Queste giornate, così affollate di notizie tragiche e segnate dalla paura che ci invade direttamente, difficilmente danno spazio a riflessioni ragionate e serene. Ma se il tuo blog serve a raccontare le tue riflessioni non puoi ammutolire ed isolarti, speri di poter condividere con altri le tue angosce ma anche le tue speranze.

Le guerre pandemiche
La guerra in Ucraina sta oscurando le altre guerre fratricide in giro per il mondo e la paura di fondo in molti è che, come in una pandemia, l’infezione della guerra possa dilagare nel mondo in modo incontrollato. Ieri rileggendo un testo dedicato ai temi della pace e della memoria mi sono imbattuto in una riflessione che implicitamente accosta la guerra di questi giorni alla pandemia di coronavirus. Sta estinguendosi la generazione che, avendo vissuto la seconda guerra mondiale, ne conservava la memoria diretta; era come se possedesse degli anticorpi in grado di motivare tante scelte pacifiste e pacifiche del secondo dopoguerra, la stessa cosa che si è verificata con la protezione degli anticorpi della spagnola che sono spariti con la estinzione di quella generazione di umani. Da qui la mobilitazione degli ultimi testimoni degli orrori delle seconda guerra mondiale per trasmettere i loro anticorpi alle nuove generazioni mediante la trasmissione della memoria.
Ma il titolo di questo blog non solo vuole richiamare l’attenzione sulle tante guerre guerreggiate in giro per il mondo in questo momento ma anche al fatto che questa guerra in Ucraina mostra una tale varietà di aspetti che la sua descrizione e la sua definizione fanno ricorso a vari concetti tra loro intrecciati in un reticolo complesso ed inestricabile.
Guerra tra popoli
La mappa delle battaglie in corso sottolinea che l’Ucraina ospita popolazioni diverse e Kiev segna un antico confine che ha unito e diviso in nome di identità che si cercavano o che si volevano separare a seconda delle circostanze. La guerra del 2014 nasce e esplode per un contrasto linguistico che riflette l’esistenza di nazionalità diverse inutilmente mescolate e fuse da un unico sistema statale sovrastante ormai dissolto. Alle lingue corrispondono fedi religiose simili, in chiese distinte, che gelosamente difendono le proprie caratteristiche storiche e culturali. L’invasione russa riflette l’intenzione del popolo russo di riprendersi quegli spazi e quelle popolazioni più affini alle proprie caratteristiche culturali e linguistiche che caratterizzavano l’antico impero degli zar. Se così fosse non ci sono molte speranze che il popolo russo si ribelli ora al proprio capo Putin che ha eletto conferendogli un potere senza controllo. Per la verità ci sarebbe un precedente nella rivoluzione russa scoppiata proprio durante la prima guerra mondiale.
Guerra per predare un territorio
Sembrerebbe del tutto anacronistico che questa guerra fosse una guerra per annettersi un territorio, una invasione per predare una ricchezza esistente. Purtroppo è un aspetto da non escludere, le repubbliche di cui si chiede l’autonomia sono le regioni più ricche e avanzate per il tessuto industriale e per le risorse del sottosuolo come dimostra la battaglia sulle coste meridionali a Cherson e Mariupol. Altro che identità culturali, linguistiche e religiose si vuole conquistare un territorio perché ricco e promettente.
Guerra di invasione
Sulle prime ciò che ci ha sorpreso è l’attacco su molti fronti e la sensazione che la Russia volesse invadere tutta l’Ucraina sottoponendola al suo potere per intero. Al momento non lo passiamo escludere, siamo solo al settimo giorno di guerra, l’occupazione dell’intero territorio con l’abbattimento di tutte le istituzioni statali sembra essere un obiettivo che gli strateghi di Putin hanno valutato possibile visto che la democrazia ucraina è retta da un ex attore giovane e poco esperto di cose militari e che in questi anni di accesi contrasti politici, le principali componenti della società ucraina sono state litigiose, corrotte e hanno prodotto un impoverimento diffuso e sofferto dalla popolazione. Scommettere sulla dissoluzione rapida dell’esercito ucraino forse è stato avventato come anche l’idea che il popolo fosse senza una guida carismatica. Con i sistemi di comunicazione moderni nessuno riuscirà mai a sottomettere un popolo di milioni di persone su un territorio grande come la Francia. Certo, ciò che è accaduto a molti popoli del medio oriente fa temere il peggio se il terrore di aerei, razzi e bombe dovesse essere spinto alle estreme conseguenze. Poco sappiamo della Cecenia, quali gli effetti della repressione violenta esercitata dallo stesso Putin?
Guerra economica
L’allargamento del conflitto a livello mondiale è già avvenuto con le sanzioni economiche che non hanno solo lo scopo di punire chi sta violando le regole della convivenza tra nazioni ma vorrebbero avere anche effetti immediati sullo svolgimento delle operazioni militari. I cittadini russi non possono stare al caldo nelle loro case senza sapere che questa guerra toccherà, sta già toccando, il loro portafoglio, non solo dei grandi plutocrati ma anche del pensionato e del semplice operaio. I paesi che hanno adottato le sanzioni sanno che effetti negativi si avranno ovunque anche in quel mondo occidentale ricco che non vuole combattere direttamente ma che non vuole girarsi da un’altra parte di fronte alla ferocia delle squadracce di Putin. A meno di miracoli impensabili, la guerra economica e commerciale avrà effetti lunghi che non potranno esaurirsi né con un accordo di cessate il fuoco né con la vittoria sul campo di una sola parte.
Guerra mediatica
La modernità di questa guerra sta nel ruolo giocato dai media nella sua genesi e nel suo svolgimento. Il potere assoluto di Putin si base sul controllo diretto della stampa e dei media e nell’interferenza sistematica nei sistemi mediatici occidentali, nei social, per orientare e potenziare le forze che potevano indebolire la coesione dell’Occidente. Nessuna sorpresa, anche Hitler ha raggiunto il potere e costruito il consenso delle masse con la gestione della comunicazione e delle immagini, infatti il nazifascismo appartiene alla modernità … Ma anche il suo rivale sul campo è un prodotto dei media, un attore che ha impersonato un personaggio nelle finzione ed ora nella realtà. Come si poteva pensare che un attore con i suo esempio potesse galvanizzare masse di civili che per il momento resistono eroicamente ad una feroce invasione?
Guerra di resistenza
Gli aggrediti, gli ucraini, stanno attivando una guerra di resistenza che ha sorpreso il mondo intero e lo stesso aggressore che è costretto a schierare tutta la sua forza e a colpire duramente e crudelmente in modi che la storia non potrà che condannare per secoli. Il costo di una guerra di resistenza in termini di vite, di città, di strutture produttive distrutte è altissimo e nessuno può dire quanto a lungo sarà possibile tirare la corda da una parte e dall’altra.
Il fattore tempo
Queste sfaccettature della guerra che ho descritto in questa riflessione non tirano su il morale, spero di poter nel prossimo futuro scorgere nuovi aspetti che promettano luce in fondo al tunnel. Il fattore tempo sarà decisivo per ognuno degli aspetti della guerra che ho evidenziato per capire sia i fattori che l’hanno determinata sia le prospettive future delle scelte che saranno compiute. I russi hanno cercato di bruciare i tempi mettendo però in luce una loro sostanziale impotenza rispetto alla resistenza di chi cerca di difendere il futuro dei propri figli e non il successo di un despota.
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