Se non scrivo nulla in queste settimane di guerra è perché non riesco ad articolare delle riflessioni positive per me e per i miei lettori, ma la mia mente al risveglio mattutino è affollata di idee e possibili testi che come per i sogni svaniscono di fronte all’evidenza delle cattive notizie dal fronte. Come al solito appunto solo alcune idee forse banali ma che più prepotentemente si rincorrono in questi giorni.

E’ ormai evidente il ruolo nefasto della personalizzazione di questo scontro, da una parte un Putin che si gioca tutto disperatamente sapendo di fare scelte che per sempre gli saranno imputate e di ipotecare così la sua memoria, dall’altra un giovane David che si erge a difensore di tutto l’Occidente con la strenua lotta di un esercito molto composito, ma di cui non vediamo mai lo stato maggiore, tutt’intorno personaggi in cerca di autore, un vecchio combattente come Biden che pensa di essere il regolatore delle sorti del mondo dall’alto del potere finanziario della sua moneta che potrebbe danneggiare alla lunga il Golia russo senza dover menare le mani, una antica potenza coloniale decaduta come la Gran Bretagna, liberatasi dal vincolo degli amici europei, governata da un discusso Johnson che gioca a fare la super potenza vogliosa di menar le mani con un esercito super tecnologico, poi la combriccola degli amici europei che orgogliosamente si riuniscono nella fastosa Versailles immaginando forse di rinverdire i fasti delle antiche corti francesi. L’unico che vedo un po’ spompato e seriamente preoccupato è il nostro beato Mario da Francoforte che vede con lucidità il vicolo cieco in cui tanti deliri ci stanno portando velocemente. La Cina come un gatto sornione aspetta pronta a soccorrere chi dovesse soccombere in questo scontro al caro prezzo della dipendenza economica.
Questi deliri sono amplificati dal potere mediatico che vive giornate favolose in cui riesce a fare ascolti eccezionali, più dello sport e della pandemia. In questo ambito, il potere dei giornalisti televisivi e dei cosiddetti esperti di geopolitica è evidente. Possono far esplodere una inflazione artificiale che, attraverso la speculazione di chi si approfitta, si fonda sulla paura generata da notizie imprecise o da battute irresponsabili.
Mediatori di pace
La gravità della situazione è evidente se si pensa che qualsiasi accordo di pace o di cessate il fuoco non può essere il risultato di un incontro tra i due contendenti e necessita di uno o più mediatori in grado di immaginare soluzioni accettabili per entrambi. L’Europa ha rinunciato subito a questo ruolo sia perché incapace di immaginazione sia perché sprovvista di un potere autonomo che sappia garantire entrambi, David e Golia. Allora sono spuntati la Turchia, Israele e forse altri che non conosciamo. Ma è terribile scoprire che i mediatori potenziali sono le due potenze militari che in modi complicati nel passato sono stati sodali della Russia in guerre locali che si sono tramutate in cancrene stabili in cui la vita civile è stata distrutta nelle cose e nelle persone. Se Turchia e Israele concepiranno una soluzione somiglierà terribilmente alla Siria, al Libano, all’Afganistan, all’Irak, alla Palestina. Allora prepariamoci a tempi lunghi e a ferite profonde che difficilmente saranno rimarginate.
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