Per il sindaco di Roma

In questo blog ho quasi sempre esplicitato prima delle elezioni le mie scelte sia come ovvia conseguenza del fatto che alcuni miei post sono dedicati alla politica, ma in questi ultimi tempi sono più rari, sia perché mi piace sfidarmi nel prevedere cosa accadrà al di là dei sondaggi che ci influenzano sistematicamente.

Come i miei lettori sanno il mio cuore batte a sinistra e tra i candidati a sindaco di Roma ben tre si collocano a sinistra dello schieramento guidato da Fratelli d’Italia della Meloni. Lo schieramento di destra, se anche riprendesse i voti delle ultime politiche, potrebbe arrivare al massimo al 40% dei voti ma sia per la debolezza del personaggio presentato sia per i conflitti ormai palesi tra le tre forze che lo sostengono probabilmente tale percentuale non sarà raggiunta al primo turno. Quindi tutto si giocherà nel secondo turno.

Il 60-70% residuo a sinistra di Michetti si ripartirà tra Raggi, Calenda e Gualtieri ciascuno dei quali non può, allo stato attuale, sperare di aggiudicarsi il primo turno ma lotta per arrivare secondo per poter competere e vincere nel ballottaggio. I tre, qualora la ripartizione dei voti tra loro fosse uniforme, potrebbero oscillare intorno al 20%.

I sondaggi danno la Raggi sotto il 15% ma fluttuazioni e recuperi di qualche punto sono possibili visto che il numero degli indecisi e dei non rispondenti nei sondaggi è molto alto. Ad esempio è ignota la posizione dei dipendenti comunali che in questi 5 anni sono stati molto blanditi e premiati dalla sindaca Raggi e che potrebbero preferirla ad altri candidati che propongono di dare una sterzata efficientista alla gestione della burocrazia capitolina. Altro elemento di incertezza di questi giorni è la stessa vertenza Alitalia che riguarda un così alto numero di famiglie che in passato erano la ricchezza di questa città. Se Raggi arrivasse seconda al primo turno la vittoria di Michetti sarebbe certa a meno che Calenda non dirottasse i suoi voti sulla Raggi.

Tra Calenda e Gualtieri è difficile dire chi potrebbe prevalere al primo turno per andare al ballottaggio. Se fosse Calenda vorrebbe dire che sarà riuscito ad erodere voti al centro depotenziando la posizione di Michetti ed allora la sua vittoria nel ballottaggio è molto probabile.

Anche Gualtieri potrebbe ambire ad arrivare secondo ma solo se riuscisse a smuovere e ricompattare gli elettori a sinistra e a drenare un po’ di elettorato 5 stelle in libera uscita. La vittoria finale dipenderebbe molto dalle alleanze che Gualtieri saprà fare con gli altri candidati esclusi su un ventaglio di scelte che va dai cinque stelle al centro moderato.

Ma tu Bolletta per chi voterai?

Ovviamente l’incertezza è solo tra Calenda e Gualtieri. Per Calenda ho nutrito una certa simpatia iniziale come un lettore attento di questo blog potrebbe rilevare cercando i post in cui parlavo di lui quando uscì il suo libro. Qui troverete la raccolta dei post dedicati a lui.

L’ho votato al parlamento europeo e lo ritengo una persona capace e piena di entusiasmo ma eccessivamente ambiziosa … come per certi versi è stato ed è Renzi. Ha lavorato per tempo per costruirsi questa candidatura e certamente ha raccolto intorno a sé persone capaci e dotate della migliori intenzioni, ma questa sua ambizione ha rivelato una persona poco generosa e troppo opportunista.

Ha infatti cavalcato l’appartenenza al PD per poi uscirne subito rompendo rapporti che quelli del PD avrebbero voluto ricucire offrendo la possibilità di condividere le primarie per la candidatura a sindaco. Ha tirato diritto sicuro che il PD non avrebbe avuto alcun personaggio di livello che potesse competere con lui.

Mi direte, ma che c’entra tutto ciò con la candidatura a sindaco? C’entra moltissimo per due ragioni fondamentali: il sindaco è una figura simbolo per una città, deve impersonarne le caratteristiche migliori che motivino i cittadini a collaborare e ad impegnarsi, il sindaco di Roma gestirà una macchina molto complessa e per certi versi perversa e non potrà farlo da solo ma dovrà avvalersi di un consenso organizzato capillarmente, ha necessità della struttura di un partito.

Calenda è una persona che non promette di impersonare una evoluzione positiva della città, troppo narcisista, e si presenta in modo solitario con schemi programmatici pur dettagliati ma dei quali sfugge la visione complessiva.

La scelta di Gualtieri, che ho già votato alle primarie del centro sinistra, è per me quasi obbligata sia perché è una persona perbene che ha servito con disciplina e onore ove ha operato (al parlamento europeo è stato premiato come deputato competente ed impegnato nelle commissioni in cui operava) (al ministero del tesoro si è rivelato infaticabile e di grande competenza nel governo conte2 ) sia perché sta operando all’interno di un partito che promette questa volta di operare per allargare il consenso sulle cose da fare.

