Il bosco dei misteri

La mia amica Rosi mi manda un nuovo documento con altri racconti sulla cittadella assediata. Fantasia o documento autentico? non è dato sapere, intanto io pubblico, se qualcun altro sa come andò a finire quell’antica città ce lo faccia sapere.

Fuori dalla cittadella assediata c’era un bosco. Lo chiamavano il bosco dei misteri perché vi si aggirava un mago e gli animali avevano strani comportamenti. Si diceva in giro che alcuni animali fossero in realtà degli uomini che vi si erano smarriti.

Tra gli altri c’era uno scoiattolino che aveva la mania di correre. A tutti quelli che incontrava diceva: “guarda come corro”, io sono il più  veloce  io arriverò dove voglio”.

Scoiattolo corre con dado in suoi denti

Tutti lo chiamavano spidy e non gli facevano molto caso.

Persino il Cappellaio matto che  parlava con tutti, cercava di evitarlo per non sentire la solita tiritera. In più lo scoiattolino da corsa cercava di convincere tutti a comprare noccioline, semi e altri articoli serbati nella sua piccola tana che però nessuno aveva mai  visto.

Un giorno arrivò nel  bosco  il Mago Cosareggo,  specializzato nel governare attività misteriose, e si stabilì in una capanna. Non veniva spesso perché doveva badare a una bettola che si chiamava Whisky & Birra (WEB) in cui si ubriacavano molti popolani e nobili.

Arrivato nel bosco, conquistata la fiducia di un vecchio gatto un po’ malandato e con il pelo  arruffato, ma furbo e conosciuto nel bosco perché se la pigliava sempre con qualcosa  e rompeva  le semplice vita  della comunità degli animali e il silenzio della natura  con urla e improperi, lo aiutò a conquistare la fiducia di molti animali, i più sciocchi, ingenui o quelli che si erano arrabbiati soprattutto con gli uomini della cittadella assediata di cui non capivano i sacrifici e la difficoltà della situazione. Così molti erano passati al suo servizio in cambio di molte promesse e della soddisfazione di poter gridare tutti insieme.

Ma rimase fuori spidy. Non era interessato alle proposte del Mago; gli interessava solo ciò che riguardava lui e il suo successo; non dava nemmeno retta a quelli che, disorientati dal terribile assedio della cittadella, non riuscivano ad organizzarsi. Per la verità molti avevano sperato che lo scoiattolino veloce fosse in grado di  conquistare gli assedianti offrendo loro  le preziose merci che teneva nel suo nido.  Ma ahimè nessuno le aveva ancora viste.

Lo scoiattolino intanto continuava a correre  allegramente da un ramo all’altro convinto di essere al di sopra dell’astuto Mago finché un giorno il Mago lo invitò nella sua capanna.

Convinto di essere stato  oggetto di un grande onore e di un dovuto riconoscimento della sua velocità, tanto più che il Mago lo aveva invitato a entrare di corsa se ne fosse stato capace, Spidy si infilò nella capanna ma senza nemmeno rendersene conto  si trovo direttamente chiuso  in una gabbia  dove era collocata una grossa ruota. Spidy vi entrò e, resosi conto che così era molto più veloce,   non si accorse  nemmeno di essere  caduto in potere del Mago e del Gattaccio spelacchiato.

Da quel momento Spidy continua a correre e a gridare agli animali del bosco: “Io arriverò prima, riuscirò a fare quello che bisogna fare”.

Non si è ancora accorto che la sua corsa è senza meta e quindi gira continuamente  per cui non sente nemmeno più i richiami di quelli di fuori, quelli che non erano entrati nella comune del Mago e che temono che la corsa folle e inconsapevole dello scoiattolo  porti qualcuno di loro ad ammirarlo come corridore  a dimenticare di sostenere chi  lotta nella cittadella assediata.

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Categorie:La cittadella assediata

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