Ieri un amico mi ha proposto la lettura di un intervento di Bettini in vista delle prossime decisioni del PD.
Ho così risposto:
l’ho letto velocemente, non mi piace, assume che Renzi sia un evento messianico da salvare. Bettini non si rende conto del fallimento della persona e della sua ipotesi politica. Il PD può salvarsi solo se si libera e ci libera dal renzismo. Il no al referendum e la sentenza della Corte ci riportano prepotentemente al proporzionale, un luogo in cui non servono leader, non servono primarie, non servono ammucchiate antiqualcosa. Finito Berlusconi muore l’antiberlusconismo. La nuova DC interclassista è Grillo e allora il PD si salva solo se riscopre una sua linea autenticamente socialdemocratica, laica, libertaria, socialista, radicale, ambientalista. La soglia del 40% è uno specchietto per le allodole, una trappola irraggiungibile che porterà ancora i politici come Bettini a coalizzarsi intorno a un condottiero ormai farlocco. Bisogna recuperare Letta e tenerci stretto Gentiloni e tanti altri che nel PD ci sono, gente capace, onesta, preparata, in grado di gestire la macchina dello stato e gestire l’economia senza deviazioni populisti di sinistra …
I piddini avranno il coraggio di liberarsi del Renzismo? Solo con questo atto di coraggio potranno ritrovare la loro anima e potranno avere un ruolo positivo nel prossimo futuro.
Ripropongo una riflessione del luglio scorso che mi pare utile anche in questa fase in cui si stanno raccogliendo i cocci del renzismo. Comparavo il grillismo, il berlusconismo e il renzismo.
Il grillismo, forse sta diventando una mia fissa, una fobia, sempre più mi appare come un fenomeno esteso e radicato in una parte della popolazione. Non è il frutto delle predicazioni di Grillo, ma Grillo ha fatto emergere, ha catalizzato politicamente atteggiamenti, attese, sentimenti, interessi diffusi soprattutto in una generazione di giovani che, arrivati alla maturità, hanno scoperto che molte delle promesse del progresso sarebbero state tradite dai limiti dello sviluppo economico.
Un fenomeno e una realtà non solo italiana ma internazionale variamente diffusa in tutte le società occidentali ricche ed arrivate da anni a toccare il limite dello sviluppo compatibile con il proprio territorio. Ovviamente il M5S non rappresenta tutto il fenomeno sociale a cui alludo e sarebbe improprio chiamarlo grillismo: terzomondismo, veganesimo, ecologismo, pauperismo, sottile luddismo, populismo sono tante facce di un atteggiamento generazionale e sociale, molto complesso. Si tratta di un coacervo di sentimenti e reazioni spesso irrazionali e contraddittori al loro interno che politicamente spaziano dal neonazismo alla sinistra rivoluzionaria. I miei lettori più esperti di me saprebbero descrivere meglio quello che voglio dire: c’è un ‘blocco sociale’ identitario che il grillismo bene o male rappresenta e coagula.
Esattamente come è stato più di vent’anni fa il Berlusconismo: Berlusconi catalizzò un diffuso malessere di un ceto di professionisti che non si rassegnavano ad un rallentamento della crescita economica che sembrava provocato dall’eccesso di stato sociale troppo costoso e troppo di sinistra. Berlusconi non inventò nulla, interpretò e rappresentò in Italia quanto ad esempio Thacher e Reagan avevano introdotto nei loro paesi sotto forma di strenuo liberismo antisocialdemocratico e antisovietico. Qualche settimana fa in libreria una signora della mia età parlava con la guardia giurata esprimendo la sua grande nostalgia di Berlusconi che descriveva come un personaggio che aveva subìto grandi torti e che aveva grandi meriti storici.
