Il bue disse cornuto all’asino

Le penose discussioni giornalistiche sulla situazione della gestione dell’epidemia di Covid sono segnate da alcune parole d’ordine per giustificare quel 30% di renitenti alla vaccinazione che nasconde un buon 10% di ostinati no-vax.

Siccome la colpa non è mai del pupo, che ha sempre ragione, la colpa è della cattiva informazione da parte del governo. E indovinate chi fa questa affermazione? i giornalisti addossando ai politici e ai tecnici la responsabilità delle incertezze o delle paure o delle pigrizie di questo intoccabile 30% di renitenti. Ma i giornalisti cosa dovrebbero fare? in tanti mesi, ormai quasi due anni, non hanno capito abbastanza per gestire una buona informazione per il volgo?

Ora ce l’hanno su con Draghi perché non partecipa ai talk show e non concede interviste di prestigio, ce l’hanno su con gli scienziati perché hanno manifestato i loro dubbi e le incertezze della gestione di una realtà molto complessa. L’unico cosa che sanno fare i giornalisti è di amplificare tutto ciò che è apparentemente contraddittorio come ad esempio il green pass per la messa e il green pass per il teatro.

Oggi ascoltavo qualche servizio televisivo sui problemi di attuazione del controllo del green pass. Da come formulavano le domande e da come sceglievano le persone da intervistare erano chiare due cose: il giornalista non conosceva compiutamente il meccanismo tecnico del certificato digitale, il rispondente non aveva ancora affrontato il problema ma l’unica cosa che doveva affermare era che dovrà mettere una persona a svolgere questo compito di controllo giornaliero … anche se l’azienda aveva una ventina di addetti, persone che si conoscono tutte e che sicuramente conoscono ciascuno la situazione effettiva dell’altro.

La stampa sta ingigantendo un problema (e Landini gli va dietro) che non esiste: la procedura consente di avere sul proprio telefonino il QR code per poterlo mostrare tutte le volte che si vuole entrare in un ambiente a rischio contagio ma la stessa procedura consente di stampare il codice su carta in un numero di esemplari illimitato. Nulla vieta di consegnare il QR stampato su carta al proprio datore di lavoro senza doverlo esibire e controllare ad ogni ingresso ed uscita dalla fabbrica o dall’ufficio. Altra questione è il controlla della temperatura corporea che dovrà essere fatta giornalmente.

Al giornalista intervistatore sfuggiva una caratteristica fondamentale della certificazione digitale: la validità del certificato non risiede nella filigrana o nella firma dell’emittente ma nell’istantanea possibilità di verificare l’informazione su un database non falsificabile. Si tratta di una enorme novità che pochi sanno apprezzare perché siamo ormai abituati alla magia della tecnologia a poco prezzo. Che l’esito di una tampone venga acquisito in tempo reale ed istantaneamente risulti sul green pass è una possibilità che solo due anni fa sembrava impossibile.

Ma forse è proprio questo che preoccupa coloro che stanno dietro al movimento no-vax che la tecnologia possa essere usata bene dallo Stato e che l’informazione sia gestita in modo efficiente … abbasso il green pass gridano … perché con lo stesso sistema si potrebbero scovare gli evasori fiscali, si potrebbero tracciare le ricchezze legate alla droga e alla mafia … Sì in effetti l’operazione antiCovid potrebbe essere pericolosa per molta gente che vive nell’ombra.



Categorie:Vaccini

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