La frana di Ischia ha riportato in primo piano la questione dei condoni, il partito di Conte sostiene che non si trattò di un vero condono ma di una semplificazione burocratica, un velocizzazione delle pratiche di condono giacenti relative ai tre precedenti condoni, Craxi, Berlusconi1 e Berlusconi2. Che fosse una decisione molto discutibile è dimostrato dalla modalità di inserimento furbesco nel decreto per il ponte di Genova durante il Conte 1 per espresso interesse dell’allora vicepresidente del consiglio on. Di Maio. Ma allora il terremoto giustificò la fretta dell’intervento e la deroga per rendere possibili gli interventi e i rimborsi. In questi giorni poco si parla degli effetti di quelle deroghe frettolose, ci fosse un servizio giornalistico che vada ad indagare sulla realtà oltre a fare le cronache lacrimevoli dei volontari che spalano fango. In realtà condono ci fu allora almeno per quanto riguarda le responsabilità degli amministratori che in questi decenni non sono nemmeno riusciti a istruire e chiudere le pratiche che i cittadini avevano prodotto pagando le ammende che le leggi di condono avevano stabilito, sì, perché questi condoni servono a far cassa non a risanare il territorio e le città.

Ne so qualcosa poiché avevo acquistato un appartamento condonato a Roma per una veranda in alluminio realizzata dai venditori e il notaio aveva acquisito la ricevuta dei pagamenti del venditore e registrato il contratto ma al terzo atto notarile di passaggio (eredità e donazione all’interno della famiglia) il notaio pretese che fosse allegata la certificazione che la pratica era stata definita dal comune. Scoprii allora che il Comune di Roma, dato il numero esorbitante di domande, le aveva materialmente archiviate in un grande edificio e le difiniva solo a richiesta degli interessati. Provai ad accedere all’ufficio ma occorreva un tecnico, da retribuire a parte per ottenere rapidamente un certificato che attestava che la veranda era stata sanata; compenso del tecnico superiore a quanto era stata la multa pagata dal venditore.
Quindi quello di Ischia da parte del Conte 1 fu un condono, un perdono per le amministrazioni inadempienti che in tutti questi anni non avevano definito le 26.000 pratiche, il ministro Pichetto qualche ragione ce l’ha quando dice che amministratori e sindaci dovrebbero andare in galera.
Ma non sia mai! Salvini rassicura i sindaci, tranquilli, aboliremo anche l’abuso di ufficio e tanti codicilli che rallentano la gestione dei progetti.
L’ondata di sdegno di fronte alle famiglie distrutte dal fango in case costruire sul tufo vicino a un canalone già si acquieta e gradualmente prevale il buon senso e la ragione di stato, nemmeno la destra estrema è tanto rigorosa, si dimostra comprensiva soprattutto con i propri elettori. Nessun condono!
Non è un condono l’annullamento delle cartelle esattoriali oggetto di contenzioso per miliardi, una multa e tutti coloro che non sono in regola avranno condonato tutto e possono ricominciare una nuova vita.
Non è un condono se quei poveretti che si sono opposti al vaccino e che sono incorsi nell’orrenda multa comminata da quello stalinista del ministro Speranza potranno soprassedere al pagamento e senza nemmeno mettersi in regola con la vaccinazione visto che ormai questa è solo consigliata.
Nessuna penalità per i medici e personale sanitario NO VAX , tutti al lavoro ma meglio protetti rispetto a coloro che le regole le hanno rispettate.
Ma senza fare condoni basta allentare le norme ridurre i controlli, cari dipendenti e pensionati non vi abbassiamo le tasse ma potete evadere più facilmente, potete liquidare l’artigiano senza tracciamento, provateci a ottenere uno sconto facendo a mezzi dell’evasione fiscale che farà l’artigiano, considerata l’iva potete chiedere uno sconto del 30% se il lavoro è compensato con denaro liquido, ma lo stesso vale per il ristorante, l’esercizio commerciale, basta con questa pressione fiscale onnivora, viva il contante. Anche per le piccole spese, portatevi gli spicci perché i negozianti sono autorizzati a non accettare la carta … un grande generale condono, tante scimmiette che non vedono, non sentono e non parlano.
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