Qualche mio amico di sinistra che stimo considera l’appoggio del PD come motivo per non votare Gualtieri assumendo che tale appoggio possa essere una palla al piede o peggio ancora una cambiale in bianco quasi si dovesse ripetere la vicenda di Marino. Credo che sia un rischio da correre perché sia la vicenda di Marino sia quella della Raggi, per molti versi diversissime, dimostrano che singoli condottieri senza truppe al seguito sono troppo deboli per vincere la complessità di una città in rapido declino.



Categorie:Politica

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8 replies

  1. Ovviamente non sono di destra, non lo sono mai stata, né lo sarò mai!
    Non sono nemmeno grillina, però cerco una “sinistra” che sia prima di tutto un ‘faro’ culturale (e, di conseguenza, politico. Grande e irrinunciabile sogno…)

    Conosciamo la serietà del prof.Gualtieri ma, il ricordo di come è fu trattato il sindaco Marino, è ancora molto pesante; anche lui era una brava persona (oltre che bravissimo medico) per cui non credo che ce la farò votare PD – che prenderà, penso, ugualmente tanti voti…

    Mi resta la sindaca Raggi Forse si potrebbe riprovare… Io poi ho anche il sospetto che la si voglia far fuori perché donna, come è successo con la sindaca di Torino, che ha pagato ingiustamente. Sappiamo la storia…
    Grazie.

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    • Grazie del commento. Cercherò di rispondere in modo articolato ma non oggi, devo fare il babysitter.

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    • Nel mio post ho assunto due criteri di scelta del sindaco: la sua personalità, la sua immagine e la squadra di riferimento. Nel caso della sindaca uscente Raggi entrambi i criteri sono deboli. Ai miei occhi Raggi si è dimostrata inconsistente, non ho ascoltato un suo discorso o una sua analisi che non fossero le solite invettive contro quelli di prima, i soliti luoghi comuni dei ni-tutto. Squadra e programma sono evaporati e la sensazione è che la sua sia una impresa disperata e solitaria di una persona molto caparbia. Tu sollevi la questione del genere ma il fatto che fosse una giovane donna ha già giocato un ruolo nella sua elezione ma quel credito ora le gioca contro come un debito che non ha risarcito. Le donne della ‘Casa delle donne’ potrebbero raccontarti molto del tipo di femminismo portato avanti dalla sindaca Raggi. Tralascio qui le considerazioni sullo stato della città dopo la cura Raggi: stiamo molto peggio di prima, non è tutta colpa sua ma non riesco a vedere nulla che assolva le tante incertezze nella gestione amministrativa il carosello degli assessori e dei dirigenti. Ma la cosa più grave che le imputo e lo segnalerei a chiunque altro sarà eletto sindaco è la gestione del personale capitolino: blanditi e coccolati sono spariti dalle strade, evanescenti negli uffici sanno solo, quando ci sono, controllare e reprimere trattando cittadini, negozianti, automobilisti come poco di buono da sanzionare. Il nuovo sindaco si troverà subito contro i dipendenti del Comune come accadde a Marino se vorrà stanare qualche seppur piccola sacca di privilegio e di imboscamento. E’ per questo che la rete di consenso, si ci sarà nell’urna, che ha come perno un partito come il PD rende Gualtieri per me il candidato da votare. E il PD che fece saltare Marino non c’è più molta acqua è passata sotto i ponti.

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      • Grazie Raimondo, molte cose che tu hai scritto mi sono ritornate alla memoria purtoppo! Centro l’ombra del vecchio PD è molto forte, ma visto come stanno le cose ho poca scelta, anzi ho una scelta d’obbligo, quella di votare Gualtieri, ma confesso che he ho difficoltà. In questi giorni sto seguendo tutti gli incontri relativi alle votazioni per cercare di capire qualcosa in più.
        La situazione in cui si trova Roma mi sembra sempre più seria (trasporti pubblici molto trascurati e super affollati. Chissà se mai riusciranno a migliorarli…)
        Penso cmq, ripensandoci ancora, che seguirò il tuo punto di vista. Grazie, ciao, rosalba

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  2. Sto seguendo anche l’urbanista Paolo Berdini, ma ho l’impressione che venga un po ‘oscurato’ dai media.

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    • Non ho considerato Paolo Berdini perché non è della partita per diventare sindaco, se gli va bene entrerà in consiglio comunale e potrebbe contrattare posizioni in giunta alleandosi con lo sfidante di sinistra al ballottaggio. Ha avuto un ruolo credo importante nella elezione della Raggi perché era la persona più competente sulle questioni urbanistiche con posizioni limpidamente di sinistra. Ebbe un ruolo nei primi mesi della sindacatura della Raggi ma gettò la spugna, se ricordo bene, sulla questione del nuovo stadio della Roma in cui si rese conto che una cosa sono le battaglie di principio ed altra è la gestione del potere con una squadra eterogenea ed incompetente come era quella della Raggi. Purtroppo con questa candidatura la sua immagine si deteriore ulteriormente ai miei occhi: correre da solo sapendo che il suo elettorato è di sinistra (ex sessantottini) significa danneggiare lo schieramento di sinistra in particolare il tentativo di Gualtieri che a destra non convince la borghesia illuminata progressista che preferisce Calenda ma nemmeno gli idealisti di sinistra che sono sedotti dalle parole d’ordine della moralizzazione grillina e dell’immaginazione al potere di quelli della mia generazione (Berdini). Scusa lo schematismo ma ho usato solo la memoria.

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