E il renzismo che c’entra in questa storia? Niente, non è comparabile con i primi due ‘ismi’. Renzi ha cercato di intercettare questi due blocchi, il liberismo di un ceto ricco di professionisti e di impiegati e dirigenti da un lato e l’antimodernismo della generazione dei giovani delusi dei limiti dello sviluppo. Spesso oscilla nel linguaggio e nelle tesi tra queste due posizioni pretendendo di essere un berlusconiano grillista tradendo però la sua appartenenza formale che dovrebbe essere di sinistra. Una meteora causata da una congiunzione di astri politico-istituzionale che lo ha portato senza essere eletto a palazzo Chigi.
Se non vi siete ancora stancati di leggere e volete ancora ragionare un po’ su questi temi vi ripropongo la storiella della cittadella assediata che raccontavo tre anni fa sulla grave epidemia che vi si stava diffondendo.
Una nuova specie di cittadini si andava materializzando il grullosconus moderatus. Da tempo circolava un bacillo molto persistente, una sorta di pandemia, detta berlusconite una sindrome che vede nell’individualismo liberista la strategia vincente per il successo. Fu diffuso allora un nuovo virus opposto alla berlusconite detta dai medici la grillinite pentastellata che determinava un sussulto di buoni sentimenti positivi, l’onestà, il rispetto della natura, la democrazia diretta, la modernità tecnologica. Molti appartenenti alla fazione dei DEM contrassero la malattia e ne andavano fieri, nessun effetto devastante se non qualche eccesso verbale qualche intemperanza nei confronti soprattutto dei vecchi politici. C’è chi dice che anche Mattia l’abbia contratta ma con il suo fisico vigoroso guarì rapidamente e divenne edotto di molti aspetti della malattia, si era immunizzato per cui si sentiva in grado di andare in mezzo agli infettati dal virus per diffondere il suo verbo e guarire rapidamente i cittadini della sua fazione DEM. Ma se la grillinite attaccava un individuo già sofferente di berlusconite sviluppava una complicanza terribile che determinava sentimenti di odio, aggressività, turpiloquio, manie di pauperismo apparente, una specie di Alzheimer, per capirci. Circolava da tempo nella città anche un altro virus che causa la fascite una sindrome molto dolorosa dei piedi che se prende alle mani determina un irrigidimento della mano destra e una irresistibile voglia di alzare il braccio come per salutare. Se prende alla mano si chiama fascismo. Gli alchimisti e le streghe all’opera nell’antro del castello di Silvius scoprirono che, in assenza di cure valide, la combinazione dei tre virus è in grado di mutare il comportamento di un cittadino normale in una nuova specie vivente particolarmente violenta ed insidiosa soprannominata grullosconus. Gli alchimisti ebbero l’ordine di addomesticare i virus così da generare una varietà consona a costituire una nuova fazione agli ordine di Silvius, i grullosconi moderati.
La varietà moderata era però piuttosto rara e la malattia dilagò rapidamente fuori dal controllo degli alchimisti e dagli untori, facitori di opinioni al soldo del barone Silvius. Alcuni cittadini infettati dai facitori di opinioni avevano sviluppato una così forte avversione contro i reggitori della città, contro le regole di convivenza, contro la fazione che governava la città che persero la consapevolezza dei loro reali interessi individuali: spesso si arrampicavano sugli alberi si sedevano su un ramo e urlando la propria rabbia segavano il ramo su cui sedevano cadendo rovinosamente a terra. Oppure distruggevano i propri beni sfondando le porte del banco in cui conservavano i propri risparmi o imbrattavano i muri delle proprie case.
Regnava nella città l’incertezza, quanti rami servivano perché questa nuova specie si eliminasse da sola battendo la testa e tornando a ragionare senza l’influsso dei pericolosi virus? Sì perché per liberarsi dai virus bisognava sbattere violentemente la testa contro un ostacolo rinsavendo all’improvviso e ricominciando a ragionar pacatamente.
Molti infettati ora hanno battuto la testa contro il muro del referendum costituzionale ma non sembrano rinsaviti, non sono tornati a ragionar pacatamente, sono troppo corrosi dalla conservazione del potere.
Categorie:Immuni, La cittadella assediata, Politica
Non si fermeranno, temo, prima di aver distrutto ogni cosa.
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