rinnovamento che i movimenti della fine degli anni sessanta avevano rappresentato.
In particolare il DPR 419 poneva le basi di un rinnovamento didattico e strutturale della scuola in vista di una vera riforma strutturale della secondaria, in parte ferma ancora ai licei della riforma Gentile (1923). Il decreto regolava la sperimentazione, l’aggiornamento culturale e professionale dei docenti e istituiva nuovi enti finalizzati alla ricerca e all’aggiornamento.
Due erano i livelli di sperimentazione consentiti: l’art.2 regolava la sperimentazione metolodologico-didattica, che poteva essere autorizzata dal collegio dei docenti senza che venissero toccate le strutture orarie dei corsi degli studenti e del servizio dei docenti,
l’art. 3 riguardava invece le sperimentazioni che modificavano ordinamenti e strutture. Essa poteva nascere “dal basso”, dalle proposte dei collegi dei docenti o da altri organi collegiali ma doveva essere autorizzata dal Ministero con specifici decreti. Di fatto l’art.3 consentiva che processi di riforma strutturale potessero essere attuati su larga scala con decreti che riguardavano reti di scuole diffuse sul territorio. Lo stesso Ministero successivamente, utilizzando il varco normativo dell’art.3, procedeva all’avvio di sperimentazioni di ipotesi strutturate dal centro. Le cosiddette sperimentazioni assistite.
Il DPR 419 innovava anche l’aggiornamento culturale e professionale dei docenti configurandolo come diritto-dovere (art. 7), non solo come risposta a iniziative promosse dall’alto, ma anche come autoaggiornamento legato a iniziative di sperimentazione.
In questo contesto furono istituiti gli Istituti regionali di ricerca, sperimentazione e aggiornamento educativi ( IRRSAE)e due istituzioni nazionali preposte alla sperimentazione e all’aggiornamento il Centro europeo dell’educazione, con sede a Frascati, e la Biblioteca di documentazione pedagogica, con sede a Firenze.
Forse sono pedante ma il racconto del mio rapporto con Villa Falconieri è stato molto influenzato dal quadro normativo che ho citato: per otto anni lavorai nella sperimentazione ex art.3 dell’Arangio Ruiz. Lì la collaborazione con Mario Fierli, con Aldo Visalberghi, con lo stesso preside Marando divenne più intensa e vitale. Nel ’79 Visalberghi, che aveva nei miei confronti una attenzione sbadata, storpiava sempre il mio nome nelle riunioni periodiche che facevamo nei comitati che governavano la gestione della sperimentazione, mi chiese di scrivere un libro di testo di matematica per la scuola media per la Ghisetti e Corvi di Milano. Panico totale, avrei rifiutato se i miei amici in particolare Rosi non mi avessero quasi costretto. Così, dopo aver accettato di scriverlo con il mio collega e amico Ovidio Pasquali, ed aver delineato il taglio che pensavo di dare al volume combinammo un volo a Milano con Visalberghi per incontrare l’editore. A Fiumicino Visalberghi scorse da lontano Giovanni Gozzer, l’ex direttore del CEE, e si affrettò a raggiungerlo e a salutarlo. Andiamo, beviamo qualcosa, in commissione parlamentare hanno fatto il tuo nome per la presidenza di Villa Falconieri … Con emozione stavo assistendo al passaggio di consegne tra due sessantenni ex partigiani, l’uno cattolico e l’altro socialista.
Ma l’emozione mi fece dimenticare il check in e quindi non potei partire con il volo previsto, facendo così la figura del frescone. L’incontro e il conseguente contratto fu riorganizzato successivamente.
Ho citato questo episodio personale sia perché ha inciso sulle mie scelte successive sia perchè mostra quanto fosse stato faticoso il varo del CEDE, dalla legge del ’74 si arriva quasi all’80 per la costituzione degli organi direttivi, l’approvazione dello statuto e dellla struttura, e si arriva all’82 per vedere il comando del personale che doveva operare nell’ente.
Io avevo partecipato al concorso pubblico per titoli e colloquio per lavorare al CEDE; il concorso era aperto a presidi, docenti secondari e universitari, tecnici di laboratorio. Il profilo dell’ente desiderato da Visalberghi, il quale era stato eletto presidente, doveva essere alto e prestigioso ma tale ambizione doveva presto scontrarsi con la scarsità delle risorse economiche e con le ristrettezze della mentalità burocratica.
Così dall’82 la mia sede di lavoro fu Villa Falconieri.
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